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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

CANDORE

  sabato, 31 dicembre 2011 CANDORE Tremila ducati: bene. Per tre mesi: bene. Antonio si obbligherà: bene. Tremila ducati per tre mesi, e l’obbligo di Antonio. Antonio è buono. Dicendo che è buono intendo solo che è solido. Tuttavia i suoi beni sono aleatori: Ha una ragusea in rotta per Tripoli, un’altra per le Indie, e ho saputo inoltre a Rialto che una terza l’ha al Messico e una quarta diretta in Inghilterra, ed altri investimenti li ha sparsi per il mondo… ma le navi non sono che tavole, i marinai non sono altro che uomini, e ci sono ratti di terra e ratti d’acqua, ladri di terra e ladri di mare (voglio dire pirati) e poi c’è il pericolo dei flutti, dei venti e degli scogli. L’uomo è comunque solido… tremila ducati… credo di poter accettare la sua firma. Odio Antonio. Come somiglia a un pubblicano leccapiedi! Lo odio perché è cristiano: più ancora, perché nel suo umile candore presta denaro gratis, e qui a Venezia fa scendere il tasso d’interesse. Se lo becco una volta sbilancia

INSOSTITUIBILI

  venerdì, 30 dicembre 2011 INSOSTITUIBILI   La compagna Zetkin ha detto anche che in Italia si poteva fare la scissione nel mese di settembre e ha parlato della occupazione delle officine. Io credo che se i delegati del Partito Socialista d’Italia l’avessero sentita, non ne avrebbero avuto troppo piacere, perché la occupazione delle officine fu piuttosto una disgrazia inattesa per il Partito Socialista d’Italia. La compagna ha detto: ”Quando nel settembre gli operai italiani occuparono le officine, la direzione del partito socialista si era riunita a Milano, composta per la maggior parte di comunisti, di massimalisti, di voi stessi, compagni, che ora siete qui al Congresso della III Internazionale, delegati del Partito Comunista d’Italia. C’erano allora nella direzione del partito il compagno Gennari e il compagno Terracini”. E’ vero. Ma occorre che tutti i delegati sappiano bene la situazione in Italia all’epoca dell’occupazione delle officine. Bisogna sapere in che modo i rifo

MIGUEL

giovedì, 29 dicembre 2011 MIGUEL Cara mamma, vado a morire, ma da partigiano, col sorriso sulle labre ed una fede nel cuore. Non star malinconica io muoio contento. Saluti amici e parenti, ed un forte abbraccio e bacioni al piccolo Imperio e il caro Papa, e nonna e nonno e di ricordarsene sempre. Ciau Vostro figlio Domenico. ( Domenico Caporossi – Miguel – di anni 17, elettricista, partigiano, fucilato nel febbraio 1945). L A     B R I G A T A     G A R I B A L D I Abbiam la giovinezza in cuor Simbolo di vittoria Marciamo sempre forte E siamo pieni di gloria La stella rossa in fronte La libertà portiamo Ai popoli oppressi La libertà noi porterem Fate largo che passa La Brigata Garibaldi La più bella la più forte La più ardita che ci sia Fate largo quando passa Il nemico fugge allor Siam fieri siam forti Per cacciare l’invasor Con la mitraglia fissa E con le bombe a mano Ai traditor fascisti Gliela farem pagare Noi lottiam per l’Italia Per il popolo ideale Per il popolo italiano N

SARCASMI

  mercoledì, 28 dicembre 2011 SARCASMI   Possiamo apprezzare tutta la giustezza delle osservazioni di Engels, che colpisce implacabilmente con i suoi sarcasmi l’assurdo accoppiamento delle parole ”libertà” e ”Stato”. Finché esiste lo Stato non vi è libertà; quando si avrà la libertà non vi sarà più lo Stato. La condizione economica della completa estinzione dello Stato è che il comunismo giunga ad un grado così elevato di sviluppo che ogni contrasto di lavoro intellettuale e fisico scompaia, e che scompaia quindi una delle principali fonti della disuguaglianza sociale contemporanea. Fonte che la sola socializzazione dei mezzi di produzione, la sola espropriazione dei capitalisti non può inaridire di colpo. Questa espropriazione renderà possibile uno sviluppo gigantesco delle forze produttive. E vedendo come, già ora, il capitalismo intralci in modo assurdo questo sviluppo, e quali progressi potrebbero essere realizzati grazie alla tecnica moderna già acquisita, abbiamo il diritto

VOCE

  martedì, 27 dicembre 2011 VOCE   Ho consigliato ad Eufreo, come mi hai scritto, di occuparsi attivamente dei tuoi affari. E’ giusto però che anche a te io dia quel che si suol dire il sacro consiglio dell’ospite, sia intorno al resto di cui mi dici, sia intorno al modo di utilizzare Eufreo. In molte cose egli può riuscire utile, ma specialmente in quella di cui tu hai veramente difetto per l’età e perché di essa mancano consiglieri capaci ai giovani. Ciascuna forma di governo, come ciascun animale, ha la sua voce: la democrazia ha la sua propria, così l’oligarchia, così a sua volta la monarchia. Molti asseriscono tranquillamente di conoscerle, ma in realtà, tranne pochi, ne sono lontanissimi. Quel governo che parla con la voce propria davanti agli dei e agli uomini, e compie azioni ad essa conformi, fiorisce e si mantiene, quello invece che imita la voce di un altro governo, perisce. Eufreo ti sarà utile specialmente per questo, sebbene sia capace anche nel resto; spero che egl

LUNA

  lunedì, 26 dicembre 2011 LUNA   La Luna era quasi piena, entrava attraverso la finestra spalancata e riempiva la mia stanza. A letto non riuscivo a dormire. Sentivo ardere in me una febbre gioiosa, che altro non era se non la vita. Mi alzai, immersi nell’acqua le mani e il viso, poi, aperta la porta a vetri, uscii. Era tardi, non un rumore, non un soffio di vento, l’aria stessa pareva addormentata. Si sentivano appena, in lontananza, i cani arabi che, come sciacalli, guaiscono tutta la notte. Davanti a me, il cortiletto, vi cadeva, dal muro di fronte, una striscia d’ombra obliqua. I palmizi uniformi, senza più né colore né vita, sembravano diventati immobili per sempre. Ma nel sonno si trova ancora un palpito di vita, là invece non una cosa sembrava dormisse, tutto era come morto. Quella calma mi spaventò, e d’improvviso mi invase di nuovo, come per protestare, imporsi, desolarsi nel silenzio, il sentimento tragico della mia vita, così violento, quasi doloroso, e così impetuoso

COMETA

  domenica, 25 dicembre 2011 COMETA   Frattanto brillò in cielo una cometa, che, secondo l’opinione del volgo, sembrava preannunciare un mutamento di principe. Pertanto, come se già Nerone fosse stato cacciato, tutti si chiedevano chi mai sarebbe stato prescelto a successore, e sulla bocca di tutti correva il nome di Rubellio Plauto, nobile per parte della madre, che discendeva dalla famiglia Giulia. Egli stesso viveva secondo i costumi dei suoi padri, con severe abitudini, riservato e sobrio in casa, e quanto più nascosto per prudenza, tanto più ricco di lode. La voce della successione incontrò maggior favore per una circostanza parimenti vuota di contenuto: l’interpretazione data ad un fulmine. Infatti, mentre Nerone banchettava presso i laghi in una villa, i cibi furono colpiti e la mensa si spezzò; ciò era accaduto proprio nella regione dalla quale la stirpe di Plauto era venuta, perciò si credette che la volontà degli dei avesse destinato lui alla successione. (Meditazione s

CARISMA

  sabato, 24 dicembre 2011 CARISMA Demagogia vuol dire parecchie cose: nel senso deteriore, significa servirsi delle masse popolari, delle loro passioni sapientemente eccitate e nutrite, per i propri fini particolari, per le proprie piccole ambizioni (il parlamentarismo e l’elezionismo offrono un terreno propizio per questa forma particolare di demagogia, che culmina nel cesarismo e nel bonapartismo coi suoi regimi plebiscitari). Ma se il capo non considera le masse come uno strumento servile, buono per raggiungere i propri scopi e poi da buttar via, ma tende a raggiungere fini politici organici di cui queste masse sono il necessario protagonista storico, se il capo svolge opera costituente costruttiva, allora si ha una demagogia superiore; le masse non possono non essere aiutate a elevarsi attraverso l’elevarsi di singoli individui e di interi strati culturali. Il demagogo deteriore pone se stesso come insostituibile, crea il deserto intorno a sé, sistematicamente schiaccia ed eli

VORAGINE

venerdì, 23 dicembre 2011 VORAGINE La natura del mondo non è interamente solida, poiché vi si mescola il vuoto, e tuttavia è dissimile dal vuoto, e non mancano poi i corpi i quali, avvalendosi dall’infinito, possano per caso travolgere con turbinosa violenza il nostro orbe terrestre, o apportagli alcun altro distruttivo pericolo: d’altra parte non difetta lo spazio né la profondità dell’abisso, dove tutte le barriere del mondo possano disperdersi o percosse da qualunque altra forza andare distrutte. E dunque la porta della morte non è chiusa neanche al cielo, né alla terra, né al sole, né alle profonde acque del mare, e anzi li attende e li scruta con vasta e immensa voragine. Perciò devi anche ammettere che queste stesse sostanze hanno avuto un principio: infatti ogni cosa che sia di essenza mortale non avrebbe potuto spezzare, dall’eternità fino a ora, le irresistibili forze del tempo sterminato. Infine, se le immense membra del mondo lottano fra loro con tanta violenza, invano s

JEAN-PAUL

giovedì, 22 dicembre 2011 JEAN-PAUL Cari genitori, non so più cosa pensare: so che sarò fucilato. Sono coraggioso, ma non avrei pensato che la mia vita finisse in un modo così brutale. Cosa ne sarà di voi? Non so cosa dirvi di più. Ma non avrei mai creduto che un errore così poco grave fosse passibile della pena di morte. La mia vita sarà stata ben corta: è stata felice: avrebbe potuto diventare meravigliosa dopo questa guerra, ma no, ancora no, non posso credere che morirò. Miei cari, vi stringo nelle mie braccia e vi abbraccio con tutto il mio cuore. ( Jean-Paul Grappin di anni 21, studente in chimica farmaceutica, fucilato con altri quattordici compagni. Francia, settembre 1943). E   L   E   G   I   A Padre vinto nel sonno oscuro e lontano, il bambino ti sveglia con la mano. Ancora nato nel tuo sogni chiede ricordo dell’età che ti correva giovane agli occhi, mesto al sollievo della sua sembianza non vuole che tu creda la morte buia nell’eternità. Era così soave il cielo intor

DONARE

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DONARE                                               CLEO&CHARLY   Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha. La rinunzia sarà graduale, iniziando coi meccanismi, che saranno abiliti tutti, dai più complicati ai più semplici, dal calcolatore elettronico allo schiaccianoci. Tutto ciò che ruota, articola, scivola, incastra, ingrana e sollecita sarà abbandonato. Poi eviteremo tutte le materie sintetiche, iniziando dalla cosiddetta plastica. Quindi sarà la volta dei metalli, delle leghe pesanti e leggere giù giù fino al semplice ferro. Né scamperà la carta. Eliminata carta e metallo non sarà più possibile la moneta, e con essa l'economia di mercato, per fare posto a un'economia di tipo nuovo, non del baratto, ma del donativo. Ciascuno sarà ben lieto di donare al suo prossimo tutto quello che ha e cioè, considerando le cose dal punto di vista degli economisti d'

SENSO

  SENSO                                          MARTEDI'   20   DICEMBRE   2011    h.   06,48.   (Foto: Edoardo dal podere Belvedere in Toscana)   Il senso per la poesia ha molto in comune col senso per il misticismo. E' il senso dell'originale, del personale, dell'ignoto, dell'arcano, di ciò che deve essere rivelato, del fortuito-necessario. Rappresenta l'irrappresentabile. Vede l'invisibile, sente il non sensibile. Il poeta è veramente privato dei sensi; in compenso, in lui si trova tutto. Egli rappresenta nel senso più vero il soggetto-oggetto, animo e mondo. Di qui l'infinità di una buona poesia, l'eternità. Il senso della poesia è molto affine con quello della profezia e in genere col senso religioso, col senso del vate. Il poeta ordina, unisce, sceglie, inventa, e lui stesso non riesce a comprendere perché proprio così e non altrimenti. Esiste in noi un senso speciale della poesia, uno stato d'animo poetico. La poesia è schiettamen

ADORARE

ADORARE                                           Difficilmente chiamo la realtà, come il cane, e ululo anche. Come mi piacerebbe stabilire il dialogo del nobile e del barcaiolo, dipingere la giraffa, descrivere le fisarmoniche, celebrare la mia musa nuda e attorcigliata alla mia vita di assalto e resistenza. Così è la mia vita, il mio corpo in generale, una lotta desta e lunga, e i miei reni ascoltano. Oh, Dio, quante rane abituate alla notte, che fischiano e russano con gole di esseri umani a quarant'anni, e che angusta e siderale è la curva che fino al più lontano mi circonda! Piangerebbero sul mio caso i cantori italiani, i dottori d'astronomia circondati da quest'alba nera, definiti fino al cuore di questa acuta spada. E poi quella condensazione, quell'unità di elementi della notte, quella supposizione posta dietro ogni cosa, e quel freddo così chiaramente sostenuto da stelle. Esecrazione per tanti morti che non guardano, per tanti colpiti dall'alcool o dalla

AMBIRE

  AMBIRE                                                  DOMENICA   18   DICEMBRE   2011     h.   06,12.   (foto: IN ALTO)   Può esistere politica senza ambizione? Ambizione ha assunto un significato deteriore e spregevole per due ragioni principali. Una, perché è stata confusa l'ambizione ''grande'' con le piccole ambizioni; due, perché l'ambizione ha troppo spesso condotto al più basso opportunismo, al tradimento dei vecchi principi e delle vecchie formazioni sociali che avevano dato all'ambizioso le condizioni per passare a servizio più lucrativo e di più pronto rendimento. In fondo, anche questo secondo motivo si può ridurre al primo: si tratta di piccole ambizioni, poiché hanno fretta e non   vogliono aver da superare soverchie difficoltà o troppo grandi difficoltà, o correre troppo grandi pericoli. E' nel carattere di ogni capo di essere ambizioso, cioè di aspirare con ogni sua forza all'esercizio del potere statale. Un capo non ambizi

BRINDISI

  BRINDISI                                                   SABATO   17   DICEMBRE   2011    h.   06,16.   (foto: RIFLESSI)   Alla fratellanza dei lavoratori! Cittadini! Dividere per regnare, tale fu la divisa di tutte le tirannie: e anche quanti sottili e perfidi sotterfugi vengono adoperati dagli oppressori per armare i figli del popolo contro se stessi! Essi sanno bene che un solo momento di unione perfetta tra noi significherebbe la loro rovina per sempre. In effetti, cosa sono costoro di fronte alla nazione? Uno contro mille. Perché, dunque, il popolo stesso deve supplire alla loro impotenza originaria? Chi colma le loro armate? I figli del popolo. Chi osa incaricarsi di spiare i concittadini? Non sono ancora i figli del popolo? Che essi dunque comprendano infine che, sotto le apparenze di un privilegio degradante, sono dei ferri che ribadiscono a se stessi, e che ogni palla tirata contro il popolo deve necessariamente spezzare un cuore, quello stesso, la cui mano traviat

BENI COMUNI

     VENERDI'    16    DICEMBRE    2011     h.    06,20. BENI COMUNI                                     Propongo una data: il 28 gennaio. Propongo un luogo: Napoli. E soprattutto propongo un tema di confronto che abbia come protagonisti gli amministratori, i movimenti, le associazioni, le cittadine ed i cittadini: vediamoci e discutiamo insieme di come uscire dalla crisi economica ma anche da quella politica. Vediamoci e discutiamo insieme di come elaborare un’alternativa economica alla ricetta liberista imposta dall’Europa della Bce e della Commissione, che indica nel welfare e nei diritti il forziere da depredare per far cassa. Vediamoci e discutiamo insieme di come rapportarci alla nuova stagione vissuta dal paese: quella di un governo tecnico che nasce sulle ceneri della politica, consegnatasi mani e piedi alla ''tecnocrazia'', cioè agli interessi dei cda della banche, dei mercati, delle istituzioni finanziarie, poiché incapace di fornire una risposta come pure

GINO

GINO                                      Mia adorata moglie, tante parole mi vengono in mente, ma la più grande e la più forte è il tuo amore, il pensiero della forse nascita del frutto di questo. Tienilo Egle e ricordagli che il suo papà è stato un soldato che ha amato la sua Patria. Sii forte e non piangere, come non piango io. Sappi che si sorveglierò e ti aiuterò e questa benedizione ti giungerà da un'anima innocente, come tante altre che prima di me diano la loro vita per una giusta causa. A te raggiante in volto venga il sole dell'avvenire, a te che il coraggio è cosa normale. Il mio cuore è rotto solo perché corre sulle ali del dolore. Ricordami sempre e se la creatura che doveva nascere verrà,sarà quella che ti tranquillizzerà e ti riporterà ciò che la mia vita amaramente ti tolse. Un forte abbraccio dal tuo Gino. ( Luigi Savergnini -Gino- di anni 28, magazziniere, partigiano, fucilato nel gennaio 1945, Torino). S O R R I D E R T I Sorriderti forse è morire, porger

GIOCONDO

MERCOLEDÌ, 14 DICEMBRE 2011 GIOCONDO C’era un re che credeva di essere bello. Aveva uno specchio e sempre gli diceva: specchio mio bello giocondo dimmi chi c’è più bello di me al mondo. Sua moglie per un po’ lo lasciò dire, poi, non sopportando più di avere un marito tanto vanesio, sentendolo ripetere quei versi, disse: ma zittisciti un po’, re, che pur ci sarà chi è più bello di te. Il re scattò in piedi e disse: ti do tempo tre giorni, o mi dici chi è più bello di me, o ti faccio tagliar la testa. Una vecchia si presentò alla regina e le disse che più bello del re c’è il figlio dell’imperatore di Francia. La regina lo riferì subito al re il quale si recò in Francia. L’imperatore lo condusse nella stanza dove il figlio dormiva. Appena il re vede la sua splendente bellezza cadde in terra svenuto. Non riuscì più a riprendersi per il grande dispiacere, per la sua illusione perduta e per l’impressione avuta da tanta bellezza che morì. (Sintesi estrema de: Il re vanesio fiaba trascritt

DIRIGENTE

  MARTEDÌ, 13 DICEMBRE 2011 DIRIGENTE   Gli intellettuali sono un gruppo sociale autonomo e indipendente, oppure ogni gruppo sociale ha una sua propria categoria specializzata di intellettuali? Ogni gruppo sociale, nascendo sul terreno originario di una funzione essenziale nel mondo della produzione economica, si crea insieme, organicamente, uno o più ceti di intellettuali che gli danno omogeneità e consapevolezza della propria funzione non solo nel campo economico, ma anche in quello sociale e politico: l’imprenditore capitalistico crea con sé il tecnico dell’industria, lo scienziato dell’economia politica, l’organizzatore di una nuova cultura, di un nuovo diritto, eccetera. Almeno una élite degli imprenditori deve avere una capacità di organizzatore della società in generale, in tutto il suo complesso organismo di servizi, fino all’organismo statale. Gli intellettuali organici che ogni nuova classe crea con se stessa ed elabora nel suo sviluppo, sono per lo più specializzazioni

RICORDI

  LUNEDÌ, 12 DICEMBRE 2011 RICORDI   Voi, le care familiari, inevitabili golose, voi, volgari mosche, voi mi evocate ogni ricordo. Oh, vecchie mosche voraci come api ad aprile, vecchie mosche ostinate, sul mio cranio di bimbo! Mosche del fastidio antico nel salone familiare, le chiare sere d’estate, quando iniziarono i sogni! E nella aborrita scuola, rapide mosche amene, incalzate da amore per ciò che vola, e tutto è volo, sonore rimbalzando sopra i vetri nelle giornate d’autunno… Mosche di tutte le ore, d’infanzia e adolescenza, di dorata giovinezza; di questa altra innocenza, che non confida in nulla di sempre… Volgari mosche, per voi tanto familiari non sarò degno cantore: so che vi siete posate sul balocco incantato, sul grande libro serrato, sulla lettera d’amore, sulle palpebre rigide dei defunti. Inevitabili golose, né laboriose come api, né belle come farfalle; piccoline, rivoltose, voi, vecchie amiche, voi mi evocate ogni ricordo.   I N D O V I N A        L’ I N D O

CRUDELE

domenica, 11 dicembre 2011 CRUDELE   Commette empietà chiunque fa ingiustizia. Si pensi che mentre l’universale natura ha congegnato le creature razionali per reciproco aiuto (quindi debbono aiutarsi l’una con l’altra secondo il merito di ciascuna, mentre non debbono costituire motivo di danno vicendevole), chi ne trasgredisce il decreto commette empietà, ed è evidente che la commette contro la più venerabile Dea. Del resto, chi dice menzogna, anche lui commette empietà di fronte alla medesima Dea. Si pensi, l’universale natura è natura di enti positivi, che hanno affinità con quanto esiste. Ancora, la natura ha un nome: verità; causa prima di tutte le cose vere. Quindi chi spontaneamente dice menzogna, commette azione empia, in quanto per mezzo d’inganno va perpetrando il suo sopruso; d’altra parte chi dice menzogna, pur senza volere, commette lo stesso un sopruso, in quanto la sua nota è profondamente discorde da quella d’universale natura e in quanto, per quello che è in lui,