DIRIGENTE
MARTEDÌ, 13 DICEMBRE 2011
DIRIGENTE
Gli intellettuali sono un gruppo sociale autonomo e
indipendente, oppure ogni gruppo sociale ha una sua propria categoria
specializzata di intellettuali? Ogni gruppo sociale, nascendo sul terreno
originario di una funzione essenziale nel mondo della produzione economica, si
crea insieme, organicamente, uno o più ceti di intellettuali che gli danno
omogeneità e consapevolezza della propria funzione non solo nel campo
economico, ma anche in quello sociale e politico: l’imprenditore capitalistico
crea con sé il tecnico dell’industria, lo scienziato dell’economia politica,
l’organizzatore di una nuova cultura, di un nuovo diritto, eccetera. Almeno una
élite degli imprenditori deve avere una capacità di organizzatore della società
in generale, in tutto il suo complesso organismo di servizi, fino all’organismo
statale. Gli intellettuali organici che ogni nuova classe crea con se stessa ed
elabora nel suo sviluppo, sono per lo più specializzazioni [il chiamare al
governo i tecnici] di aspetti parziali dell’attività di tipo sociale. Esempio
tipico di queste categorie di intellettuali è quella degli ecclesiastici.
L’ideologia religiosa, con l’istruzione, la morale, la beneficenza, è legata
all’aristocrazia con cui divide l’esercizio della proprietà e l’uso dei
privilegi statali legati alla proprietà. Vi sono state altre forme, non
ecclesiastiche di altre categorie con i loro propri privilegi, favorite e
ingrandite dal potere centrale del monarca come l’aristocrazia dei giuristi e
degli avvocati e quella degli amministratori [politici nelle istituzioni]. Ogni
uomo all’infuori della sua professione esplica una qualche funzione
intellettuale, è cioè un filosofo, un artista, un uomo di gusto, partecipa di
una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi
contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a
suscitare nuovi modi di pensare. Il modo di essere del nuovo intellettuale non
può più consistere nell’eloquenza, motrice esteriore e momentanea degli affetti
e delle passioni, ma nel mescolarsi attivamente alla vita pratica, come
costruttore, organizzatore, persuasore permanente, perché non puro oratore, e
tuttavia superiore allo spirito astratto matematico; dalla tecnica-lavoro
giunge alla tecnica-scienza e alla concezione umanistica storica, senza la
quale si rimane specialista e non si diventa dirigente. L’intellettuale
configurato è l’intellettuale organicamente collegato con lo sviluppo della
organizzazione politica della classe operaia [indispensabile è organizzare il
partito dei lavoratori]. Questo nuovo tipo d’intellettuale dirigente non può
avere nulla a che fare con certe tradizionali figure di capi politici che si
affidavano prevalentemente all’oratoria e al sentimento. Al contrario, la
conoscenza dei problemi della produzione, della tecnica e dell’economia, deve
accompagnarsi in lui ad una visione generale, umanistico-storica, della realtà
da modificare. (Meditazione sulla formazione degli intellettuali di Antonio
Gramsci).
I N N O
Che dite? L’Italia
non anco s’è desta,
convulsa sonnambula
solleva la testa;
ma il prete di Roma
nel pugno sacrilego,
intriso di tossico,
le strinse la chioma.
Sul letto di morte
la tenne chiodata,
con sette ritorte
l’ha tutta annodata.
Venite, vedetela
ansante, mal desta,
a nuovo letargo
reclina la testa.
E’ ancora la notte:
Lasciate che giaccia
del cencio dei secoli
bendata lo faccia.
Ma il raggio è vicino
del fiero mattino,
che i sogni bugiardi,
sì cari ai codardi,
di re penitenti,
di papi innocenti
in fumo sciorrà,
e al sole del vero
dal triste origliero
tremenda l’Italia
in piè balzerà.
-Carlo Cattaneo-
(Scritto in una notte di dolore e di sconforto,1851)
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