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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

OBLIOSA FELICITA’

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sabato, 30 gennaio 2016 -passero- OBLIOSA FELICITA’   Il supersfruttamento è un meccanismo che riproduce se stesso, si accumula a valanga, se non si interrompe con un’azione (il pensiero non basta). Supersfruttando qualcuno, lo si umilia e lo si indebolisce, in modo che egli si presta sempre di più ad essere supersfruttato, piuttosto che ribellarsi. Il padrone o il capo sono i grandi maestri del supersfruttamento, aiutati dalle leggi economiche dell’azienda e dall’attaccamento del lavoratore ad esse. Il supersfruttatore è proteiforme. Usa due armi: la forza e il metodo defatigatorio. Con il lavoratore isolato il metodo defatigatorio consiste in atteggiamenti di comprensione, astuzia, violenza. Promettere e non mantenere, ripromettere e non mantenere. Il dipendente si culla nella speranza, la speranza continuamente delusa si cambia in rancore, in ira, alla fine in disperazione. La disperazione crea la rottura, la “rivoluzione” sul terreno pratico, lo stesso in cui il capo riporta le

IL PANINO

  giovedì, 28 gennaio 2016 IL PANINO Guarda laggiù, lo vedi quell’operaio tutto sporco con gli stivali e il grembiule di cuoio? Sta mangiando un panino sull’entrata della conceria e a nessuno, vedendolo, verrebbe in mente che è un vagabondo truffatore del suo padrone, anzi, penserebbero: poverino, con il lavoraccio che fa, guarda in che condizioni è costretto a fare colazione. Albertino prosegue: se vedessero l’operaio del Comune vicino al cassonetto dell’immondizia che mangia lo stesso panino, direbbero: ma guarda quel vagabondo che ruba lo stipendio fatto con i soldi nostri! Però, quando l’operaio della conceria chiede al padrone di adottare le misure indispensabili per eliminare le nocività, rendere sicuro l’ambiente di lavoro e quello del vicinato, non viene ascoltato ed è costretto a fare lo sciopero, poi, ancora inascoltato diventa esasperato e, con le rosse e multicolori bandiere, occupa la stazione ferroviaria chiedendo anche la solidarietà della popolazione, ma tutti bront

IL VALORE

mercoledì, 27 gennaio 2016 IL VALORE Sabato è generale di brigata aerea a 36 anni; decorato con medaglia d’argento e tre di bronzo; fornisce al fronte clandestino di Roma e ai partigiani: dinamite, mine, detonatori, armi; esegue e trasmette rilievi di zone ed installazioni militari; prepara un campo di fortuna per aerei nei dintorni di Roma; compie missioni militari; è catturato dal generale Kappler; carcerato viene torturato per 67 giorni; è trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine. Sabato martelli Castaldi è Medaglia d’oro al Valore Militare. (Ricordo da un racconto di Rita).   [ ULTIMO MESSAGGIO ]   Quando il tuo corpo   non sarà più, il tuo   spirito sarà ancora più   vivo nel ricordo di   chi resta – Fa che   possa essere sempre   di esempio.   -Sabato Martelli Castaldi-   (Ultimo messaggio scritto a 47 anni a Roma sul muro della cella in via Tasso)   Vedi:   I PAPA VIVENTI (8 dicembre 2015)   LA VIOLENZA (25 gennaio

LA VIOLENZA

lunedì, 25 gennaio 2016 LA VIOLENZA La persecuzione politica e razziale non stroncò l’unità della nostra comunità. Costituimmo gruppi di resistenza e di assistenza che non riuscirono a salvare la vita di molti. La violenza dell’occupante tedesco e della Repubblica di Salò portarono tanti nei campi di sterminio, altrettanti furono trucidati direttamente nella propria abitazione. In via S. Andrea, luogo come migliaia di altri, la scritta: Accolti a fraterna difesa, in questa casa ospitale di Giuseppe, cittadino stimato e in tempi non tristi pro sindaco di Pisa, il 1 agosto del 1944 insieme assassinati: Dario, Teofilo, Ida, Cesare, Ernesto, Cesira in qualità di ebrei e Giovanna, Alice, Silvia, Emilia, Dante in qualità di cristiani. Inciso sul marmo il ricordo, il monito, l’auspicio di umana fraternità. (Ricordo da un racconto di Bicefalo ). C A L V A R I O (parte) Inseguiti ci videro i verdi altipiani di Negobudje e i pallidi fiori s’arrossarono di morte. Pochi restammo alle future i

IL TERGO OSCURO

  giovedì, 14 gennaio 2016 IL TERGO OSCURO   Che cosa desideri? Il Capo, di cosa e per chi, ancora non sa. Così, ormai è risaputo, galleggiare sul cambiamento è il ritrovato del momento. Non importa che questo vada di qua o di la del Tevere, del Po o del Danubio. L’Arno s’è seccato, ma chiunque, macchina o virus contaminante, che tenga alla comoda seduta delle proprie terga, non si pone il minimo pensiero. Ognuno fa il proprio dovere con coscienza e scrupolo. Lo scrupolo, il più impellente, fra i più storicamente importanti, è apparire bene sulla ribalta. La coscienza ha le finestre sulla città che, da tempo rotte vedono, ma, quelle telecamere, non sono occhi. Dai fortini occupati dagli umani qualche orecchio lontano sente i disperati singhiozzi? Il mondo, perduti gli orizzonti e senza la luce dell’universo, è ritornato piatto e limitato. Sarà il cambiamento per l’elisir del tergo? (Ricordo da un racconto di Irina).   FURTO     CON     SCHIAFFO?   Lucca Pisa Livorno  

LA GIOIA MONDIALE

  martedì, 12 gennaio 2016 LA GIOIA MONDIALE   Se tutti i giusti, i vescovi e i capi del mondo meditassero sul nostro Giusti scrittore della filastrocca: “Brindisi di Girella”? L’occasione non farebbe l’uomo ladro ma onesto? La tentazione riuscirebbe a trasformare un giudice in una “torre pendente”? Le occasioni, le tentazioni e i saldi, sarebbero parole uguali per l’offerta e il guadagno dei mercati ogni-opprimenti? E le opinioni pubbliche con i sondaggi e le previsioni dei tempi per i politici di professione contro quelle degli statisti, degli statali, dei pensionati e di tutti i lavoratori del cuore e della mente? Dove manca l’uguaglianza sociale potrebbe vivere la giurisdizione? Ermellino e gufo sarebbero una moderna pelliccia di canonici di collegiata? Care compagne e compagni, amici, ciò che Bruno vi ha dettato sono le problematiche per il compito a casa da svolgere insieme alla prosa della poesia “La gioia”. Mi dispiace di non aver partecipato per l’influenza che non è que

TREDICISESSANTA

  lunedì, 11 gennaio 2016 TREDICISESSANTA Il travaglio era composto di travi nei quali il maniscalco metteva le bestie fastidiose e intrattabili. L’umano vero era colui che evidenziava i tratti delle proprie origini, non si piegava alle interessate simpatie e alle metafore dell’apparenza. Nella storia degli uomini (delle donne molto-molto meno, quasi nulla) il periodo storico che aveva la necessità di caratterizzarsi con la divisa intesa come manifestazione esteriore della boriosa credenza personale, visione esplicita di appartenenza politica e di moneta era stato il più falso e il più meschino. L’esteriorità era stata, frequentemente, soltanto una questione di appartenenza, apparenza e non sostanza. Per non citare l’aspetto sonoro che anticipava la visione, del parlato o musicato, oppure di tutti e due insieme, esaltatori della inculcata passività, anche assassina. Nulla di tutto ciò era lecito confondere con il sentimento di Patria che rappresentava l’amore per la terra natia. L’

CELICOLI COLORI

mercoledì, 6 gennaio 2016 CELICOLI COLORI “Tremate le streghe sono tornate”, gridavano le minigonne: vergogna per la bigotta conservazione. “Lotta dura senza paura”, rimbombava il coro di tute con le tracce del lavoro: sporco per il bieco reazionario. Le vesti, svegliate dalla presa di coscienza erano, nella serietà della lotta, ugualmente gioiose. Quelle voci formavano un canto originale, tutt’altro che un semplice slogan = grido di guerra, erano la sonorità della sintesi delle diverse sofferenze, anelito di libertà. Il rosso colore abbracciava colli e spalle, svolazzava sulle teste, abbelliva gli alberi. La prima scapestrata avventura: i sedili ribaltabili, il colore blu della carrozzeria, i pantaloni impigliati nella leva del cambio, gli occhi socchiusi nel castano chiaro del suo profumato colore, la sorpresa della felicità, tutta la cinquecento finalmente mia. (Ricordo da un racconto di Vasco ). ARCOBALENO Dopo la tempesta l’arcobaleno splende nell’aria purificata. Continuano

LA MASCHERA DI PIETRA

  sabato, 2 gennaio 2016 LA MASCHERA DI PIETRA Il mondo è una piattaforma e termina con le colonne di Nucleare. Racchiusi in un grandioso sottovuoto, protetti da macchine che distruggono tutti gli esseri viventi che si avvicinano, ci sono nuclei di umanoidi che dedicano il tempo della loro metaforica vita esclusivamente alla manutenzione del proprio corpo. Prima non era esistita creatura che infieriva contro la sua stessa razza al pari dell’uomo, tra di loro si erano capiti talmente poco che la storia dell’umanità era segnata da dispute, da guerre e assassinii, da conquiste e oppressioni. Nei brevi periodi di “pace a macchia di leopardo” l’egoismo di pochi escludeva la totalità della popolazione dalla gestione democratica del potere. La casta di famiglie di politici di professione realizzò: privatizzazioni, velocizzazioni, moneta unica, pagamento del debito pubblico. La perdita generalizzata di pensieri e d’ideali, eliminò le aspirazioni di quasi tutti i cittadini, le libere elezioni