IL PANINO
giovedì, 28 gennaio 2016
IL PANINO
Guarda laggiù, lo vedi quell’operaio tutto sporco con gli stivali e il grembiule di cuoio? Sta mangiando un panino sull’entrata della conceria e a nessuno, vedendolo, verrebbe in mente che è un vagabondo truffatore del suo padrone, anzi, penserebbero: poverino, con il lavoraccio che fa, guarda in che condizioni è costretto a fare colazione. Albertino prosegue: se vedessero l’operaio del Comune vicino al cassonetto dell’immondizia che mangia lo stesso panino, direbbero: ma guarda quel vagabondo che ruba lo stipendio fatto con i soldi nostri! Però, quando l’operaio della conceria chiede al padrone di adottare le misure indispensabili per eliminare le nocività, rendere sicuro l’ambiente di lavoro e quello del vicinato, non viene ascoltato ed è costretto a fare lo sciopero, poi, ancora inascoltato diventa esasperato e, con le rosse e multicolori bandiere, occupa la stazione ferroviaria chiedendo anche la solidarietà della popolazione, ma tutti brontolano e gli si scagliano addosso come i manganelli dello Stato. Tutto è questione di sporchi interessi del capitale, dei punti di vista e delle sensibilità, delle culture delle singole persone, di verità universale. Nella raccolta di poesie “Sull’Arno” del 1966 lessi: “Dalle contraddizioni/ il frutto di nuove verità”. Sono passati cinquant’anni e quei due versi rimbombano ancora nella mia testa (non sono una “massima”, una sintesi di “analisi”): sono il grande invito alla ricerca e meditazione del significato delle parole: “contraddizione”, “frutto”, “novità”, “verità”. Sono cambiati i significati di: Istruzione, Arte creativa, Partito, Politica, Partecipazione, Democrazia, Lavoro, Stato, ma: “Dalle contraddizioni/ il frutto di nuove verità” resta, solido-duro-profondo-uguale al “Masso della Gonfolina” che orgoglioso si staglia sulla Statale 67 sulla riva sinistra dell’Arno; richiama all’interrogativo di Prévert: “Dimmi dunque compagno Sole/ davvero non ti sembra/ che sia un po’ da coglione/ regalare una giornata come questa/ ad un padrone?”. (Ricordo da un racconto di Ariella).
ALLORA?Dove è finito
l'ottimismo della volontà?Se il caro Gramsci e
tanti altri compagni ignotiavessero avuto il
nostro debole carattere e convinzionein Italia e nel mondo
ci sarebbero ancora i nazi e i fasci.Tutti danno lezioni di
esser comunisti ma agiscono da veri? Fausto ha contagiato e
siamo diventati salottieri (fra l'altro neppure
in televisione). Altri che si sono affermati
in una sola regionein altre non hanno
raggiunto la soglia elettorale.Eppur tutti si
pavoneggiano senza modestiascimmiottano senatore
o deputatoSilvio l'amico e chi
potente altroi sapientoni
benestanti gradassi in Europa parlano di
lor saccenti.Il
comunismo è!Uguaglianza
è coerenza fratellanza è lotta continua è
perpetuo cambiamentoo
non è!Allora?
-Renzo
Mazzetti-(8 aprile 2010)
Vedi: LA MASCHERA DI PIETRA (2 gennaio 2016)
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