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Visualizzazione dei post da aprile, 2010

STRALCIATO

  VENERDÌ, 30 APRILE 2010 STRALCIATO   All’attonito Occidente si rivelò un nuovo mondo, quello dell’antica Grecia, nei manoscritti salvati dalla caduta di Bisanzio, nelle antiche statue venute alla luce scavando fra le rovine di Roma. Di fronte alle luminose immagini del Rinascimento scomparvero gli spettri del Medioevo; l’Italia si elevò a una fioritura artistica senza precedenti, e mai eguagliata, che sembrò un riflesso dell’antichità classica. In Italia, in Francia, in Germania, sorse una nuova letteratura, la prima letteratura moderna; l’Inghilterra e la Spagna attraversarono poco dopo il periodo della loro letteratura classica. I limiti dell’antico orbis terrarum furono infranti, la terra fu veramente scoperta allora per la prima volta e furono gettate le basi per il futuro commercio mondiale e per il passaggio dall’artigianato alla manifattura, che a sua volta rappresentò il punto di partenza per la grande industria moderna. La dittatura spirituale della Chiesa fu rotta; i

LETTERE DAL CARCERE

GIOVEDÌ, 29 APRILE 2010 LETTERE DAL CARCERE Carissima Iulca, Tania mi scrive di averti mandato a mio nome un volume sulla filosofia di Hegel criticato da un moderno filosofo italiano e vorrebbe sapere se il libro ti è giunto. Avevo incaricato Tania di spedirti questo volume (che avevo in doppio esemplare) qualche anno fa, e precisamente quando nella stampa si svolse una polemica filosofica sul valore e sul significato della dialettica. Mi sembrava allora che avrebbe potuto interessarti l’impostazione che del problema aveva fatto il filosofo italiano, specialmente lo svolgimento che egli ha dato alla quistione dei distinti in relazione agli opposti. Non so se ciò ti interessa ancora e neanche se hai ricevuto il libro che, pare, Tania deve averti mandato recentemente. Ti abbraccio teneramente. Antonio . 10 aprile 1933. ( Gramsci Lettere dal carcere, l’unità 1988) SI ERA IN DUE Si era in due a morire alla fine di una sera io e l’alpino del Friuli. Ognuno di noi lo sapeva che era

OLTRE IL PONTE

MERCOLEDÌ, 28 APRILE 2010 OLTRE IL PONTE Per la Patria libera, per l’unità d’Italia anche molti intellettuali combatterono sacrificando la vita, logorandosi nelle prigioni. Uno, tra i molteplici, fu l’esempio di Silvio Pellico che narrò le sofferenze nel famoso libro Le mie prigioni; in questo periodo del PRIMO RISORGIMENTO, sorse un movimento che fu letterario e patriottico: Il romanticismo. Questo movimento, sotto certi aspetti, non fu un bene perché esagerò nel mettere in primo piano il sentimento al di sopra della ragione; mentre per altri aspetti fu una ventata di rinnovamento in particolare in Italia perché tutti i romantici furono dei patrioti, esprimendo, anche nelle loro opere, i sentimenti per la libertà, l’indipendenza e l’unità italiana. Il poeta Giovanni Berchet coi suoi versi ardenti cantò l’amor di patria; a Carlo Alberto lanciò la famosa invettiva: Esecrato, o Carignano, va il tuo nome in ogni gente! Non v’è clima sì lontano ove il tedio, lo squallor, la bestemmia

L’ULTIMO DISCORSO

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  MARTEDÌ, 27 APRILE 2010 Giacomo Matteotti. L’ULTIMO DISCORSO (L’ultimo discorso parlamentare di Giacomo Matteotti, assassinato dai fascisti il 10 giugno 1924). Presidente “Ha chiesto di parlare l’onorevole Matteotti. Ne ha facoltà”. Matteotti “Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all’infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l’elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, né della Camera né delle tribune della stampa (Vive interruzioni alla destra e al centro)”. Lupi “È passato il tempo in cui si parlava per le tribune!”. Matteotti “Certo la pubblicità è per voi un’istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (Vivi rumori. Interruzioni alla destra e al centro) Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell’Assemblea una conoscenza esatta dell’oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbi

IL CERCHIO DA CHIUDERE

  LUNEDÌ, 26 APRILE 2010 IL CERCHIO DA CHIUDERE Viviamo un momento storico caratterizzato da un’enorme potenza tecnologica e da un’estrema miseria umana. La potenza della tecnologia si autoevidenzia in modo penoso nel numero di megawatt delle centrali elettriche e nei megatoni delle bombe nucleari. La miseria dell’uomo si evidenzia nel pauroso numero di persone che già esistono e che presto nasceranno, nel deterioramento del loro habitat, la terra, e nella tragica epidemia, su scala planetario, della fame e della povertà. La frattura tra il potere brutale e l’indigenza umana continua ad allargarsi, dal momento che il potere si ingrassa su quella stessa tecnologia sbagliata che acuisce l’indigenza. La crisi ambientale è il segno sinistro di un inganno insidioso che sta nascosto nella tanto decantata produttività e nella ricchezza della moderna società basata sulla tecnologia. Questa ricchezza è stata guadagnata con uno sfruttamento rapido a breve termine, del sistema ambientale, ma

RESISTENZA

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  DOMENICA, 25 APRILE 2010 RESISTENZA Quando è nata la Resistenza italiana? La risposta è facile e sicura: essa è nata col fascismo stesso. Fin dal primo giorno, fin dalle prime manifestazioni di violenza delle camicie nere, violenza organizzata e armata contro il popolo, il popolo si è levato alla difesa, alla resistenza e alla lotta. Fin dal primo giorno la resistenza popolare fu la difesa non di semplici interessi di parte, ma della libertà del progresso e della dignità umana, e, per ciò stesso, dei più vitali ed essenziali interessi nazionali. Questa lotta del popolo durò per tutto il venticinquennio fascista; conobbe drammatici alti e bassi, fasi di ardente speranza e di tetro sconforto; improvvisi balzi in avanti e lunghi periodi di ripiegamento. Questa lotta si spiegò in grandiosi movimenti di massa, come agl’inizi del fascismo e durante il periodo Matteotti, e si restrinse spesso all’azione sotterranea di piccoli gruppi di audaci e di eroi; conobbe i più grandi martiri e le

LA MORTE DEL CHEYN

  SABATO, 24 APRILE 2010 LA MORTE DEL CHEYN Proseguendo verso nord, gli indiani fecero un percorso sinuoso e frastagliato, impossibile a scoprire. Dodicimila uomini, quasi una divisione di soldati degli Stati Uniti, veterani di vecchi reggimenti che avevano combattuto contro gli indiani, cercavano di raggiungere e prendere i trecento in marcia. E di questi trecento soltanto un’ottantina o poco più erano uomini, e di questi soltanto la metà erano guerrieri nel pieno delle forze. Le armate in uniforme turchina percorrevano il Kansas. Le lunghe colonne azzurre: cavalleria, fanteria, vagoni carichi di artiglieri e di cannoni, attraversavano il paese avanti e indietro. Talvolta essi combattevano, e allora i feriti e i morti giacevano sulla prateria, sull’erba gialla. Talvolta gli indiani, intercettati, si sparpagliavano in gruppi di due o di tre. Una volta rubarono una mandria di duecentododici cavalli e lasciarono dietro di se alcuni piccoli e nervosi pony, sfiniti, mezzi morti dalla f

DE PROFUNDIS

    VENERDÌ, 23 APRILE 2010 DE PROFUNDIS Le assemblee legislative possono essere paragonate a delle carte geografiche che debbono riprodurre tutti gli ambienti del paese con le loro proporzioni senza che gli elementi più considerevoli facciano scomparire i minori. Questo affermava già nel 1789 il conte Onorato di Mirabeau, uno tra i primi assertori dell’idea proporzionalista. E lo stesso articolo sei della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, l’immortale messaggio ispirato all’ideologia rousseauiana, mentre proclamava che la legge è l’espressione della volontà generale e che tutti i cittadini hanno diritto di concorrere personalmente o per mezzo dei loro rappresentanti alla sua formazione, poneva al tempo stesso, seppure in modo implicito, l’esigenza di un sistema di rappresentanza che permettesse a tutti l’intervento diretto, e con uguale peso, nella cosa pubblica. In Francia, nel 1846, un democratico radicale e socialisteggiante, Victor Considerant, indicava nel

I DUE PASSEROTTI

GIOVEDÌ, 22 APRILE 2010 I DUE PASSEROTTI Carissima Tania, ti racconterò la storia dei miei passerotti. Devi dunque sapere che ho un passerotto e che ne ho avuto un altro che è morto, credo avvelenato da qualche insetto ( una blatta o un millepiedi ). Il primo passerotto era molto più simpatico dell’attuale. Era molto fiero e di una grande vivacità. L’attuale è modestissimo, di animo servile e senza iniziativa. Il primo divenne subito padrone della cella. Conquistava tutte le cime esistenti nella cella e quindi si assideva per qualche minuto ad assaporare la sublime pace. Salire sul tappo di una bottiglietta di tamarindo era il suo perpetuo assillo: e per ciò una volta cadde in un recipiente pieno di rifiuti della caffettiera e fu lì lì per affogare. Ciò che mi piaceva di questo passero è che non voleva essere toccato. Si rivoltava ferocemente, con le ali spiegate e beccava la mano con grande energia. Si era addomesticato, ma senza permettere troppe confidenze. Il curioso era che la