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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

MEDICI DI BASE E LA RIFORMA

  MEDICI DI BASE E LA RIFORMA (Meditazione su: Atti del seminario su: La riforma sanitaria. Cascina 10 Febbraio 1979 – Scuola regionale “Emilio Sereni”. Partito Comunista Italiano (P. C. I.) Federazione provinciale di Pisa) L’entrata in vigore della riforma sanitaria pone ai medici problemi di ordine istituzionale e problemi di nuova qualità del lavoro. L’istituzione del servizio sanitario nazionale infatti implica un processo di socializzazione e di riconversione della medicina di tale portata da mettere in discussione e in prospettiva, da superare rapporti di lavoro, mentalità, abitudini, metodologie, livelli di reddito conquistati e sedimentati in una categoria che finora ha teso, nella sua maggioranza, a difendere il proprio “particulare”, a costituirsi e mantenersi cioè in corporazione. Non è a questo proposito superfluo ricordare alcuni dati. “La medicina ufficiale si è storicamente organizzata e rafforzata soprattutto contro le assicurazioni sociali che hanno determinato

LA FINE DEL MONDO

LA FINE DEL MONDO (Ricordo da un racconto di Tommy detto Tom) Il primo millennio dell’Era Volgare o Cristiana era il tempo nostro inventato per la nascita di Cristo. Anche il tempo, consumato prima, era contato, però alla rovescia fino a giungere a uno, due, eccetera. In prossimità di compiere il primo millennio arrivò la paura della fine del mondo. Si diceva che l’aveva inventato il clero perché sperava, nell’imminenza della resa dei conti a Dio, tutti dovessero pensare all’anima, e, per salvarsi, si dovevano abbandonare tutti i beni terreni e donarli alla chiesa. Ma era una leggenda creata o avvalorata da letterati. Mille e non più mille, aveva, secondo la tradizione, detto Gesù. Dopo mille anni, si leggeva nell’Apocalisse, Satana sarà disciolto. Correvano voci di nascite mostruose, di grandi battaglie combattute nel cielo da guerrieri ignoti sulla schiena di draghi. Tutti aspettavano lo squillo di tromba suprema. Carducci, dal primo dei discordi sulla Letteratura Nazionale: “Quan

LE PALLE VIZZE DI RENZINO

LE PALLE VIZZE DI RENZINO (Ricordo da un racconto di Tirella) Mamma Rita lamentava che, partorito Giuliano: “Giulianino” per nonna Teresina, quel figlio maschio era un dono del Signore, e mamma Rita non si capacitava come e perché. La famiglia di antifascisti contribuì alla gloria del Duce con Giulianino che si arruolò volontario negli Alpini, e che, dal confine con la Francia, a casa scriveva: in caserma dormo con i piedi in Francia e la testa in Italia; o viceversa, perché con certezza non ben si ricorda. Comunque, la donna sotto il Duce era un parto di “seconda mano” era una disgrazia quanto prima da maritare per togliersela di torno il prima possibile, tanto è vero che la donna non aveva neppure il diritto di voto, ma serviva per vergognosi sfoghi sessuali nelle “case chiuse” dette volgarmente “casini”. Poi, nel XXI° Secolo arrivò, grazie alla Resistenza e alla Costituzione della Repubblica, Giorgia capa di governo; Ella tenne subito a precisare che, in armonia con il volere de

AMBASCIATA SENZA TORNASOLE

AMBASCIATA SENZA TORNASOLE (Ricordo da un racconto di Therios) C’era una volta la riprova matematica detta “Del Nove”. Poi venne quella scientifica di Galileo Galilei che, torturato e fatto non confessare cosa egli da veramente libero non avrebbe mai confessato. Sistema vigente, contro colui che fu perseguitato e torturato e costretto a dire cose che, da veramente libero, non avrebbe mai detto, asseriva cose che non erano concepibili dal non genuino credo religioso di quell’epoca. Si combattevano guerre di religione anche nel XXI° Secolo, ma non erano religioni rivolte all’estremismo terrorista della teologia (Guerre sante per liberare la Palestina): erano credenza subdola più ipocrita e velenosa propinata dall’ambasciata “amica” nemica dei nativi di Palestina che rappresentavano la totalizzante schiavistica supina acritica soggezione al sistema economico allora vigente. -Renzo Mazzetti- (Lunedì 27 Novembre 2023 h.15,33) APPROFONDISCI: I RACCONTI DI THERIOS SENZA SOLE Abbandon

CULTURA LIBERA CON SPIRITO CRITICO

  CULTURA LIBERA CON SPIRITO CRITICO (Meditazione su: I comunisti italiani per l’autonoma e libera funzione della cultura: non chiediamo obbedienze a nessuno. Enrico Berlinguer: parte delle conclusioni al convegno degli intellettuali, Roma, 15 Gennaio 1977)  Il modo in cui poniamo oggi la funzione della cultura per la trasformazione del paese corrisponde a una tradizione, a una peculiarità del Partito comunista italiano, come partito della classe operaia, come partito democratico e nazionale, come grande organismo che è esso stesso produttore di cultura. Noi ci siamo battuti sempre e ci battiamo per il progresso e l’espansione della vita culturale. Ma in questo nostro impegno dobbiamo sempre guardarci da interventi che possano, nella benché minima misura, ledere l’autonomia della ricerca storica, delle attività culturali, della creazione artistica, giacché queste hanno come condizione vitale di sviluppo non quella di obbedire a un partito, a uno Stato, a un’ideologia, ma quella di po

PAROLE AL VENTO DI CORPO

PAROLE AL VENTO DI CORPO (Ricordo da un racconto di Maya) La parola intelligente ha bisogno di pace nell’animo e di riflessione nel cervello. Non c’è bisogno di parlare quando la serenità è fondamento di vita, del vivere civile. Uno sguardo silenzioso e dolce scocca il bene, sboccia l’amore. Il dizionario della lingua riporta il significato, quello etimologico spiega l’origine delle parole. Nel ‘23, più le persone erano importanti, e più parlavano a vanvera. La capa di governo, incapace di risolvere i problemi e la montagna di debiti, perché per gestire i numeri occorreva un cervello con logica intelligente, gettava parole al vento per incantare e ingannare i semplici e distrarre gli oppositori. Lo Zar della grande Russia gettò un rametto d’olivo, ma l’Imperatrice della grande Italia e di Due Grandi Campi Profughi in Albania, senza riflessione subito rispose: Ritiratevi! Tutti i suoi sudditi l’applaudirono: le bombe non esplodevano sulle loro teste e case. -Renzo Mazzetti- (Giove

CITTADINA DEL MONDO (PORTAVOCE)

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CITTADINA DEL MONDO (PORTAVOCE) (Ricordo da un racconto di “Abbaio”) Attilio, sul quotidiano “Il verso del cane” nella rubrica “Dimenticanze”, riportava parte dell’introduzione a “I miei giorni a Baghdad” di Lilli Gruber che scriveva: La televisione è uno strumento di comunicazione straordinario al quale ho dedicato la mia vita professionale. Continuerò a farlo finché me ne sarà data l’occasione e finché mi sentirò all’altezza delle innumerevoli sfide che accompagnano questo mestiere. Noi giornalisti televisivi deteniamo un potere eccezionale: possiamo entrare ogni giorno nelle case di milioni di spettatori e ottenere la loro attenzione. Godiamo di una sorta di diritto d’ingerenza che non è concesso a nessun altro. Questa grande libertà va però coniugata col rispetto dei fatti. Il giornalista deve scomparire dietro la realtà che racconta. E’ solo un portavoce - il più onesto possibile - della storia che si compone sotto i suoi occhi. Le sue scelte personali, le sue opinioni, i suo

SENTENZE E SCEMENZE

SENTENZE E SCEMENZE (Ricordo da un racconto di Irina) Plauto, deceduto, penso ma non ne sono sicuro, 185 anni prima della venuta di Cristo, dichiarava che è fondamentale cercare le fonti di ogni cosa; in una sentenza scriveva: “Dimostra poco ingegno chi segue i ruscelli e non vede e non cerca le fonti”. Nel ‘23, nel pieno dei primi segni dati dal cambiamento climatico, alle invasioni delle acque dolci e salate si alzavano, inutilmente, argini e barriere sulle rive, si sciupavano grandi quantità di terra e di soldi con le casse di espansione. Il rimedio efficacie era, dopo la severa autocritica, rispettare la natura, riportare alla luce i corsi d’acqua sepolti, restituire spazio al mare, pulire alvei, sponde, fogne, smetterla di coprire la terra con cemento, asfalto, gomma plastica ferro vetro delle automobili. L’inquinamento atmosferico? Certo. Allora? Prendere provvedimenti pesanti, chiari, veramente risolutivi per dare aria pulita ai polmoni e al mondo. Dopoguerra la motorizzazio

CHIUNQUE IN TV

CHIUNQUE IN TV (Ricordo da un racconto di Bicefalo) Lo sviluppo dell’elettronica danneggiava televisioni e giornali. Tutti navigavano e nella rete diventavano protagonisti. Le televisioni e i giornali si sostenevano a vicenda: i giornali parlavano bene della televisione, e la televisione parlava bene dei giornali. I giornalisti televisivi invitavano i colleghi che scrivevano sulla carta stampata, ma il sodalizio non funzionava. Perciò le televisioni, oltre a giornalisti e scrittori di fama, invitarono politici di opposte fazioni, professoroni, agenti in civile e in divisa, scienziati, filosofi, storici, esperti di armamenti e di strategie militari. Purtroppo gli ascolti scendevano sempre di più. Un autore ebbe un lampo di genio: cominciò a invitare persone qualsiasi scelte con sorteggio. Così, anche la televisione più scalcinata, ebbe incrementati gli ascolti; la messa in onda delle persone semplici che raccontavano la loro esistenza nel quotidiano, la loro vita vissuta lavorando e

PRESENZA REALE SPIRITUALE

PRESENZA REALE SPIRITUALE (Ricordo da un racconto di Rita) Nell’antichità il ricordo dei cari era, conservato nella mente e nel cuore, visibile soltanto ai sopravvissuti che avevano conosciuto e vissuto con coloro che erano morti prima. Il coniuge guardava la fotografia messa sul mobile di casa che, nell’usualità domestica, scadeva in semplice soprammobile e, dopo poco tempo, si mimetizzava, perdeva valore visivo, diventava invisibile, e non era più di alcun spirituale aiuto. Le persone normali, guardando la televisione con le immagini di un deceduto famoso, invidiavano coloro che avevano il piacere di rivedere, come fosse ancora in vita, quel personaggio a loro caro. L’avvento della magia elettronica, che conservava fotografie e filmati della vita quotidiana delle persone, confortava, illudeva nel rivedere e rivedersi insieme alla persona cara. -Renzo Mazzetti- (Domenica 19 Novembre 2023 h.12,01) APPROFONDISCI: I RACCONTI DI RITA CONFORTO ILLUSORIO Il pensiero sostiene il lut

LA NOSTRA COSTITUZIONE E’ RIGIDA

LA NOSTRA COSTITUZIONE E’ RIGIDA (Ricordo da un racconto di Vasco) Il carattere rigido della Costituzione italiana fu esplicitamente voluto dalla Assemblea Costituente allo scopo di sottrarre la legge fondamentale dello Stato al pericolo di un destino analogo a quello, inglorioso, del vecchio Statuto albertino che essendo flessibile poté essere agevolmente manomesso. Questa stabilità costituzionale deve essere affermata e difesa contro i propositi dell’attuale partito dominante di rivedere, di ritoccare, la nostra Costituzione; in parole più chiare: di levarsi dai piedi questo grosso ostacolo alla attuazione dei suoi piani di fascistizzazione. Propositi revisionisti tanto più assurdi in quanto la Costituzione, entrata in vigore il 1° Gennaio del 1948, è ben lungi dall’essere realizzata, anzi molta parte di essa è tuttora lettera morta, sia per quel che riguarda le affermazioni di principio che le norme particolari. La logica veramente democratica vorrebbe che prima si attuasse inte

SCIOPERO SELVAGGIO CONTRO GUERRA GOVERNANTE

SCIOPERO SELVAGGIO CONTRO GUERRA GOVERNANTE (Ricordo da un racconto di “Miao!”) La società era diventata invivibile per ogni essere vivente normale. Con l’avvento della dittatura finanziaria tutta la civiltà del mondo occidentale era andata a quel paese. Iniziava così l’articolo di Zampetta sulla prima pagina di “MIAO!”. S otto al titolo “Randagio quotato” evidenziava che, anche l’ultimo gattino randagio, era costretto a quotarsi in borsa. Quotarsi, cosa? La ricerca nel cassonetto di un putrido boccone? A farla da padrona era la guerra. Le guerre ci sono sempre state, e sempre ci saranno, sentenziava pomposamente il trafficante affarista faccendiere avventuriero. L istino felice si fregava le mani perché le armi costavano care, avevano mercati immensi, legali degli Stati, illegali dei delinquenti. I disonesti senza morale alcuna, dai governanti agli informatori pubblici e privati, prendevano laute “provvigioni” e/o “mazzette”, perciò i conflitti interni alle nazioni e quelli intern

TRENTA POETI ITALIANI

TRENTA POETI ITALIANI (Ricordo da un racconto di nonna Teresina) Albertino entra trafelato e al silenzioso interrogativo della scolaresca risponde scusandosi per il ritardo dovuto per la visita di una lontana amica di passaggio. Potevi dare un colpo di cellulare, esclama Fabrizio. Albertino invoca comprensione perché travolto dalla lieta sorpresa.  Fatto l’appello, prende dalla cartella delle fotocopie e inizia la lezione: Poesia. Vi leggo di Luigi-Alberto Sanchi alcuni brani dal titolo “Un piccolo miracolo Laico”. Si tratta dell’introduzione alla raccolta di poesie di trenta poeti italiani che hanno partecipato con le loro opere alla protesta contro la minaccia incostituzionale per la resistenza della memoria repubblicana. Inizia la lettura. La poesia è vita. Nel senso che la poesia – quella dei migliori poeti, dei più sensibili, dei più coscienti, dei più musicali – permette di cogliere e di trasmettere un universo umano nella sua ricchezza, molto meglio della lineare prosa. Da D

LA FINE DELLA POLITICA

LA FINE DELLA POLITICA (Ricordo da un racconto di Therios) Della Repubblica democratica era rimasto soltanto la carta intestata. Il popolo non esisteva, nessuna singola persona socializzava, nessuno partecipava alle votazioni. Le privatizzazioni avevano avvelenato il vivere civile. Il mercato e la concorrenza avevano distrutto la convivenza pacifica. Sanità istruzione giurisdizione polizia esercito trasporti e tutte le funzioni dello Stato erano completamente privatizzate, e, perciò, avevano messo in condizione di schiavitù il pubblico impiego, gettato nella disperazione malati e bisognosi, persino i benestanti soffrivano la perdita della Patria. Il sistema domestico privatistico aveva formato una reggia fatta soltanto di familiari parenti amici di partito ai quali veniva regalata un’occupazione pregiata e oltremodo retribuita. L’alternanza alle leve del comando dominatore era assicurata da precise norme, per cui gli appartenenti al governo del nulla e quelli dell’opposizione al nu