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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

L’UOMO D’AFFARI

  mercoledì, 30 giugno 2010 L’UOMO D’AFFARI   Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari. Questo era così occupato che non alzò neppure la testa all’arrivo del piccolo principe. Buon giorno, gli disse questi. La vostra sigaretta è spenta. Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici. Dodici più tre: quindici. Buon giorno. Quindici più sette fa ventidue. Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla. Ventisei più cinque trentuno. Ouf! Dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno. Cinquecento milioni di che? Hem! Sei sempre lì? Cinquecento e un milione di… non lo so più. Ho talmente da fare! Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole! Due più cinque: sette… Cinquecento e un milione di che? Ripeté il piccolo principe che mai aveva rinunciato a una domanda una volta che l’aveva espressa. L’uomo d’affari alzò la testa: Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta non sono stato disturbato che tre volte. La pr

DIVERSITA’

  martedì, 29 giugno 2010 DIVERSITA’ La teologia è una scienza, ma quante scienze abbraccia! Un uomo è un’unità sostanziale; ma se l’anatomizziamo, troviamo la testa, il cuore, le vene, ogni singola vena, ogni singola porzione di vena, il sangue e i diversi umori del sangue. Una città, una campagna, da lontano, è una città e una compagna; ma a mano a mano che ci avviciniamo, vediamo case, alberi, tegole, foglie, erbe, formiche, zampe di formiche e così via all’infinito. Tutto questo è compreso sotto il nome di campagna. -Pascal-   RAPSODIA GARIBALDINA (parte)   L’Austria bandì: Sarà pagata a peso   d’oro la testa del filibustiere   Giuseppe Garibaldi. Chi sia preso,   in mare o in terra, ai monti o alle costiere,   della sua banda, e chi ricetti o aiuti   quei campati alle forche e alle galere,   sarà impiccato. Ed ecco verso i muti   lidi, dall’Adria che solingo fiotta   e dalle ronde austriache battuti,   ecco arrancare un palischermo i

RISPOSTE A UN QUESTIONARIO

lunedì, 28 giugno 2010 RISPOSTE A UN QUESTIONARIO Il tratto principale del suo carattere: L’ostinazione. La qualità che preferisce in un uomo? L’intelligenza. E in una donna? La desiderabilità, che è una cosa diversa (anche se non necessariamente) dalla bellezza. Il suo principale difetto: Sempre l’ostinazione. La sua occupazione preferita: Scrivere. Quale cosa le è più cara? Mia moglie. Il suo sogno di felicità: Essere amato. La sua paura maggiore: Il dolore fisico. Che cosa possiede di più caro? Sempre mia moglie. Primo ricordo d’infanzia. Sono con la balia a Genova, in una rotonda sul mare, la balia cerca di farmi dormire ma resisto. Poi mi sveglio furibondo per essermi addormentato. Il giocattolo che ha amato di più? Il cavallo a dondolo. La disgrazia più grande: Mi spiacerebbe morire senza un breve tempo di consapevolezza. Che cosa vorrebbe essere? In passato avrei voluto essere un danzatore. Il luogo in cui vorrebbe vivere: Nell’Africa nera. L’animale preferito? Il pappagallo

C’E'?

  domenica, 27 giugno 2010 C’E'? Mi dicono che a Napoli c’è il costume, non so se di sempre o di questi giorni, di ordinare un caffè e pagarne qualcuno in più di quello che si è preso. Per esempio, quattro persone entrano, si siedono, chiedono quattro caffè e dicono : Più tre sospesi. Dopo un po’ si presenta un povero alla porta e domanda: C’è qualche caffè sospeso? Il cameriere guarda il registro degli anticipi, per verificare il saldo, e dice: C’è. Il povero entra, si beve il caffè e se ne va, suppongo ringraziando per la carità. A me, questo sembra bello. Si tratta di una solidarietà spicciola, è vero, ma se questo spirito si rafforza finiremo per andare al ristorante e pagare due pranzi, entrare in un negozio di scarpe e pagarne due paia, comprare un pollo e lasciarne due pagati, e così via. Del resto, sembra che non avremo altro rimedio. Visto che lo Stato adempie sempre meno e sempre peggio ai suoi obblighi verso i cittadini, spetterà a questi prendersi cura della società

EVVIVA!

  sabato, 26 giugno 2010 EVVIVA!       Un vero club è un misto di istituzione e società. Ha uno scopo come le istituzioni, ma non uno scopo determinato, bensì libero, indeterminato: l’umanità in genere. Ogni scopo è serio, la società è interamente gaia. -Novalis-   DEACON TAYLOR   I belonged to the church,   And to the party of prohibition;   And the villagers thought I died of eating water-melon.   In truth I had cirrhosis of the liver,   For every noon for therty years,   I slipped behind the prescription partition   In trainor’s drug store   And poured a generous drink   From the bottle marked   Spiritus frumenti.   -Edgar Lee Masters-   AUMENTANO I MILIONARI!   Nell’anno 2008: 164.000 – nell’anno 2009: 179.000!   E V V I V A !   Purchè contribuiscano anche loro   al benessere della società   come contribuisce la busta paga !!!!!!!

NOTO E IGNOTO

  venerdì, 25 giugno 2010 NOTO E IGNOTO Io [Ulisse] e i miei compagni eravamo già vecchi e tardi nei movimenti, quando giungemmo a quello stretto dove Ercole, con le sue colonne, pose i limiti, perché gli esseri umani non andassero oltre; mi lasciai Siviglia a destra, mentre a sinistra mi ero già lasciato dietro Ceuta. Allora dissi ai miei compagni: Fratelli, giunti attraverso mille e mille pericoli all’estremo occidentale delle terre abitate, in questa vostra breve vigilia dei sensi, che ancora vi rimane, non vogliate negarvi la soddisfazione di esplorare il mondo disabitato, seguendo il cammino del Sole da oriente a occidente!   Considerate lo vostra origine*): Siete stati creati per segnalarvi nel valore e arricchirvi di cognizioni, e non soltanto per vegetare come bestie! Con questa breve esortazione resi talmente desiderosi i miei compagni a proseguire il viaggio, che anche volendolo a malapena sarei riuscito poi a distoglierli. E così, volta la poppa della nostra nave ad orie

EMMEKAPPA

giovedì, 24 giugno 2010 EMMEKAPPA A me, che non ero mai stato soldato, che non avevo mai combattuto in battaglia, che non avevo mai sparato sul nemico, venne affidato il compito di reclutare un esercito. Sarebbe stato un compito gravoso per un generale veterano, figuriamoci per un politico digiuno di cose militari. Il nome della nuova organizzazione fu Umkhonto we Sizwe (La lancia della nazione), o per brevità MK [emmekappa]. La lancia fu scelta come simbolo perché con quella semplice arma gli africani avevano resistito per secoli alle incursioni dei bianchi. Benché nell’esecutivo dell’Anc non fossero ammessi i bianchi, l’MK non era soggetto a simili restrizioni. Reclutai immediatamente Joe Slovo, e assieme a Walter Sisulu formammo l’Alto comando con me come presidente. Tramite Joe, mi assicurai la collaborazione dei bianchi del Cummunist Party che avevano già aptato per la linea dura e avevano già compiuto atti di sabotaggio come tagliare le linee di comunicazione telefoniche del

L’UOMO E LA TERRA

  mercoledì, 23 giugno 2010 L’UOMO E LA TERRA L’uomo è evidentemente fatto per pensare: sta qui tutta la sua dignità e il suo mestiere; e tutto il suo dovere consiste nel pensare come si deve. Orbene, l’ordine del pensiero sta nel cominciare dal proprio io, dal proprio autore e dal proprio fine. Ma a cosa pensa la gente? Non pensa mai a questo, ma a danzare, a suonare il liuto, a cantare, a scrivere versi, a far tornei, eccetera, a duellare, a diventare re senza pensare che cosa è un re e che cosa è un uomo. -Blaise Pascal-   PER LE TERRE DI SPAGNA   L’uomo di questi campi che incendia le pinete   e ne attende le spoglie come preda di guerra,   radeva un tempo al suolo nereggianti quercete,   svelleva le robuste roveri della sierra.   Oggi vede i suoi poveri figli lasciare i lari;   la tempesta portarsi i limi della terra   pei fiumi della patria verso i profondi mari;   su lande maledette s’addanna, soffre ed erra.   E’ figlio d’una stirpe d

COMPAGNO!

martedì, 22 giugno 2010 COMPAGNO!   30 luglio. Da una lettera di Karl Marx a un amico di nome Kugelmann: Fino a oggi si pensava che la formazione dei miti cristiani durante l’impero romano fosse stata possibile solo perché la stampa non era stata ancora inventata. Oggi, la stampa quotidiana e il telegrafo, che diffondono le loro invenzioni per tutto l’universo in un batter d’occhi, fabbricano in un solo giorno più miti di quelli che si creavano prima in un secolo. Non so quando furono scritte queste parole, ma, se pensiamo che Marx è morto nel 1883, ancora nella prima infanzia dei mezzi di comunicazione di massa, sgomenta vedere come la sua perspicacia abbia anticipato, anche su questo punto, il suo tempo…   MEDITAZIONE  su:  -José Saramago-  quaderni di lanzarote, einaudi, 2010. COMPAGNO! Oh! P C! vecchio mio compagno dolce amico nel combattimento forse vali-vali più d’un regno sei la strada della libertà sei la strada della libertà! -Renzo Mazzetti- 

LI CARDINALI IN CAPPELLA

lunedì, 21 giugno 2010 LI CARDINALI IN CAPPELLA Commento a Salvi: La situazione mi entusiasma; paghiamo salatissimo il suicidio dei comunisti, e, con la sospensione della costruzione del Partito della Rifondazione Comunista continuiamo a suicidarci. Gli avvenimenti stanno facendo una terribile cernita, simile al periodo fascista, allora ci salvarono i comunisti veri; per me la lotta continua; la chiave di lettura del mondo è quella marxista, ancor di più moderna; il capitalismo è ormai strafatto, si avvita pazzamente su se stesso, stritola i lavoratori e i giovani, riporta indietro la società nel Medio Evo. Oggi ci salveremo con l’impegno culturale, analisi della società economica, sociale, alto senso del compito, intransigente moralità, orgoglio. L’Ottocento e il Novecento hanno ancora da compiersi, così come il Risorgimento, la Resistenza, la Carta Costituzionale della Repubblica; il numero dell’anno 2.000 non sancisce che un Ideale è superato e che l’umanità è diventata umana, c

UN PERICOLOSO SOVVERSIVO

  domenica, 20 giugno 2010 UN PERICOLOSO SOVVERSIVO   La scorsa notte, alle ore 0,15 don Paolo Tirastoppacci, parroco di S.Filomena in Pignolis, dormiva profondamente, secondo la sua costante abitudine, quando fu svegliato di soprassalto da un forte colpo all’uscio della canonica. Sarà il farmacista qui all’angolo, che s’è deciso a prendere i sacramenti!…, mormorò l’ottimo sacerdote. Si svegliò sospirando, si vestì alla meglio e si lasciò sdrucciolare per le scale. Con sua grande meraviglia la porta si aprì prima che egli la toccasse, e quello che il povero curato vide fu cosa tanto strana che mormorò inorridito: Mio Dio!… La rivoluzione sociale! La piccola e vecchia strada sembrava trasformata in una corte dei miracoli. Una folla lercia e pezzente la ingombrava tutta: c’erano dei vecchi quasi centenari, dei bimbi dalla testa enorme e dalla pelle giallastra, alcune donne perdute d’infimo grado, che mostravano per le vesti lacere la pelle livida di freddo, delle famigliole di stracc

MANI PULITE

  sabato, 19 giugno 2010 MANI PULITE Su alcuni pregiudizi: Non v’è nulla, nei fatti della natura e nelle circostanze della vita, che non sia una trappola tesa alla nostra precipitazione. La maggior parte di quegli assiomi generali che si considerano come il buon senso delle nazioni mi dà testimonianza di ciò. Si dice che nulla di nuovo avviene sotto il cielo; e questo è vero per chi si affida alle apparenze grossolane. Ma che valore avrà questa sentenza per il filosofo, che è quotidianamente occupato a cogliere le più insensibili differenze? Cosa ne doveva pensare colui che affermò che in un albero vi sono due sole foglie che siano, sensibilmente, dello stesso color verde? Cosa ne penserebbe colui che, riflettendo sul gran numero di cause, anche conosciute, che devono concorrere alla produzione di una determinate sfumatura di colore, sostenesse, senza credere con ciò di esagerare l’opinione di Leibniz, che è ormai dimostrato, per la differenza dei punti dello spazio in cui i corpi

DOTTRINA DELLO STATO

  venerdì, 18 giugno 2010 DOTTRINA DELLO STATO   Da noi lo stato è troppo poco propagandato. Dovrebbero esistere annunciatori dello stato, predicatori del patriottismo. Ora la maggior parte dei cittadini ha con esso rapporti assai volgari, molto vicini all’ostilità. Lo stato è, come l’individuo, una persona. Ciò che l’uomo è a sé stesso, lo stato è per gli uomini. Gli stati rimarranno diversi fintanto che gli uomini saranno diversi. Lo stato, come l’uomo, è essenzialmente sempre lo stesso. L’uomo ha cercato di fare dello stato il guanciale dell’inerzia, mentre invece lo stato dovrebbe essere esattamente il contrario: esso è un’armatura dell’attività tesa; il suo scopo è di rendere l’uomo assolutamente potente, non già assolutamente debole, di farne l’essere più attivo, non l’essere più inerte. Lo stato non dispensa l’uomo da nessuna fatica; anzi aumenta fino all’infinito le sue fatiche; certo non senza aumentare all’infinito la propria forza. La strada verso il riposo passa solta

VENERDI’

  giovedì, 17 giugno 2010 VENERDI’ E ora sembra che gli ebrei non potranno più entrare nei negozi di frutta e verdura, che dovranno consegnare le loro biciclette, che non potranno più salire sui tram né uscir di casa dopo le otto di sera. Se mi sento depressa per queste disposizioni – come stamattina, quando per un momento le ho avvertite come una minaccia plumbea che cercava di soffocarmi – non è, però, per le disposizioni in sé. Mi sento semplicemente molto triste, e allora questa tristezza cerca conferme. Così, una lezione poco piacevole che devo dare m’ispira altrettanta paura e angoscia che le più pesanti misure adottate dalle forze di occupazione. Non sono mai le circostanze esteriori, è sempre il sentimento interiore – depressione, insicurezza, o altro – che dà a queste circostanze un’apparenza triste o minacciosa. Nel mio caso funziona sempre dall’interno verso l’esterno, mai viceversa. Di solito le disposizioni più minacciose – e ce ne sono parecchie, attualmente – vanno a

ARIA NUOVA IN CONVENTO

  mercoledì, 16 giugno 2010 ARIA NUOVA IN CONVENTO Il convento ospitava una scuola media, ma le scolare erano tutte a casa per le loro vacanze estive quando la rivolta scoppiò, e le monache erano fuggite. Mentre eravamo ferme, un po’ esitanti, di fronte alla porta del convento, improvvisamente fummo circondate da tutto il vicinato. La gente sbucava dalle porte e dalle finestre e una dozzina di donne venne fuori trotterellando da quel gruppo di case per venirci a parlare. Perché le monache sono andate via? Sono state minacciate? Domandai. Una donna alta e grossa, dalla faccia simpatica, vestita di un chimono di cotone, ridacchiò. Oh, no, companera, disse non è successo nulla; nessuno ha chiesto a loro di andarsene. Ma hanno sentito delle voci dai loro amici e parenti, e il loro cappellano ha detto loro di andarsene. Che cosa siete venute a fare qui? Gridò una donna dalla finestra. Forse siete imparentate con le suore? Forse siete venute a prendervi quello che c’è dentro al convento?

LA LOCOMOTIVA

  martedì, 15 giugno 2010 LA LOCOMOTIVA La laboriosa fine del governo di Sancio Pancia. Era trascorsa una settimana da quando l’illustre governatore teneva le redini del suo impero. Stanco morto, sazio non di buone pietanze ma di processi, regolamenti e leggi nuove profittava della calma della notte per prendere un momento di riposo. Già le sue ciglia si chiudevano al sonno, quando, ad un tratto, lo risvegliarono un terribile frastuono e il suono delle campane. Sorpreso, turbato, atterrito, Sancio balzò dal letto, infilò le pantofole e, senza vestirsi, corse alla porta della propria camera. Nel medesimo istante, giungevano di corsa una ventina di persone, colla spada in mano, recando delle fiaccole e gridando con tutte le loro forze: All’armi! All’armi! Signor governatore, i nemici sono nell’isola; siamo perduti, non abbiamo speranza che nel vostro valore. Sancio guardava in silenzio. Armatevi, armatevi, monsignore, o è finita per voi e per il vostro governo! Avrò un bell’armarmi,