UN PERICOLOSO SOVVERSIVO

domenica, 20 giugno 2010

UN PERICOLOSO SOVVERSIVO

 La scorsa notte, alle ore 0,15 don Paolo Tirastoppacci, parroco di S.Filomena in Pignolis, dormiva profondamente, secondo la sua costante abitudine, quando fu svegliato di soprassalto da un forte colpo all’uscio della canonica. Sarà il farmacista qui all’angolo, che s’è deciso a prendere i sacramenti!…, mormorò l’ottimo sacerdote. Si svegliò sospirando, si vestì alla meglio e si lasciò sdrucciolare per le scale. Con sua grande meraviglia la porta si aprì prima che egli la toccasse, e quello che il povero curato vide fu cosa tanto strana che mormorò inorridito: Mio Dio!… La rivoluzione sociale! La piccola e vecchia strada sembrava trasformata in una corte dei miracoli. Una folla lercia e pezzente la ingombrava tutta: c’erano dei vecchi quasi centenari, dei bimbi dalla testa enorme e dalla pelle giallastra, alcune donne perdute d’infimo grado, che mostravano per le vesti lacere la pelle livida di freddo, delle famigliole di straccioni che si aggruppavano per non perdersi in mezzo alla folla. Avanti a tutti era un uomo intabarrato, con un gran cappuccio calato sugli occhi. Non gli si vedeva nemmeno la punta del naso. Favorisca di aprire la chiesa, disse lo sconosciuto con marcato accento straniero. Questi signori debbono entrare!… Mamma mia!… balbettò il povero prete, è la fine del mondo… E cercò di rabbonire l’invasore, trattandolo bene: Scusi; può ripassare domattina per la prima messa, ora non si può. Ho detto di aprire!… riprese l’altro. Non si tratta di messa. Questi cittadini non hanno posto per dormire, perché i signori della terra li hanno cacciati di casa. Lei, qui, è come il fattore di un podere non suo; ma se non sbaglio, di Domeneddio. Ebbene, costoro hanno diritto di dormire in casa di quel signore lì, che non è azionista di nessuna banca. Favorisca di aprire. Il prete tacque, allibito. Anzi, riprese lo sconosciuto, lei ha due galline in cucina. Sarà tanto gentile da darle a quella vecchia lì. E accennò una vecchia strega, che aprì una bocca sdentata, ma capace di ingoiare un pollaio. Inoltre Ella ha due bottiglie di Marsala; favorisca di darle a quel signore lì! E accennò un individuo magro ed altissimo, che aveva una chitarra sotto il braccio. L’individuo volle sorridere e tossì raucamente, in modo orribile. Lei mi dirà, aggiunse l’ignoto, che io incoraggio l’alcoolismo. Ma sono un uomo all’antica e faccio la carità al prossimo, pel quale mi farei mettere in croce; non faccio la carità a me stesso. L’organismo di quell’uomo, che ha tre giorni di vita, ha fame di alcool più che di pane: fategli la carità di una sbornia. Non vi faranno cavaliere per questo, ma la vostra coscienza ne sarà consolata. Quel giovanotto laggiù è un ladro: gli darete due lire, altrimenti egli morrà di fame o diverrà anche assassino. Se avete il resto del vostro stipendio, distribuitelo fra questa gente secondo le indicazioni di quel vecchietto lì, che è un anarchico. Il povero sacerdote fece un salto. Ah!… no! Per Bacco, è troppo… gridò, quindi si mise ad urlare: Aiuto!… al ladro!… Assaltano la casa del Signore!… La folla si dileguò nella notte con un fragore di zoccoli, con un calpestìo molle e pesante di piedi nudi, e rimase solo lo sconosciuto, che fu tratto in arresto dalle guardie sopraggiunte. Come vi chiamate?… domandò il brigadiere tirando fuori il taccuino. Jesus Di Giuseppe. Nativo? Di Nazareth. Di professione? Propagandista. Se lo dicevo, io!… esclamò il prete battendo le mani. Se lo dicevo io che era un sovversivo! – Luigi Lucatelli, novella – Il Calendario del Popolo, ottobre 1951-

ATTIMI DI VITA
Un breve sorriso,
un piccolo gesto,
un ascoltare convinto
di chi ha qualcosa
da dirti:
piccole cose
da poco,
ma sono sempre
qualcosa.
Sognare
gesti grandiosi?
Ma tu sei grande
quando sei piccolo,
sei grande
perché sei,
vivi, respiri,
ami, pensi
ed occupi un posto,
che è tutto per te.
Perciò, non disprezzare
nulla e nessuno:
né la foglia ingiallita,
né il piccolo insetto,
né chi non sa
le cose che sai,
perché tutto e tutti
sono attimi di vita
che nascono
e si alimentano
all’unica sorgente.
-Vezio Maurri-
(Il niente e il Tutto, Edizioni il dialogo, 1988)





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