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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

UMANESIMO INTEGRALE

LUNEDÌ, 31 MAGGIO 2010 UMANESIMO INTEGRALE Quante più cose l’uomo trasferisce in Dio, tante meno egli ne ritiene in se stesso. La critica della religione approda alla dottrina che l’uomo è per l’uomo l’essere supremo. Approda quindi all’imperativo categorico di rovesciare tutte le condizioni sociali in cui l’uomo è un essere inferiore, asservito, abbandonato, spregevole.   INDOVINA L' INDOVINELLO:   CHI HA SCRITTO QUESTE   FILOSOFICHE RIFLESSIONI?   ???????????????????????????????????????????????????????????????????   DIO Onnipotente, cui l’antico cielo del mondo guarda, unico sempre sotto mille nomi, eppure irraggiungibile per numero ed età, con quale degno nome, se uno c’è, t’invoco, a noi ignoto e a te gradito, nome per cui l’immensa terra trema e gli astri erranti arrestano le orbite veloci? Tu solo, tu molteplice, tu primo ed ultimo, mediano e dopo il mondo, fine infinita delle opache fugaci. Altissimo, tu osservi dal principio il vortice dei duri fati um

POETA DEI BIMBI POVERI

  DOMENICA, 30 MAGGIO 2010 POETA DEI BIMBI POVERI Ve l’immaginate un uomo anziano (come, ahimè, il sottoscritto) intento a leggere e a rileggere, con grande serietà, un libro di poesie per bambini? Ve l’immaginate una famiglia tutta di grandi, dove il più giovane ha 28 anni e la più vecchia 87, contendersi questo libro? Che vuol dire, ciò? Viol dire che quel libro, non è solo per bambini: è un libro collocato in una zona di umanità elementare che non ha età, se il bimbo pensa già come l’adulto e l’adulto si commuove ancora come un bambino. Il sottoscritto non riesce, stamattina, a scrivere la sua pagina di storia: non la scriverà se prima non avrà scritto per Il libro delle filastrocche. E’ un libro di 64 pagine in blu, in rosa, in giallo, in verde; dove in ogni pagina c’è una poesia, e intorno alla poesia una festa di disegnini che t’incanta. Due poeti: Gianni Rodari, che ha scritto le filastrocche, Giulia Mafai, che le ha illustrate. In città non canta il galletto, è il primo tra

CARPET-BAGGERS

SABATO, 29 MAGGIO 2010 CARPET-BAGGERS I primi coloni europei, quasi tutti anglosassoni, che sbarcarono nell’America del Nord, nelle vaste pianure che si stendono sulle rive dell’Oceano Atlantico, dalla baia di Chesapeake alle foci del Mississippi, trovarono ampie estensioni di terreno fertile, solcato da numerosi corsi d’acqua. Tuttavia la loro vita, all’inizio, fu molto difficile e la prima colonia da essi fondata, la Virginia, sarebbe morta ben presto, se non fosse stata salvata dalla coltivazione del tabacco, merce che incominciava a diffondersi in Europa. Vi era, però, una grande difficoltà: trovare la mano d’opera. Infatti ogni colono che giungeva, aveva a sua disposizione tutto il terreno che voleva, e non si poneva certamente al servizio degli altri. Questo fatto impedì la formazione di grandi proprietà; finché, nel 1619, un navigante olandese non ebbe l’idea di portare alcuni schiavi negri. Furono subito trovati molto utili, e nacque immediatamente un vasto traffico: la tra

GUITTI

  VENERDÌ, 28 MAGGIO 2010 GUITTI   E’ atroce. A due passi da Roma. Capanne di paglia, come cumuli di strame. In capanne vivono, senza pavimento, sembrano anche loro di fango, guardano attoniti, bimbi e vecchi, al confronto quelli dell’ambulatorio sono dei signori, le capanne stanno fuori d’ogni strada, ci si va per un sentiero, a piedi, è una specie di villaggio, tre quattrocento persone, e dicono che ve ne son tanti altri così sparsi nella campagna, tutti intorno a Roma e più giù sino alle Paludi Pontine, aggruppamenti di veri tukul, abbandonati, senza medico, senza scuole, e mi guardavano come se veramente fossi capitata in Africa, scendendo dalla Sabina, dalla Ciociaria e dagli Abrizzi, tornano al loro paese soltanto da luglio a settembre, quando la malaria infierisce più acuta. Il terreno appartiene a un principe. Li chiamano guitti. Dormono accatastati nel fumo, nel puzzo. Oggi c’era il sole. Ma quando piove, come posso vivere, lì, come?… Cena mi guardava tremando. Piangevo.

CARISSIMA KITTY

GIOVEDÌ, 27 MAGGIO 2010 CARISSIMA KITTY Finalmente è giunto il momento in cui posso starmene seduta al mio tavolino davanti alla finestra socchiusa e scriverti tutto, proprio tutto. Mi sento malissimo, erano mesi che non mi sentivo così, nemmeno dopo i ladri ero così distrutta dentro e fuori. Da un lato Van Hoeven, la questione degli ebrei, che in tutta la casa viene discussa dettagliatamente, l’invasione, che si fa attendere, il mangiar male, la tensione, l’unore pessimo, la delusione per Peter, e dall’altro il fidanzamento di Bep, la festa di Pentecoste, i fiori, il compleanno di Kugler, torte e racconti di cabaret, film e concerti. Questo contrasto, questo forte contrasto c’è sempre. Un giorno ridiamo per la stranezza di essere nascosti, e il giorno dopo, e comunque spesso, abbiamo paura, e sulle nostre facce si vedono timore, tensione e disperazione. Miep e Kugler sentono più degli altri il peso di noi e di tutti i clandestini, Miep nel lavoro, e Kugler – per cui a volte l’enor

DIALETTICA DELLA NATURA

  MERCOLEDÌ, 26 MAGGIO 2010 DIALETTICA DELLA NATURA La ricerca scientifica moderna risale, come tutta la storia moderna, a quell’epoca possente che noi tedeschi chiamiamo col nome della grande sciagura nazionale allora occorsaci, la riforma, che i francesi chiamano la Renaissance e gli italiani il cinquecento, e che nessuno di questi nomi riesce a definire in modo esauriente. E’ l’epoca il cui sviluppo ha inizio colla seconda metà del secolo decimoquinto. La monarchia, appoggiandosi alla borghesia cittadina, spezzò il potere della nobiltà feudale e fondò i grandi regni, basati essenzialmente sulla nazionalità, nei quali si svilupparono le moderne nazioni europee e la moderna società borghese. E mentre ancora borghesia e nobiltà si azzuffavano, la guerra tedesca dei contadini additò profeticamente le future lotte di classe, portando sulla scena della storia non soltanto i contadini in rivolta (che non sarebbe stata cosa nuova), ma dietro di essi i nuclei iniziali dell’attuale prolet

MANGIA LE MELE AL PADRONE

  MARTEDÌ, 25 MAGGIO 2010 MANGIA LE MELE AL PADRONE Chi vespa mangia le mele, dice nella primavera del ‘69 un azzeccato manifesto pubblicitario della Piaggio affisso in tutta Italia. Mangia le mele al padrone, risponde un altrettanto azzeccato manifesto del PCI provinciale con la mela stilizzata e sbocconcellata ai due lati. E le mele gli operai quell’estate le mangiarono davvero! In venti giorni dalla fine di giugno a metà luglio cominciò e si concluse una lotta aziendale per il premio ferie e i delegati sindacali di reparto e per molti versi anticipatrice del clima e delle conquiste dell’autunno caldo. Era quello il ritorno dei piaggisti alla lotta dopo gli anni bui della repressione e dei licenziamenti a metà degli anni ‘60. I comunisti di Pontedera avevano lavorato intensamente dopo la falcidia dei licenziamenti politici del ‘65-’66 per riannodare un rapporto politico e sindacale con la fabbrica. Un episodio seppur minimo aveva rivelato nell’autunno del ‘67 l’esistenza tra gli

LA TRASFORMAZIONE DEL CLIMA

  LUNEDÌ, 24 MAGGIO 2010 LA TRASFORMAZIONE DEL CLIMA L’evoluzione del terreno può portare alla trasformazione del clima. Il processo con cui la materia organica delle piante morte si trasforma in sali nutritivi per le piante viventi è un processo complesso, attuato da batteri particolari. A grandi linee il processo attraversa due fasi; una prima fase, compiuta in assenza dell’ossigeno dell’aria da batteri detti appunto anaerobi, cioè alla cui materia organica delle piante morte si trasforma in altra materia organica, in particolare l’ humus che non viene sciolto dall’acqua e rimane quindi stabilmente nel terreno come riserva di nutrimento; e una seconda fase compiuta con l’aiuto dell’ossigeno dell’aria dai batteri aerobi, cioè da batteri che per vivere hanno bisogno dell’aria. Nella seconda fase la materia si trasforma in sali che si sciolgono nell’acqua e nutrono le piante che l’acqua assorbono. Particolare importanza per l’accumulazione nel terreno di sostanze nutritive hanno le

IL SENSO MORALE

DOMENICA, 23 MAGGIO 2010 IL SENSO MORALE Capiremo il mondo quando capiremo noi stessi, perché esso e noi siamo metà integranti. Noi siamo figli di Dio, germi divini. Un giorno saremo ciò che è nostro Padre. Che non ci sia in noi una facoltà che abbia la stessa parte che ha il mondo solido fuori di noi, l’etere, quella materia visibile-invisibile, la pietra filosofale che è dovunque e in nessun luogo, che è tutto e nulla? Noi la chiamiamo istinto o genio; dappertutto è precedentemente. Essa è la pienezza dell’avvenire, la pienezza dei tempi, nel tempo ciò che la pietra filosofale è nello spazio: ragione, fantasia, intelligenza e senso sono soltanto le sue singole funzioni. In ogni caso il mondo è il risultato di un’azione reciproca fra me e la divinità. Tutto ciò che è o nasce, nasce da un contatto di spiriti. Noi siamo in rapporti con tutte le parti dell’universo, come pure con l’avvenire e col passato. Dipende soltanto dalla direzione e dalla durata della nostra attenzione quale r

UN PIATTO GARIBALDINO

  SABATO, 22 MAGGIO 2010 UN PIATTO GARIBALDINO Dopo la leggendaria campagna dei Mille tutto l’affetto e tutta l’ammirazione del popolo italiano si riversarono su Garibaldi e i suoi garibaldini. Fiorì anche una iconografia popolare che esaltava in mille guise la figura dell’Eroe e dei suoi compagni. Tutto questo diede ai nervi ai reazionari e ai monarchici, i quali cercarono di rispondere con gli insulti e le calunnie più volgari, mentre il governo, presieduto da Cavour che aveva visto a malincuore il buon successo della spedizione, cercava di vendicarsi rendendo difficile e umiliante l’entrata degli ufficiali garibaldini nell’esercito regolare. Ciò che diede origine ad una serie di scontri, sia al Parlamento che nella stampa, fra Garibaldi e Cavour e fra Garibaldi e i generali monarchici Cialdini e Fanti. Fu in questo clima che a Parma, sul finire del 1861, accadde un fatto increscioso, provocato dalla faziosità e dall’intolleranza degli ufficiali monarchici. Era allora di guarnigi

QUANTI SONO I TEMPI?

venerdì, 21 maggio 2010 QUANTI SONO I TEMPI? Risulta dunque chiaro che futuro e passato non esistono, e che impropriamente si dice: Tre sono i tempi: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. Queste ultime tre forme esistono nell’anima, né vedo possibilità altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente è l’intuizione diretta, il presente del futuro è l’attesa. Se mi si consente questa terminologia, vedo anch’io ed ammetto tre tempi: sono tre. Del resto si dica pure, come vuole abusivamente la consuetudine, che i tempi sono tre: il passato, il presente, il futuro; si dica pure. Non me ne importa, non faccio opposizione, non biasimo; purché ci si intenda su quello che si dice e non si sostenga che hanno una esistenza il futuro e il passato. Raramente parliamo con proprietà di linguaggio; per lo più usiamo termini impropri, pur intendendo quello che si vuol dire. -Sant’Agostino- AI COMPAGNI Beviamo, amici, è tempo di battere