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Visualizzazione dei post da marzo, 2010

DANNATA AD BESTIAS

  mercoledì, 31 marzo 2010 DANNATA AD BESTIAS Io chiamo piccina quella scienza di Stato che fa consistere l’abilità e l’astuzia nello studiare i congegni affinché le minoranze appaiano nella loro espressione legale artificialmente minori di quello che sono e della forza che hanno realmente nel paese. -Felice Cavallotti-   Il Parlamento ed il popolo italiano si trovano oggi di fronte, a pochi anni dalla formulazione della Costituzione repubblicana, ad un progetto di legge governativo sostenuto del partito di maggioranza e, pare, appoggiato dai suoi alleati (i liberali, i repubblicani e i socialdemocratici) che mira alla riforma della legge elettorale vigente. I lineamenti essenziali di questo progetto intendono correggere con il cosiddetto premio di maggioranza (in cui i premiati sarebbero gli stessi fondatori del premio!) la rappresentanza proporzionale degli elettori. Fuor di metafora si tratta, come hanno denunciato numerose personalità politiche, da Nitti a Togliatti, da Cal

L’UNITA’

  martedì, 30 marzo 2010 L’UNITA’ Cari compagni, nella sua ultima seduta il Presidium ha deciso che in Italia sia pubblicato un quotidiano operaio redatto dal comitato esecutivo al quale possono dare la loro collaborazione politica i terzinternazionalisti esclusi dal partito socialista. Voglio comunicarvi le mie impressioni e le mie opinioni a questo proposito. Credo che sia molto utile e necessario, data la situazione attuale italiana, che il giornale sia compilato in modo da assicurare la sua esistenza legale per il più lungo tempo possibile. Non solo quindi il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito, ma esso dovrà essere redatto in modo che la sua dipendenza di fatto dal nostro partito non appaia troppo chiaramente. Dovrà essere un giornale di sinistra, della sinistra operaia, rimasta fedele al programma e alla tattica della lotta di classe, che pubblicherà gli atti e le discussioni del nostro partito, come farà possibilmente anche per gli atti e le discussioni de

GRAMSCI,UN UOMO

  lunedì, 29 marzo 2010 GRAMSCI,UN UOMO Di Antonio Gramsci, della sua vita e dell’opera sua abbiamo parlato e scritto ampiamente, noi che fummo suoi compagni d’ arme, che nella luce del suo pensiero e insieme con lui abbiamo vissuto, lavorato, combattuto. Ci hanno anzi accusato di aver voluto comporre e diffondere, attorno alla persona e alla esistenza sua, una agiografia, di averne voluto fare una specie di santo dei tempi nostri. Che cosa siano stati, nel passato, i santi e che cosa possa essere un santo del giorno d’oggi, io veramente con esattezza non so. Credo di essere nel vero ritenendo che anche un santo possa aver fatto qualcosa non giusta; che anche un santo possa, insomma, aver peccato. Ma questo discorso non ha nessun valore se riferito a un uomo moderno, vissuto con la coscienza che il solo peccato ch’egli poteva commettere era di non tenere quel posto che a lui era affidato da un intreccio quasi fatale di fattori oggettivi e soggettivi che oramai lo trascendevano, e c

NELLA BAIA DI RIO JANEIRO

  domenica, 28 marzo 2010 NELLA BAIA DI RIO JANEIRO Mentre tutti brillanti nella gioia del ritorno stavamo per scendere nella barca a vapore che ci doveva portare al piroscafo, si avvicinò alla comitiva un contadino d’una cinquantina d’anni, alto e pallido, che camminava a fatica e che aveva un involto di panni sotto il braccio. Era un emigrato lombardo: uno di quei molti disgraziati che i medici dei bastimenti rimandano indietro per non avere un morto a bordo durante la traversata dell’Oceano: era molto grave e l’avevano rimandato anche perché, essendovi a Rio Janeiro la febbre gialla, s’usava più rigore del solito. Domandò del comandante, ch’era fra noi: gliel’accennammo; gli si avvicinò col cappello in mano. Aveva gli occhi infossati, uno di quei viso di contadini risentiti e fieri, che fanno più compassione degli altri, quando si vedon supplichevoli, perché si capisce quanto dovettero e debbon soffrire per mutarsi in quella maniera. Egli domandava per grazia di essere ricevuto

LA GRANDE CANZONE

sabato, 27 marzo 2010 LA GRANDE CANZONE Quando gli americani arrivarono a Seravezza e saltarono fuori dalle jeeps, nella piazza che aveva intorno un cerchio di macerie ancora calde, i cavatori dissero che finalmente l’inferno era finito. Inferno erano stati i tedeschi che spogliavano le stalle, uccidevano i buoi, portavano via gli uomini dalle case, minavano le case e le facevano crollare senza il suono dei corni. Inferno la fame lunga nei boschi, e il freddo, e i bambini e le donne impauriti come spettri; le artiglierie, da una parte e dell’altra, che per otto mesi avevano tessuto nel cielo una invisibile rete di ragno. Gli americani, nella piazza piena di macerie, piantarono le tende: un apparecchio radio si mise a suonare il jazz. Poi chiesero ai paisà se conoscevano signorine. Qui tutto distrutto, dissero i cavatori indicando i paesi intorno che erano cumuli grigi di polvere. You know segnorina?, chiesero ancora. I cavatori stavano seduti intorno come a uno spettacolo, avevano

IL DISOCCUPATO

  venerdì, 26 marzo 2010 IL DISOCCUPATO Siccome seguiva la 53a strada, nella direzione opposta ad East River, Bud Korpenning arrivò davanti a un mucchio di carbone lasciato sul marciapiede. Dall’altra parte del mucchio di carbone, una donna dai capelli grigi lo guardava. Non potrei portar dentro per voi questo carbone, signora? Bud si dondolava con un piede sull’altro. Certamente, è quello che potreste fare, disse la donna con una voce incrinata. Ma non so se posso fidarmi di voi dentro casa. Io sono del nord dello Stato, signora, balbettò Bud. Uhm… Io sono di Buffalo. Questa è certamente la città sognata da tutti quelli che vengono di fuori. Andiamo, io ho dei forti dubbi che voi facciate parte di una banda di ladri, ma che farci? Questo carbone non può rimanere lì. Entrate, brav’uomo, vado a prendervi una pala e un canestro, e se voi non ne fate cascare nel corridoio e sui mattoni della cucina, perché la donna di servizio se ne è andata proprio adesso… naturalmente ha trasportato

IGNOTO (Renzo)

  giovedì, 25 marzo 2010 IGNOTO (Renzo) Carissimi amici e parenti tutti, è nel più profondo ed accorato dolore che vi lascio in questa valle di lacrime. Ci ritroveremo tutti nel più alto dei cieli, nel cielo dei giusti e della gloria. Muoio da eroe e non da vile, muoio per la mia cara Italia che ho sempre adorato, muoio e nel più estremo dei miei momenti di vita terrena grido vendetta per il mio sangue sparso così innocentemente. Miei cari zii e zie allevate i vostri figli con il più alto dei sentimenti: quello della Patria e dell’onore. Al mio caro cuginetto che dovrà nascere come mia ultima volontà gli porrete nome Vittorio, come a simboleggiare la vittoria della mia causa. Miei cari amici e compagni, tenete sempre alto il mio nome come uno dei più puri, ricordandomi nei più sereni momenti di allegria festosa che ho passato con voi. Con questo vi abbraccio e vi benedico.            Vostro Renzo.        (Condannati a morte della Resistenza).   MARZO 1821       Sofferma

SYLLABUS

  mercoledì, 24 marzo 2010 SYLLABUS Durante il Risorgimento la reazione anti-progressista e, in Italia, anti-patriottica, era sostenuta ed ispirata dalla Chiesa Cattolica. Si può affermare, senza paura di sbagliare, che il Vaticano era il centro dal quale partivano tutte le macchinazioni e tutti gli intrighi contro la libertà e l’indipendenza dei popoli. I sacerdoti patrioti, in Italia furono numerosi e spietatamente perseguitati dalle autorità ecclesiastiche. Quando in Francia accennò a formarsi un movimento cattolico-liberale il papato gli si scagliò contro e lo represse. I Gesuiti dominavano completamente la Curia romana e costituivano nel contempo l’elemento dirigente dei partiti reazionari, che in Francia, Austria e Germania erano chiamati ultramontani, cioè dipendenti da un’autorità al di là delle Alpi, il Pontefice di Roma. Durante il periodo 1859-1860, la seconda guerra di liberazione d’Italia ed in particolar modo la spedizione dei Mille diedero un fortissimo colpo all’edi

CAMPO SAN PIETRO (Gli orrori del capitalismo)

  martedì, 23 marzo 2010 CAMPO SAN PIETRO (Gli orrori del capitalismo) Il Parlamento inglese, ora nell’interesse degli industriali, ora in quello dei proprietari terrieri, era sempre nemico degli operai. Così lo storico Trevelyan definisce l’azione parlamentare in Gran Bretagna negli anni della rivoluzione industriale e in quelli che seguirono. E gli operai, che vivevano nella più tragica miseria, avevano cominciato dapprima a sfogarsi contro le macchine, che ritenevano loro nemiche, dando vita al movimento luddista che culminò con l’impiccagione brutale dei suoi capi e dei suoi animatori. Ma poco per volta, ammaestrati dalla loro stessa esperienza, gli operai cominciarono a capire che in altro senso dovevano rivolgere la loro lotta per strappare alle classi sfruttatrici migliori condizioni di lavoro e di vita. Agli assalti alle macchine e agli incendi dei pagliai nelle campagne essi cominciarono a sostituire vaste agitazioni per chiedere, per prima cosa, una riforma elettorale che

MESSAGGIO AGLI ITALIANI

  lunedì, 22 marzo 2010 MESSAGGIO AGLI ITALIANI E’ la prima volta che mi rivolgo a voi, dopo la costituzione, in questa parte libera dell’Italia, del nuovo governo, sorto in seguito all’accordo tra i gruppi ed i partiti antifascisti. Questo rende, per così dire, inevitabile, nel rivolgermi a voi, che vi spieghi, con poche parole, perché, e con quali fini questo governo è stato costituito. La cosa mi sembra tanto più necessaria per coloro che mi conoscono e sanno qual è il partito a cui appartengo ed hanno sentito che è stato precisamente questo partito ad insistere e lottare affinché si creasse nel nostro paese questa nuova situazione politica. Noi siamo stati mossi da un’idea fondamentale. Abbiamo pensato che se avessimo insistito nell’impostare e risolvere contemporaneamente e subito tutti i gravissimi problemi che il crollo del fascismo ci ha posto dinanzi, il popolo italiano avrebbe corso il rischio di non poterne vedere risolto nessuno e di vederli quindi aggravarsi fino a ren