DANNATA AD BESTIAS

 

mercoledì, 31 marzo 2010

DANNATA AD BESTIAS

Io chiamo piccina quella scienza di Stato che fa consistere l’abilità e l’astuzia nello studiare i congegni affinché le minoranze appaiano nella loro espressione legale artificialmente minori di quello che sono e della forza che hanno realmente nel paese. -Felice Cavallotti-

 

Il Parlamento ed il popolo italiano si trovano oggi di fronte, a pochi anni dalla formulazione della Costituzione repubblicana, ad un progetto di legge governativo sostenuto del partito di maggioranza e, pare, appoggiato dai suoi alleati (i liberali, i repubblicani e i socialdemocratici) che mira alla riforma della legge elettorale vigente. I lineamenti essenziali di questo progetto intendono correggere con il cosiddetto premio di maggioranza (in cui i premiati sarebbero gli stessi fondatori del premio!) la rappresentanza proporzionale degli elettori. Fuor di metafora si tratta, come hanno denunciato numerose personalità politiche, da Nitti a Togliatti, da Calamandrei a Nenni, di far valere il voto dell’elettore in modo non uguale ma diverso, cosicché le liste apparentate di maggioranza godano di un largo privilegio rispetto a quelle di minoranza, inviando alla Camera non la esatta rappresentanza della somma dei voti ma i due terzi dei deputati all’assemblea. Non è la prima volta nel nostro Paese che il governo e i suoi sostenitori tentano di perpetuare il loro dominio a scapito della democrazia con una rappresentanza legislativa adulterata. E la storia dello Stato italiano ci mostra come il tentativo precedente più clamoroso abbia avuto come protagonista il fascismo. Infatti, dal 1848 in poi, la curva democratica era stata in fase ascendente. La riforma del 1882 estendeva ad esempio assai ampiamente il suffragio elettorale ammettendovi tutti i cittadini maschi maggiorenni e alfabeti che avessero superato l’esame del corso elementare obbligatorio oppure pagassero un tributo annuo di L. 19,80. Così il numero degli elettori saliva da circa 628 mila a due milioni. Il suffragio divenne universale nel 1913 (per quanto ancora limitato al solo sesso maschile) e fu questa, qualunque siano stati i motivi tattici della sua politica, la punta più democratica del governo Giolitti. Gli elettori salirono a circa nove milioni, votando col sistema uninominale (circa 2.500.000 erano analfabeti). Nel 1919 un nuovo grande passo in avanti veniva compiuto con l’introduzione del sistema proporzionale nei vari collegi. Quale portata politica e democratica aveva la proporzionale? Essa anzitutto permetteva di inviare al Parlamento una rappresentanza fedele, pur nei limiti del sistema borghese e delle pressioni di cui il governo e prefetture hanno sempre usato ed abusato, della volontà dell’elettorato. Secondariamente elevava la lotta politica, che col sistema uninominale era spesso contrasto di clientele personali e scontro di singoli candidati, politicanti e trasformisti, a un gioco democratico che consentiva lo sviluppo dei partiti. La violenza, la corruzione, la frode avevano meno possibilità di trionfare là dove la lotta di interessi sociali ed economici, il dibattito di idee si incanalavano nell’opera legale dei partiti per la conquista del potere. Ma il fascismo aveva bisogno di distruggere la rappresentanza proporzionale e fu proprio con una riforma, la cosiddetta legge Acerbo, basata sul premio alla maggioranza che le menò il colpo mortale. Assai efficacemente espresse questo concetto Don Sturzo quando scrisse sulla Rivoluzione liberale del 1925 che si rendeva necessaria una testa di turco perché borghesia, reazione e fascismo trovassero su chi sfogare il loro malcontento per un reale intervento delle masse popolari nella vita politica e per una loro migliore partecipazione alla vita economica della nazione: e la testa di turco fu la proporzionale, dannata ad bestias. … Con la Liberazione e con la Repubblica il suffragio elettorale, esteso anche alle donne, tornò ad esercitarsi con il sistema della proporzionale. Ora, invece, con la stessa arma usata dal fasciamo (il premio di maggioranza) vogliono violentare e deformare a beneficio di un gruppo politico la vera e genuina espressione della volontà popolare. Il dispregio per l’opposizione ripresenta le tesi care ad Acerbo e ai legislatori fascisti. Ma la storia sta ad indicare quale grave, gravissimo, pericolo esse rappresentino per le sorti democratiche del paese. Perciò la storia va conosciuta e meditata.     - Paolo Spriano- 1952

 

 

 

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FELICITA’ SULLA TERRA

 

 

 

Compagni, io comporrò per voi

 

un canto nuovo, una più alta canzone!

 

Noi vogliamo fondare sulla terra,

 

fin d’ora, il regno dei cieli.

 

Su questa terra

 

vogliamo una vita felice.

 

Non dobbiamo avere più fame.

 

I pigri ventri non si ciberanno più

 

col frutto del nostro lavoro.

 

Nel mondo c’è pane abbastanza

 

per tutti i bambini e per gli uomini.

 

Ci sono i mirti e le rose,

 

c’è gioia e bellezza nel mondo,

 

ci sono dolcissimi frutti.

 

Dolci frutti per ogni uomo,

 

dolci frutti che scoppiano

 

per improvvisa maturazione.

 

Ai candidi angeli,

 

ai passeri,

 

abbandoniamo la volta del cielo.

 

-Enrico Heine-

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