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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

APRILE 2024 ELEZIONI

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APRILE 2024 ELEZIONI gabbiano fiorentino APRILE 2024 ELEZIONI (Ricordo da un racconto di Pallino) Eravamo in piena campagna elettorale. Prima il clima era un buon clima: ben altro di quello veramente libero e democratico, che vivevamo nel 2024. Ma, in quell’epoca di nera e bruta violenza assassina con aggravante di genocidio del popolo palestinese e stragi e distruzioni in Ucraina (per citare soltanto due delle guerre “maggiori”), tutto era privatizzato e personalizzato. Tu capo di governo participi capo lista, io capo partito non partecipo capo lista; no, perché quando un capo governo e capo partito partecipa alle votazioni europee prende per il culo l’elettore perché, è certo, non avrà mai modo di essere presente nel Parlamento europeo. No? Invece c’era che partecipava per metterci la faccia o il culo o tutte e due assieme, per avere la famosa “prova del nove” sul proprio operato. Ma! La propaganda di un tempo ormai lontano invece si sviluppava sui problemi del Paese e su quelli i

GABBIANI AI TEMPORALI

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GABBIANI AI TEMPORALI (Meditazione su una piccola parte del libro: “Un popolo alla macchia” di Luigi Longo) Perché l’Italia fosse di nuovo libera e una dalla Sicilia alle Alpi, presero le armi 462.000 partigiani e patrioti. Di essi 76.500 caddero sul campo di battaglia o nel martirio: sono i nostri morti, quelli che conoscemmo da vicino, che vedemmo cadere, essi sono presenti al nostro cuore e alla nostra mente. “E’ triste ma fiero il discorso che fanno ai nostri cuori i morti che ci sono vicini”, scriveva Eugenio Curiel, alla vigilia d’essere assassinato come un ladro di strada. Quella consegna che ogni patriota sentiva nel dolore del suo animo straziato dalla visione dell’Italia su cui accampava il barbaro massacratore nazifascista, quella consegna ci sembrava più sacra quando noi, come scriveva Curiel, la coglievamo nel discorso dei nostri morti: “Combattere fino alla vittoria, fino alla libertà; osare ancora, fare di più, volere tenacemente ed instancabilmente la vita e l

ELMO DI CARTA (GUERRA CONTINUA)

ELMO DI CARTA (GUERRA CONTINUA) (Ricordo da un racconto di Vasco) L’immensa catastrofe sociale che sconvolse il mondo sotto i fuochi della guerra mondiale del 1915-’18 si abbatté sull’intera umanità. Il dio del mondo, il denaro, diventò pazzo e distribuì sonori schiaffi ai suoi adoratori: “Caos dei valori” fu definito da “L’Ordine Nuovo” nel Marzo 1924. La virtù commerciale fu sostituita dalla speculazione e dal gusto della corruzione. La cultura rovinata, affossata la fede per una umanità civile. Sulle strade del mondo si portava a tutti i popoli la nostra industria, le nostre merci, i nostri dei, le nostre carabine, i nostri alcool, ma ci trovammo dinanzi allo specchio e rimanemmo sorpresi di avere un ceffo così mostruoso da condurre la civiltà alla rovina. Non si era mai verificato nella storia che il vecchio regime, caduto in discredito, avesse ceduto il potere senza lotta. Ecco perché le classi opprimenti furono contro il comunismo che era il solo che poteva rimediare a que

INDIFFERENZA ASSASSINA (PARTIGIANI SEMPRE)

INDIFFERENZA ASSASSINA (PARTIGIANI SEMPRE) (Ricordo da un racconto di Tirella) Antonio Gramsci, carcerato assassinato dal fascismo, scriveva: Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.... eccetera, eccetera. Ma, poi, fecero la legge contro l’

L’ECCIDIO DEL DICEMBRE 1922

L’ECCIDIO DEL DICEMBRE 1922 (Ricordo da un racconto di Ariella) I fascisti scatenarono il terrore, per spezzare fino in fondo il cuore agli operai torinesi, per annientarli come classe rivoluzionaria, per incutere il panico nelle donne e nei bambini, per farla finita una buona volta con questi uomini che parevano d’acciaio temprato a tutte le avversità e a tutti i colpi della sfortuna. I cinquanta assassinati nello spazio di 48 ore dimostrano la fretta, la paura, la non sicurezza di vincere dei fascisti. Essi temevano le conseguenze dei loro stessi atti e ciò li spingeva ad allargare strage, ad assassinare qualunque operaio capitasse loro sottomano. Cominciarono con la fucilazione del compagno Berruti, e così l’abbominevole massacro del compagno Pietro Ferrero, che fu torturato, al quale furono strappati gli occhi con furia cannibalesca, che fu legato a un camion e trascinato a grande velocità sul selciato e abbandonato in Corso Vittorio, ammasso di carni sanguinolenti irriconosc

CENSURA (CRONACA 1919 = 2024)

CENSURA (CRONACA 1919 = 2024) (Ricordo da un racconto di Bicefalo) Ricordiamo Bicefalo per la rigorosa coerente onesta semplice vita. Ricordiamo, in particolare, quando prese in mano “L’Ordine Nuovo” del Giugno 1919 dei giovani Terracini Gramsci Togliatti e ci lesse tutto ciò che segue per merito di una compagna, appassionata di storia e giornalismo, che tutto registrò: Abbiamo voluto commemorare, nel numero scorso, il primo centenario della nascita di Walt Whitman (31 Maggio 1819) nel modo più degno: traducendo e stampando uno dei più bei canti del grandissimo poeta americano “A un rivoluzionario vinto d’Europa”. L’ufficio torinese Revisione stampa ha imbiancato inesorabilmente la poesia: ci ha imposto persino di sopprimere la nota bibliografica nella quale offendevamo le leggi statuarie e i decreti della patria scrivendo che la poesia era stata pubblicata la prima volta nel 1856 col titolo “Inno di libertà per l’Asia, l’Europa, l’Africa e l’America” e ripubblicata poi, con aggiun

FUORI STADIO (LIBERAZIONE 2024)

FUORI STADIO (LIBERAZIONE 2024) (Ricordo da un racconto di “Abbaio”) Il quotidiano “Il verso del cane” nella pagina culturale “Abbaio” per il 25 Aprile, Festa della Liberazione dal nazismo e dal fascismo, riportava il monologo di Antonio Scurati: Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del d

CULO SPORCO (TURN-OVER FINTO)

CULO SPORCO (TURN-OVER FINTO) (Ricordo da un racconto di Maya) C’era una volta l’Italia divisa in due tronconi (le due italie) due problemi: Settentrione e Meridione. Poi c’era la questione meridionale per sottolineare la politica socio-economica di rapina di risorse umane, di denaro e di valori culturali, che i nordisti hanno praticato sin dai tempi dei re di casa Savoia e degli industriali Agnelli, e altri della stessa pellaccia. Per ritornare alla monarchica dittatura fascista occorreva cancellare, con tutti i mezzi, la Repubblica democratica (nata da Resistenza e Liberazione) fondata su Lavoro e Antifascismo, furono fatte delle riforme istituzionali per una repubblica monarchica fascista. La riforma più cattiva, che riportava l’Italia ai tempi storici da collocare prima del Risorgimento, era quella che rispezzettava l’Italia. Difatti, con le riforme elettorali e quelle che interessavano la sanità pubblica affiancate dalle funeste privatizzazioni, fu inferto un colpo mortale

RAID MANGANELLI DOCENTI

RAID MANGANELLI DOCENTI [ Raid significa: incursione navale o aerea, scorreria a scopo bellico, bombardamento] (Ricordo da un racconto di Tirella) Ciò che stomaca di più è il vedere come le notizie siano date con supina compiacenza per l’amico funesto terribile aggressore in terra mare cielo con manovre che, in tutta verità, anche se chiamate “raid” e non bombardamento, sono comunque manovre delittuose. I raid, oltre che sofferenze e morte per i viventi, sono distruttivi di edifici, oggetti e natura, ma, ai balordi quel interessa di più, sono: montagne di soldi da spendere per i capi nazione guerrafondai; montagne di soldi da incassare per i costruttori e trafficanti di armi. Ciò che stomaca di più di ogni effetto stomachevole, è il vedere manganelli e docenti scagliarsi rabbiosamente contro i saggi studenti pacifisti. Angoscia ancor più la cattiveria ipocrita dei docenti militaristi guerrafondai, docenti che dovrebbero istruire alla fratellanza e alla ricerca per il dis

LETTO DI PROCUSTE

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LETTO DI PROCUSTE [ Procuste era il nome di colui che catturava le persone e le faceva distendere su un letto scavato nella roccia. Chi era più corto del letto veniva allungato lavorandolo con un martello. Chi era più lungo veniva segato delle parti di corpo che spo r gevano da il letto]. Palmiro Togliatti studente (Meditazione su: “Parole oneste sulla Russia” di Palmiro Togliatti, Maggio 1919) Se si farà, un giorno, la storia dell’opinione pubblica borghese durante la guerra [1915-18], un capitolo assai importante dovrà essere dedicato ai giudizi sulla rivoluzione russa: speranze dei primi tempi, esteriori facili ravvicinamenti ad altri grandi sconvolgimenti storici, travestimenti singolari di uomini e di cose, e poi l’inizio della disillusione, e, attraverso i giornali quotidiani (la quotidiana fabbrica delle menzogne), il formarsi della leggenda diffamatoria, che tutto vorrebbe ridurre all’operaio fanatico e incosciente di un pugno di delinquenti. Della stampa non c’è da f