L’ECCIDIO DEL DICEMBRE 1922

L’ECCIDIO DEL DICEMBRE 1922

(Ricordo da un racconto di Ariella)

I fascisti scatenarono il terrore, per spezzare fino in fondo il cuore agli operai torinesi, per annientarli come classe rivoluzionaria, per incutere il panico nelle donne e nei bambini, per farla finita una buona volta con questi uomini che parevano d’acciaio temprato a tutte le avversità e a tutti i colpi della sfortuna.

I cinquanta assassinati nello spazio di 48 ore dimostrano la fretta, la paura, la non sicurezza di vincere dei fascisti. Essi temevano le conseguenze dei loro stessi atti e ciò li spingeva ad allargare strage, ad assassinare qualunque operaio capitasse loro sottomano.

Cominciarono con la fucilazione del compagno Berruti, e così l’abbominevole massacro del compagno Pietro Ferrero, che fu torturato, al quale furono strappati gli occhi con furia cannibalesca, che fu legato a un camion e trascinato a grande velocità sul selciato e abbandonato in Corso Vittorio, ammasso di carni sanguinolenti irriconoscibili fino alla famiglia.: continuarono la loro opera di assassini a casaccio, perché così era necessario, perché ogni operaio dovesse aver paura, perché si spezzasse ogni legame di solidarietà tra proletario e proletario, perché ognuno temesse di vedere nel proprio simile il proprio carnefice.

Ma i fascisti non riuscirono a raggiungere i loro obbiettivi. Essi riuscirono solo a scavare un abisso anche più profondo tra la classe operaia e la borghesia, tra la classe operaia e il regime di Mussolini. Il regime fascista non ha osato o non ha voluto punire gli assassini, il sangue dei nostri morti soffocherà tutta questa canaglia antioperaia.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 24 Aprile 2024 h.17,02)


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FISCHIA IL VENTO
Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte eppur bisogna andar,
a conquistare la rossa primavera,
dove sorge il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle,
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle,
forte è il cuore e il braccio nel colpir.
Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dal partigian;
ormai sicura è già la dura sorte
contro il vile che noi ricerchiam.
Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi e alfin liberi siam.
-Felice Cascione-
(Comandante partigiano nella zona di Imperia, probabile autore del testo)


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IL Bicefalo e le dimenticanze tra le righe”


categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.







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