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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

LA FALSA COSCIENZA

  sabato, 29 novembre 2014 LA FALSA COSCIENZA Non faccio l’elemosina a nessuno -dice Albertino uscendo di chiesa- io non ho la coscienza sporca, e -rispondendo a un’occhiataccia della moglie- prosegue: la carità avversa l’uguaglianza proprio perché mantiene le inferiorità. I governanti e gli elettori che sostengono questi governanti si dovono vergognare per la povertà dilagante, con tutti i soldi che spendono e spandono fanno più ricca la ricchezza e più povera la povertà. Le povertà sono il nutrimento delle ricchezze. Un po’ di carità è utile per far dormire tranquilla quella poca di sensibilità della coscienza rimasta e, magari, per ricevere qualche plauso. Campare con dignità uguale per tutti è l’obiettivo umano dal cuore sincero. La vera solidarietà si vive con i diritti nella costruzione di una società fraterna e giusta, con i doveri uguali per tutti. Erica dice che un gesto sincero della persona per un aiuto occasionale va comunque bene. Certo cara, ma ora andiamo, la mamma e

UN FALSO GIORNALISTA

  martedì, 25 novembre 2014 UN FALSO GIORNALISTA Il ventiquattro di novembre tra le due e le tre di un anno che ieri fu, un servo della politicastra strumentalizzazione, nel servizio dalla Francia dice che il mondo è cambiato: ieri Mosca finanziava il segretario comunista francese, oggi la Russia finanzia la segretaria del partito della destra. Vergogna! Esclama Albertino alla Casa del Popolo. Paragoni del cavolo! Cosa centra la Mosca di ieri con la Russia di oggi? Ai tempi delle Repubbliche Socialiste Sovietiche -a detta del giornalista- venivano finanziati i comunisti francesi; oggi una banca russa, vicina al capo di un sistema politico-economico completamente diverso (di cui non saprei l’appartenenza) finanzia la capa della destra francese. Il giornale della tre diventa un esempio del famoso “cavolo a merenda” nel tritume del dopo pranzo di una novella venduta per notizia, raccontata per il letargo del cervello degli immaturi superficiali -borbotta Albertino mentre paga il caffè

CAPACI E MERITEVOLI

  lunedì, 24 novembre 2014 CAPACI E MERITEVOLI La scuola è aperta a tutti. L’Istruzione inferiore, impartita almeno per otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Albertino smette di leggere, mette da parte la Costituzione, prende il pacco di compiti, ne sceglie uno a caso, legge di chi è, poi chiama alla presidenza Maurizio che inizia a leggere: “La democrazia e l’istruzione”. “Una società veramente democratica ripudia l’autorità esterna. Una democrazia è qualcosa di più di una forma di governo; è, prima di tutto, una forma di vita collettiva fraterna, è esperienza continuamente reciprocamente comunicata. Una democrazia collettiva, associata, partecipata, con un governo che dipende dal suffragio popolare. Una democrazia vera non pro

IL SUO PRIMO GRIDO

  giovedì, 20 novembre 2014 IL SUO PRIMO GRIDO Giuliana cara, riprendo a sera questa lettera dopo un intervallo un po’ triste d’un interrogatorio molto lungo e faticoso. Sono molto stanco e ho un gran mal di capo. Mi metto subito a letto per cercare di riposare un poco. Ti scrivo tutto ciò per la nostra consuetudine di dirci tutto ciò che abbiamo nell’animo mentre ci scriviamo: ma non ti preoccupare: quando leggerai questa lettera, anche questo sarà passato. Credo che sia la prima nota un po’ malinconica e depressa che entra in questa corrispondenza, ma è stato più forte di me. Ma ti ripeto non preoccuparti. Mi rimetterò subito. Tu sta’ sempre di buon animo. Che fa il piccolo Paolo? Ieri scorrendo il calendario (ho anche un calendario) pensavo che presto avrà sei mesi: mezzo anno! E’ tanto non è vero? Eppure mi sembra d’aver appena ieri sentito il suo primo grido. Bacialo per me. Abbraccia papà e mamma e tutti gli altri. Saluta affettuosamente i tuoi genitori. E tu voglimi bene come

ARRINGO CIVILE

mercoledì, 19 novembre 2014 ARRINGO CIVILE I gruppi di privilegio discendono, le folle ascendono. Due volontà si oppongono fino al cozzo fatale che porterà all’esaurimento del privilegio. Il potere declina per corruzione progressiva, per incapacità sempre maggiore. La rivoluzione di uno Stato è fatta di corrosione di valori superflui alla dignità di una vita veramente civile. Risorge la passione di tutti i tempi, lampeggiante in tutti i popoli, si diffonde il concetto di eguaglianza e di fratellanza. I protagonisti ritemprano pensiero ed azione, tracciano il sentiero verso la resurrezione. La fenomenalità sociale è soggiogata da determinati fattori come fosse fatale la civilizzazione degli uomini, la loro elevazione, la loro liberazione da epoche tramontate. Nella vita ricorre superba questa fatica titanica che gli uomini compiono con metodo di lenta razionalizzazione. Li sprona il dolore. Li rende sudanti e faticanti. L’impervio cammino riprende a tappe con rinnovato entusiasmo an

IL PASSO DEL GAMBERO

  martedì, 18 novembre 2014 IL PASSO DEL GAMBERO   Il profumo, al primo impatto, ti faceva immaginare di possedere una splendida aggressività competitiva, così, tanto appena sufficiente per attrarre l’attenzione; dopo subentrava uno speciale acre di nullità che, leggera e muta, trasmetteva pulsioni inenarrabili e risvegliava il senso misterioso di essere ciò che mai, riflettendo umanamente, avresti voluto diventare neppure per un momento. Il profumo al tuo cane non suscitava neppure un abbaio, ma, comunque, era indispensabile trovargli un nome adatto per indurre al suo inutile acquisto. Un’idea geniale e bellissima partorì quel nome: “Arroganza”. Poi, l’assillante pubblicità, costruì il successo del prodotto. “Arroganza” aveva una fragranza tanto insipida quanto infida che non diceva nulla all’olfatto canino e suscitava una grande repulsione alla saggezza ma, al contrario, trasmetteva tantissimo ai “consumatori”, che s’illudevano di contare qualcosa nel periodo totalitario dell’e

VIVA LANDINI

  sabato, 15 novembre 2014 VIVA LANDINI Tutto il paese passava le serate alla Casa del Popolo. Nella grande sala si guardava e si giocava a carte ascoltando anche la televisione: “…in Italia ci sono tanti sindacati e non sono tutti uguali, così come non è tutta uguale la politica. Difronte alla complessità dei problemi bisogna distinguere perché semplificare non serve a nulla e le generalizzazioni sono dannose. Frequentando le fabbriche e i lavoratori, una situazione così difficile e complicata non l’ho mai vista e soprattutto ciò che io vedo è una competizione tra le persone che per vivere dovono lavorare che non c’è mai stata. L’obiettivo di fondo, in particolare per un sindacato, è impedire che ci sia competizione tra lavoratori e persone per poter lavorare e vivere. Lavorare dovrebbe essere un diritto, perché dovresti essere una persona anche nei luoghi di lavoro. Aggiungo anche un’altra cosa che va chiarita, ed è che io non sono il sindacato, io sono una persona che ha cominci

I BUONGUSTAI DELLA ROVINA

  venerdì, 14 novembre 2014 I BUONGUSTAI DELLA ROVINA Finalmente è arrivato il giorno dell’ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell’anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi di latte materno e di lacrime fraterne. Ci voleva una bella innaffiatura di sangue per l’arsura dell’agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre. E’ finita la siesta della vigliaccheria, della diplomazia, dell’ipocrisia e della pacioseria. I fratelli son sempre buoni ad ammazzare i fratelli; i civili son pronti a tornar selvaggi; gli uomini non rinnegano le madri belve. Non si contentano più dell’omicidio al minuto. Siamo troppi: La guerra è un’operazione malthusiana. C’è un di troppo di qua e un di troppo di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche int

LA LIBERTA’ DI SCIOPERO

  giovedì, 13 novembre 2014 LA LIBERTA’ DI SCIOPERO Sono due capitoli separati ma uno stretto legame unisce le norme della libertà sindacale e di sciopero con quelle sulle libertà civili. I loro principi generali, assieme alla libertà di riunione, non avrebbero richiesto una norma speciale per garantire la libertà sindacale. Ma le esperienze della storia, la secolare lotta delle classi padronali contro ogni forma di coalizione dei lavoratori diretta alla tutela dei loro interessi, hanno richiesto questa precisazione esplicita: “La organizzazione sindacale è libera”. Ai sindacati, quindi, non si possono chiedere che certe regolamentazioni amministrative e formali, previste dalla Costituzione stessa. La Costituzione repubblicana enuncia, una norma che, anch’essa, a rigor di termini sarebbe inutile, non trattandosi che di una conseguenza diretta e logica del principio di libertà personale, e cioè del diritto di sciopero. Eppure un esplicito riconoscimento di tale diritto era indispens

DIFFERENZE MERAVIGLIOSE

mercoledì, 12 novembre 2014 DIFFERENZE MERAVIGLIOSE C’era una volta un piccolo bambino che ancora non riusciva a camminare e aveva da imparare a parlare e leggere. Seduto sul pavimento giocava sempre con un libro: immaginava la pappa, un pallone, un cane. Un giorno il libro si aprì e il bambino rimase a fissare quelle linee nere e i colori di una fotografia, ma non capiva. Trovò una pagina bianca, la strappò, gettata in aria diventò uccellino, nel soffio, vento sulla vela. (Tratto dai racconti di Maya ). RICORDO   DI   UNA   POESIA Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. Sentivo con l’udito battere le gocce della fredda pioggia contro i vetri della mia finestra. Mi sentivo solo poco tempo fa e il mio cuore batteva assieme alle mie palpebre al rombo dei tuoni. Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. -Renzo   Mazzetti- (Verso Levante, Poesie del mio autunno caldo, ISMECA Bologna, 2009) Vedi: CENE APERTE (6 novembre 2014).

IL BANCO FUNEBRE

martedì, 11 novembre 2014 IL BANCO FUNEBRE I nazionalisti -che qualche anno dopo vorranno la guerra mondiale e poi manderanno al potere il fascismo- e il Banco di Roma che aveva ottenuto in Libia concessioni minerarie, proprietà terriere e il monopolio della raccolta delle spugne, sentendo minacciate queste concessioni fecero pressione al governo perché fosse conquistata militarmente la Libia, minacciando altrimenti di rivolgersi all’Austria e alla Germania per la difesa delle concessioni. Il governo italiano, sensibile alle pressioni del Banco di Roma e a quelle nazionaliste, nel 1911 fece la guerra coloniale aumentando la miseria e la fame tra gli italiani poveri, morte e distruzione tra i libici. “Tripoli, bel suol d’amore,/ ti giunga dolce questa mia canzon,/ sventoli il tricolore/ sulle tue torri al rombo del cannon!/ Tripoli, terra incantata…”. Tripoli, nella missione di pace, ritornerai italiana al rombo del cannon? (Ricordo da un racconto di Irina ). G    E    N    E    R

IL PUNGITORE

  lunedì, 10 novembre 2014 IL PUNGITORE Non mi piacciono certe modalità di esercitare il potere così estremamente concentrato. C’è il rischio di autoritarismo e infatti di ciò ci sono molti tratti quando un potere è anche insofferente ai controlli. Quando un potere dice che non ha bisogno di dialogo qualcosa dal punto di vista della democrazia può non funzionare. Ecco perché in questo momento, avendo approfondito alcuni elementi, rompendo anche un po’ una sorta di acquiescenza come il dire -le cose è meglio che vadano così, non ci sono alternative- guardo alcuni risultati che conosco meglio: la riforma del Senato che è pessima nella constatazione che fare le leggi diventerà molto più complicato; la legge elettorale che è una legge che ha rischi di incostituzionalità perché non dà quella partecipazione ai cittadini che la Corte Costituzionale aveva richiesto cancellando il Porcellum; pertanto mi auguro che queste due riforme vengano modificate nell’interesse di tutti. Non dobbiamo a

DANZE E ODORI

domenica, 9 novembre 2014 DANZE E ODORI Suoni, canti, movimenti, danze e odori raccontano in mille e mille modi diversi la vita degli uomini e delle altre specie animali. Solo l’uomo però sa combinare a suo piacimento suoni, canti, movimenti, danze e odori per esprimere, quando vuole e come vuole, tutto quello che vuole perché: l’uomo pensa. C’è la mano del vigile urbano che dirige il traffico e c’è il pensiero del vigile urbano che dirige la mano. Ci sono gli odori del droghiere, dell’operaio, del fornaio, del contadino, dell’imbianchino, del dottore e… del fannullone. Ma quanti pensieri per ognuno di questi mestieri! Ci sono musiche e danze per varie emozioni, pensieri diversi per le diverse occasioni. Ci sono tele di ragni e di tessitori, celle di api e palazzi di architetti… “Il ragno compie operazioni che somigliano a quelle del tessitore, l’ape fa vergognare molti architetti con la costruzione delle sue cellette di cera. Ma ciò che fin dal principio distingue il peggiore archit

FACOLTA’ MINATE

  sabato, 8 novembre 2014 FACOLTA’ MINATE Nell’Era Ciarliera le parole avevano invaso ogni spazio, reso il vivere civile infernale, ogni aspetto sotto il profilo socio-culturale sottoposto al bombardamento quotidiano di leggi, di norme attuative, di regolamenti, la realtà disseminata dai campi minati di divieti con micidiali sanzioni, il vivere non era normale, dominava la disperazione più nera, implacabile, suicida. Il governante onnipresente (soprannominato l’affossatore) scagliava grappoli di duri manganelli radiocomandati contro i manifestanti, gli spiriti e i cervelli erano psicologicamente torturati. Fu repressa persino la libertà di studiare la materia desiderata con la istituzione del “numero chiuso”, per accedere alle facoltà i giovani erano costretti a giocare d’azzardo, tracciando una x a fianco delle domande del questionario. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).       U    N             F    A    L    S    O            T    O    P    O   I criminali terrori

DALLA FOCE ALLA MONTAGNA

  venerdì, 7 novembre 2014 DALLA FOCE ALLA MONTAGNA Ai tempi della dittatura democratica, il Sindacato dei Lavoratori e dei Pensionati veniva accusato di Pansindacalismo e di non interessarsi dei Senza Lavoro. La popolazione normale non aveva neppure gli occhi per piangere, i governanti non vedevano, non ascoltavano, non agivano per il bene comune. I ricchi gongolavano nel veder aumentare la propria ricchezza e partecipavano alle cene pagando mille e più soldi per finanziare il partito del Rottamatore. Allora il Sindacato riprese l’antica iniziativa, quella delle rivendicazioni che coincidevano con l’interesse generale del Paese. Punto uno: togliere tutte le tasse e trattenute varie dalle pensioni, dagli stipendi e dalle paghe inferiori ai duemilacinquecento soldi mensili; punto due: assicurare ai disoccupati mille soldi mensili e un loro impiego nelle opere di salvaguardia, pulizia ambientale e tutela del paesaggio, fruizione delle opere archeologiche e artistiche, cura di tutti i

CENE APERTE

giovedì, 6 novembre 2014 CENE APERTE Nel pieno dell’antico splendore di Atene la democrazia era veramente attuata. Il saggio Pericle poté dare il massimo sviluppo all’architettura, all’arte e alla cultura con l’aiuto di tutta la popolazione. C’era molta vita politica pubblica aperta, nell’Agorà, nei teatri, nelle case dei ricchi e negli ambienti sportivi, tutti potevano partecipare. Per facilitare e stimolare la partecipazione e il confronto delle idee ai poveri fu data una ricompensa giornaliera in denaro proprio per dedicare il tempo necessario alla vita pubblica. Nelle abitazioni più facoltose venivano organizzate delle cene aperte per creare un clima favorevole al reciproco ascolto e raggiungere una gestione della comunità migliore. Pericle governava talmente bene da essere eletto in modo continuativo per trenta anni. (Tratto dai racconti di Maya ).   LA     DEMOCRAZIA La democrazia nega la legge del più forte il silenzio dei più deboli. La democrazia pretende impone la parte

LA CARROZZELLA

  mercoledì, 5 novembre 2014 LA CARROZZELLA Com’è delizioso andar sulla carrozzella sottobraccio alla mia bella. E’ delizioso per gli “autosufficienti” andare sulla carrozzella trainata dai poveri cavalli ma, per gli umani sulla carrozzella senza i cavalli? I governanti, che non assistono ottimamente le persone bisognose, commettono un crimine contro l’umanità. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina ). G L I    O R R O R I     D E L     C A P I T A L I S M O Nel ringraziare per aver allietato i miei occhi con la splendida fotografia; alla fine della lettura rifletto sugli orrori del capitalismo. Esso è artefice e conseguenza del comportamento rozzo e primitivo delle persone non ancora divenute completamente umane. Esempio lampante è che il più forte si approfitta del più debole fisicamente, militarmente, economicamente, politicamente, di genere, di casta, di famiglia per opprimere, per il proprio egoistico personale tornaconto, quale esso sia, più o meno lecito formalmente ma,

IL MATTEIANO SULL’OMNIBUS

  martedì, 4 novembre 2014 IL MATTEIANO SULL’OMNIBUS Ma com’è possibile affermare che non esistono più i padroni e che i vantaggi e i soldi dati agli imprenditori si trasformeranno in bene anche per i lavoratori e l’occupazione? Agrippa, con forbita dialettica, mise a segno una delle più famose beffe. Poi gli scatti della Contingenza: il taglio della Scala Mobile avrebbe prodotto tanti benefici. La “politica dei due tempi” ha da sempre infinocchiato i lavoratori e i disoccupati. Infatti oggi i ricchi sono ancor di più ricchi, i poveri più poveri e la disperazione dei lavoratori e dei disoccupati ancora più diffusa. Questo Matteiano sull’Omnibus, candida faccia ingenua, crede che favorire oggi gli imprenditori porterà, un domani, beneficio ai lavoratori e all’occupazione. Ebbene, dice Foresto, prima di fare il barbiere ero operaio, lavoravo alla catena di montaggio del ciclomotore. L’azienda raddoppiò il numero dei dipendenti, i tempi di lavoro erano massacranti e le paghe basse. Fi

LA FEBBRE DEL POTERE

domenica, 2 novembre 2014 LA FEBBRE DEL POTERE Nel quattordicesimo anno del terzo millennio la febbre del potere contagiò i giovani governanti. Con gli strumenti moderni della comunicazione, gli ambiziosi politici parlavano direttamente al popolo. Lo stato di alterazione e di confusione vaneggiava, eccitandosi nell’esaltazione della loro fantasia, entusiasmavano collettivamente e mandavano in delirio la folla. I fatti reali non venivano né visti e tanto meno considerati, la cieca credenza inventava allucinazioni, paradossi e situazioni surreali. La illogicità dei governanti partiva da premesse analitiche errate, con l’avvenente apparenza, la loquacità inesauribile e stringente, illudeva di ragionare con logicità, ma, le conclusioni, in rapporto alle vere problematiche, si dimostravano, sempre e comunque, disastrosamente errate. Le idee esprimevano sfacciatamente una superiorità, i cui veri e propri deliri pseudoscientifici creavano nuove teorie scientifiche del tutto strampalate. I