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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

IL DIRITTO DI PROPRIETA’

LUNEDÌ, 28 FEBBRAIO 2011 IL DIRITTO DI PROPRIETA' Io credo che tutti convengano nella formulazione di una norma che, riconoscendo il principio della proprietà privata, non lo esprima secondo la vecchia formulazione del diritto romano, ma ponga delle limitazioni diverse e che appaiono più o meno dalle Carte costituzionali moderne anche se esse non sono di Paesi a regime socialista o tendenzialmente socialista. Infatti simili formulazioni noi le troviamo non solo nelle Costituzioni dell’URSS o della Jugoslavia ma anche nel progetto francese e già prima nelle Costituzioni del dopoguerra (Weimar, articoli 34-35). La formulazione può seguire due metodi diversi: o partire dall’affermazione generale del principio del diritto alla proprietà privata, aggiungendo poi le limitazioni che a questo principio sono da porre nell’interesse dell’intera società, cioè la Nazione, oppure, analiticamente, affermare e garantire le diverse forme di proprietà che sono andate costituendosi nella società m

PITAGORA

DOMENICA, 27 FEBBRAIO 2011 PITAGORA    Non troverai per il loro delitto pena degna né appronterai supplizi degni di questi popoli, nella mente dei quali pari e simili sono ira e fame. Di dare cuori tenerissimi al genere umano lo mostra chiaramente la natura, che gli ha dato le lacrime: questa è la parte migliore di noi, la sensibilità. Di versare lacrime la natura ci comanda, dunque, a causa della veste da accusato indossata dall’amico, che pronuncia il suo discorso di difesa in tribunale; a causa del pupillo, che chiama in giudizio il tutore imbroglione (le sue guance bagnate di pianto, sono i capelli lunghi di fanciulla a renderle incerte quanto a sesso!). Per comando della natura noi piangiamo, quando ci si fa incontro il funerale di una vergine matura per il matrimonio, oppure quando viene chiuso dentro la terra un infante troppo piccolo per il fuoco del rogo. Quale persona, buona e degna della fiaccola arcana (tale, quindi, quale il sacerdote di Cerere ordina sia), crede qua

FANTASIA

SABATO, 26 FEBBRAIO 2011 FANTASIA    Con la fantasia si può immaginare dei mostri che sono mezzo uomini e uomini che sono mezzo o totalmente mostri. Bestie che sono mezzo uomini e uomini che sono bestie. Uomini che Circe trasforma in maiali ne sono un antico esempio. Vi sono uomini o animali trasformati in piante e piante trasformati in uomini o animali. La creazione richiede onnipotenza e sfugge alla valutazione scientifica. Non è detto che prima si esaminano i fatti e dopo le teorie. Se vogliamo scoprire occorre la fantasia. Ragionando normalmente sul possibile tutto rimarrebbe fermo. Ragionando sull’impossibile fantastico tutto è possibile anche il normalmente considerato impossibile. Si può osservare accuratamente un oggetto senza che questi suggerisca alcuna idea. La fantasia invece diviene elemento propulsivo che aiuta a vedere un oggetto che parla. Si può immaginare un oggetto inesistente e trasformarlo in oggetto esistente. L’ambiente determina comportamenti più o meno ad

ARTE

  VENERDÌ, 25 FEBBRAIO 2011 ARTE   L’arte è esercizio della nostra attività, il volere in un modo determinato, in conformità a un’idea, e dire e volere sono in questo caso una cosa sola. Soltanto il frequente esercizio della nostra attività, per il quale essa diventa più determinata ed energica, costituisce l’arte. La natura ha istinto artistico, perciò son chiacchiere quando si pretende di distinguere fra natura e arte. Nel poeta esse sono distinte tutt’al più per il fatto che sono interamente intellettuali e non passionali, la qual cosa le distingue da quegli uomini che per passione diventano involontariamente fenomeni musicali, poetici o in genere interessanti. L’uomo ha sempre espresso una filosofia simbolica della sua natura nelle sue opere e nelle sue azioni e omissioni. Egli annuncia alla natura sé e il suo vangelo. E’ il Messia della natura. Le antichità sono ad un tempo prodotti dell’avvenire e del tempo passato. Il Goethe considera la natura come un’antichità; carattere

ALFREDO

  GIOVEDÌ, 24 FEBBRAIO 2011 ALFREDO Carissimi tutti, perdonate se vi arreco questo dolore, ma sopportatelo come ho sopportato io alla mia sentenza di morte. Sono sereno, e non una lacrima ho versato. La fede in Dio mi ha dato tanta forza. Morirò col vostro nome sulle labbra pensando a Voi tutti, e felice di morire per la causa che avevo abbracciato. Ricordatemi a tutti parenti e amici. Vado a morire da eroe. Mamma, perdonami, fai un bacione per me a Bianca che ho tanto amato. Bacioni a voi tutti. Vostro Alfredo . Cuorgnè, 1. 2. 45 ore 10,15. (Partigiano fucilato il 2 febbraio 1945).   DICHIARAZIONE   No, non c’è la morte.   Neppure questa pietra è morta.   E non è morto il frutto che è caduto:   tutto in vita ritorna al tocco delle dita,   tutto respira al ritmo del mio sangue,   del soffio che lo sfiora.   Così, quand’anche la mia mano seccherà,   nel ricordo vivrà di un’altra mano,   e tacita la bocca serberà   il gusto delle bocche che ha baciato.   -José Saramago-

OLIGARCHICO

  MERCOLEDÌ, 23 FEBBRAIO 2011 OLIGARCHICO   L’indole oligarchica consiste in una bramosia di dominio che tende a potenza e a profitto, e l’uomo oligarchico è suppergiù un tale che, quando l’assemblea popolare discute quali persone si debbano designare perché aiutino l’arconte a metter ordine nella processione, salta su a sostenere che a questa commissione si debbano concedere i pieni poteri, e se gli altri propongono sia composta di dieci membri, esclama: < Uno basta, ma quest’uno, sì, dev’essere un uomo>, e dei versi di Omero ne ha ritenuto uno solo: < Non buona cosa è dei molti il dominio, uno solo imperi>, mentre non ne sa a mente nessun altro. S’intende che costui è buono a tener discorsi di questo genere: <noi dovremmo raccoglierci insieme a consiglio e trovar modo di liberarci dal canagliume e dalla piazza, e lasciare stare le cariche pubbliche, e finir così una buona volta di esporre la nostra persona ai ludibri o alle onorificenze di codesta gente>; <do

IL TRASPARENTE

  MARTEDÌ, 22 FEBBRAIO 2011 IL TRASPARENTE     Uno che finge, come un commediante, che finge una parte, poniamo di re, mentre è un povero straccione. Che c’è di male in questo? Niente. Dovere! Professione! Quand’è il male, invece? Quando non si è più così ipocriti per dovere, per professione sulla scena; ma per gusto, o anche per civiltà, sicuro! Perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele, in bocca miele. Per farti sentire com’è quando si parla degli altri. Li guardo da fuori, tu, gli altri; e non te n’interessi. Che cosa sono per te? Niente! Immagini che ti passano davanti, e basta! Dentro bisogna sentirli, immedesimarsi. La vista chiara, aperta, delle passioni, e siano anche le più tristi, le più angosciose, ha il potere, lo so, di promuovere le risa in tutti! Sfido! Non le avete mai provate, o usi come siete a mascherarle, perché siete tutti foderati di menzogna, non le riconoscete più in un pover

LIBERAMENTE COMUNISTI

  LUNEDÌ, 21 FEBBRAIO 2011 LIBERAMENTE COMUNISTI   Vent’anni fa, Rifondazione comunista. Vent’anni fa, domenica 3 febbraio 1991, una novantina di delegati abbandonarono la sala del XX congresso del Pci, che si teneva a Rimini, per non partecipare allo scioglimento del Pci e alla nascita Pds. Immediatamente convocarono una conferenza stampa in cui Sergio Garavini, Armando Cossutta, Lucio Libertini, Ersilia Salvato e Rino Serri annunciarono la decisione di dar vita ad una formazione comunista. I cinque, insieme a Guido Cappelloni e Bianca Bracci Torsi, si recarono quindi dal notaio per registrare il simbolo del Pci, segnalando anche sul piano legale la volontà di proseguire l’impegno politico in quanto comunisti e comuniste. Una settimana dopo, al teatro Brancaccio di Roma, migliaia di compagni e compagne parteciparono alla prima assemblea di massa di quello che divenne il Movimento per la Rifondazione Comunista. Al Brancaccio venne esposta una enorme bandiera rossa, realizzata cuc

BEL PAESE

  DOMENICA, 20 FEBBRAIO 2011 BEL PAESE   Fratelli miei, un abbraccio e un ricordo. Un abbraccio per la gloria che voi diffondete sul nome santo d’Italia, per la fede serbata alla bandiera dell’indipendenza e della libertà, quando il tradimento regio e gli avversi fati lasciavano voi soli a difenderla, per l’insegnamento che voi date a noi tutti della più rara virtù, la costanza: un ricordo perché come avete saputo guardare il core dal terrore che vien dal nemico, sappiate guardare la mente dalle illusioni che v’affacciano i falsi amici. Splenda in Venezia l’idea pura, incontaminata di transazioni codarde, colle false dottrine che uccidono le aspirazioni dell’anima. L’Italia del medio evo traeva alternando gli auspici dall’Impero e dal Papa. La nuova Italia, l’Italia del popolo, li trarrà, benedicendo, da Venezia e da Roma: da Venezia che serbò il sacro fuoco della Nazione, da Roma che ne diffonderà la luce e il calore fecondo per tutta quanta l’Italia. Roma s’ispirò alla fede di

IL FIO

  SABATO, 19 FEBBRAIO 2011 IL FIO   Dammi spazio di vita, dammi, o Giove, molti anni, questo con la faccia normale e tranquilla, questo solo tu preghi di ottenere anche quando sei pallido in volto: ma di mali quanto continui e quanto grandi è piena una lunga vecchiaia. Il volto deforme e ripugnante, tu guardalo prima di tutto, è diverso da quello che era, sformata pergamena al posto della pelle e guance e rughe tali, quali una scimmia, che già ha partorito, si gratta sulla bocca vecchietta. Moltissime sono le differenze fra i giovani: quello è più bello di questo e quello ancora di quest’altro, questi è molto più rugoso di quello. Una sola è invece la faccia del vecchio; insieme alla voce, tremano le membra, e già levigato il capo e c’è l’infanzia del naso bagnato; bisogna che il disgraziato rompa il pane con la gengive… disarmata. A tal punto è di peso alla moglie [che lo ha, sdegnosamente, lasciato] ed ai figli e a se stesso, da venire a noia anche al cacciatore di testamenti.

LOTTA DI CLASSE

venerdì, 18 febbraio 2011 LOTTA DI CLASSE Una pianta al limite del deserto lotta per la vita contro la siccità. Due canidi, in periodo di carestia, lottano l’uno contro l’altro per carpirsi l’alimento necessario alla vita. Il vischio lotta con l’albero, perché, se troppi parassiti si sviluppano sulla stessa pianta, questa languisce e muore. Si può anche affermare che quando parecchi virgulti di vischio crescono insieme sullo stesso ramo, essi lottano certamente l’uno contro l’altro. La lotta per l’esistenza risulta inevitabilmente dalla rapida progressione con cui tutti gli esseri viventi tendono a moltiplicarsi. Ognuno vive in virtù di una lotta sostenuta in qualche periodo della sua vita. ( meditazione da Lotta per la sopravvivenza di Charles Darwin). @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ UMANITA’ La massa misera ha finito di mendicare e più non può cadere nell’oscurità della notte. Lo sconforto medita nelle infinite forme cerca di essere ricomposto e assume aspetti diversi tutti e

QUELLE BESTIE

  giovedì, 17 febbraio 2011 QUELLE BESTIE Se dovessi dire che cosa mi ha fatto più impressione oggi, direi che sono state le grosse mani piene di geloni di Jan Bool. Di nuovo qualcuno è stato torturato a morte: quel dolce ragazzo della Libreria Cultura. Ricordo che suonava il mandolino. Aveva una ragazza simpatica che era poi diventata sua moglie, e c’era anche un bambino. Quelle bestie, diceva Jan Bool nel corridoio affollato dell’Università. Lo hanno fatto a pezzi. E Jan Ronein e Tielrooy e diversi altri tra i professori più vecchi e più fragili. Ora sono in prigionieri in una baracca piena di correnti, in quello stesso parco di Veluwe dove, in una pensione accogliente, avevano trascorso le loro vacanze estive. Non hanno neppure il permesso di indossare il pigiama, non possono avere nulla con sé, raccontava Aleida Schot nel buffet. Vogliono abbrutirli completamente, vogliono fargli venire un sentimento d’inferiorità. Moralmente sono forti abbastanza, i nostri uomini, ma la salute

BUON NOME

  mercoledì, 16 febbraio 2011 BUON NOME   Gli uomini dovrebbero essere come sembrano. Potessero invece non sembrare nemmeno uomini quelli che non sono come sembrano! Non sono obbligato a fare ciò che non si pretende nemmeno dagli schiavi. Rivelare i miei pensieri? Ammettiamo pure che siano vili e malvagi. Ebbene esiste forse una casa dove non si possano insinuare degli esseri immondi? Chi può essere tanto puro di cuore da non avere qualche indegno sospetto che possa sedere in tribunale e tenere udienza insieme con dei pensieri giusti? Può darsi che il mio giudizio sia sbagliato. Lo confesso: vedere dovunque il male è il vero tormento della mia natura, e, spesso, immagino colpe inesistenti. Il buon nome, sia per l’uomo, che per la donna, è la gemma più preziosa dell’anima. Se uno mi ruba la borsa, mi ruba una cosa che ha sì un certo valore, ma in fondo senza grande importanza: il denaro era mio, ora è suo, come prima era stato di mille altri. Chi invece ruba il mio buon nome, mi p

FRAGILI FOGLIE

martedì, 15 febbraio 2011 FRAGILI FOGLIE    Chi ha sentito il soave morso di veraci credenze e di opinioni, anche per mezzo di un brevissimo detto sente farsi vivo il ricordo di ciò che lo può liberar da dolore e da terrore. Per esempio:   Foglie!   E le une il vento   sparge tutte per terra,   così d’uomini stirpe.   Fragili foglie, anche i bimbi tuoi; fragili foglie, anche questa gente che ulula il suo applauso e la sua approvazione, gente che per opposta via grida la sua maledizione oppure, in segreto, biasimo innalza e canzonatura; fragili foglie per non differente condizione, anche le stirpi destinate a riceverne la fama dei giorni venturi.   Oh! Tutte queste cose che spuntano,   e primavera allora sopraggiunge.   Ma poi vento le getta per terra, e successivamente la selva altre, invece di quelle, ne genera. E fugacità d’un istante a tutti è comune. Ma intanto tutte queste cose tu vai perseguendo oppure fuggendo, proprio convinto che la durata

CONTATTO DISCRETO

  lunedì, 14 febbraio 2011 CONTATTO DISCRETO       @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@   Contatto discreto. = .   Un quotidiano ha pubblicato, in prima pagina, un articolo di fondo, nel quale si giudica con molta severità la decadenza morale in cui versa la società italiana. E’ stato mai chiesto al popolo sovrano, si domanda angosciato il giornalista, se voleva la libertà del meretricio, le libertà dei prosseneti, la libertà dei violenti, la libertà delle corna, la libertà dell’osceno? Molto bene e molto giusto. Ma è stato chiesto anche al quotidiano in questione se voleva e se vuole queste vergognose cose? La domanda si impone perché nell’ultima sua pagina, lo stesso giorno, è comparsa una rubrica, negli annunci pubblicitari, intitolata così: Relazioni sociali. Vi compaiono venti annunci, ed eccone alcuni, a mo’ d’esempio: Giovanissima offre compagnia distintissimi, anche domicilio. Professionista giovane, bella presenza, cerca amici adeguati, indispensabile telefono

TRASGREDIRE

domenica, 13 febbraio 2011 TRASGREDIRE    A voi piace emanare le leggi, ma più ancora vi piace trasgredirle, come fanciulli che innalzano, per gioco in riva al mare, torri di sabbia e le distruggono ridendo. Ma intanto che innalzate queste torri, il mare trasporta nuova sabbia sulla riva, e se le distruggete il mare ride di voi. Il mare, in verità, ride sempre insieme all’innocente. Cosa pensate, maestro di quelli per cui le leggi umane non sono torri di sabbia e la vita non è un mare? La loro vita è una roccia che, a propria somiglianza, vorrebbero intagliare con il cesello della legge. E di colui che va al banchetto e torna sazio e stanco, chiamando profano ogni banchetto e i convitati fuori legge? Di essi dirò che mostrano la schiena al sole, vedono soltanto la loro ombra, e questa è la loro legge. Per loro il sole è un seminatore di ombre. Riconoscere le leggi, chinarsi a fare ombra sulla terra? Ma quali immagini, tracciate sulla terra, vi possono afferrare, voi che camminate