TRASGREDIRE
domenica, 13 febbraio 2011
TRASGREDIRE
A voi piace emanare
le leggi, ma più ancora vi piace trasgredirle, come fanciulli che innalzano,
per gioco in riva al mare, torri di sabbia e le distruggono ridendo. Ma intanto
che innalzate queste torri, il mare trasporta nuova sabbia sulla riva, e se le
distruggete il mare ride di voi. Il mare, in verità, ride sempre insieme all’innocente.
Cosa pensate, maestro di quelli per cui le leggi umane non sono torri di sabbia
e la vita non è un mare? La loro vita è una roccia che, a propria somiglianza,
vorrebbero intagliare con il cesello della legge. E di colui che va al
banchetto e torna sazio e stanco, chiamando profano ogni banchetto e i
convitati fuori legge? Di essi dirò che mostrano la schiena al sole, vedono
soltanto la loro ombra, e questa è la loro legge. Per loro il sole è un
seminatore di ombre. Riconoscere le leggi, chinarsi a fare ombra sulla terra?
Ma quali immagini, tracciate sulla terra, vi possono afferrare, voi che
camminate guardando il sole? Quale uomo vi legherà con la sua legge se
spezzerete le porte della prigione umana? [Maschera artificiosa fantasmagorica
ricchissima nell'ognipresente sorriso scolpito smagliante, la corte ama riempir
di giocattoli viventi e nessun lo riguardi nonché del privato sacro suo impero
pubblica riprensione azzardi.] (Meditazione su <Le leggi> di Gibran
Kahlil Gibran).
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ALL’ ITALIA
Tardi ogni pianto, ogni querela è tardi,
se lamenti il passato e gemi e plori,
ché tralignati son questi codardi
ne’ conviti, ne’ balli e negli amori.
Deh spera! Volgi a noi lieta gli sguardi
e rifiorir vedrai gli antichi allori,
o patria, spera! Se l’ingegno ferve
non si muor nella gonna e non si serve.
-Giuseppina Turrisi Colonna-
(Palermo, 1822-1848)
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