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CENSURA (CRONACA 1919 = 2024)

CENSURA (CRONACA 1919 = 2024) (Ricordo da un racconto di Bicefalo) Ricordiamo Bicefalo per la rigorosa coerente onesta semplice vita. Ricordiamo, in particolare, quando prese in mano “L’Ordine Nuovo” del Giugno 1919 dei giovani Terracini Gramsci Togliatti e ci lesse tutto ciò che segue per merito di una compagna, appassionata di storia e giornalismo, che tutto registrò: Abbiamo voluto commemorare, nel numero scorso, il primo centenario della nascita di Walt Whitman (31 Maggio 1819) nel modo più degno: traducendo e stampando uno dei più bei canti del grandissimo poeta americano “A un rivoluzionario vinto d’Europa”. L’ufficio torinese Revisione stampa ha imbiancato inesorabilmente la poesia: ci ha imposto persino di sopprimere la nota bibliografica nella quale offendevamo le leggi statuarie e i decreti della patria scrivendo che la poesia era stata pubblicata la prima volta nel 1856 col titolo “Inno di libertà per l’Asia, l’Europa, l’Africa e l’America” e ripubblicata poi, con aggiun

FUORI STADIO (LIBERAZIONE 2024)

FUORI STADIO (LIBERAZIONE 2024) (Ricordo da un racconto di “Abbaio”) Il quotidiano “Il verso del cane” nella pagina culturale “Abbaio” per il 25 Aprile, Festa della Liberazione dal nazismo e dal fascismo, riportava il monologo di Antonio Scurati: Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del d

CULO SPORCO (TURN-OVER FINTO)

CULO SPORCO (TURN-OVER FINTO) (Ricordo da un racconto di Maya) C’era una volta l’Italia divisa in due tronconi (le due italie) due problemi: Settentrione e Meridione. Poi c’era la questione meridionale per sottolineare la politica socio-economica di rapina di risorse umane, di denaro e di valori culturali, che i nordisti hanno praticato sin dai tempi dei re di casa Savoia e degli industriali Agnelli, e altri della stessa pellaccia. Per ritornare alla monarchica dittatura fascista occorreva cancellare, con tutti i mezzi, la Repubblica democratica (nata da Resistenza e Liberazione) fondata su Lavoro e Antifascismo, furono fatte delle riforme istituzionali per una repubblica monarchica fascista. La riforma più cattiva, che riportava l’Italia ai tempi storici da collocare prima del Risorgimento, era quella che rispezzettava l’Italia. Difatti, con le riforme elettorali e quelle che interessavano la sanità pubblica affiancate dalle funeste privatizzazioni, fu inferto un colpo mortale

RAID MANGANELLI DOCENTI

RAID MANGANELLI DOCENTI [ Raid significa: incursione navale o aerea, scorreria a scopo bellico, bombardamento] (Ricordo da un racconto di Tirella) Ciò che stomaca di più è il vedere come le notizie siano date con supina compiacenza per l’amico funesto terribile aggressore in terra mare cielo con manovre che, in tutta verità, anche se chiamate “raid” e non bombardamento, sono comunque manovre delittuose. I raid, oltre che sofferenze e morte per i viventi, sono distruttivi di edifici, oggetti e natura, ma, ai balordi quel interessa di più, sono: montagne di soldi da spendere per i capi nazione guerrafondai; montagne di soldi da incassare per i costruttori e trafficanti di armi. Ciò che stomaca di più di ogni effetto stomachevole, è il vedere manganelli e docenti scagliarsi rabbiosamente contro i saggi studenti pacifisti. Angoscia ancor più la cattiveria ipocrita dei docenti militaristi guerrafondai, docenti che dovrebbero istruire alla fratellanza e alla ricerca per il dis

LETTO DI PROCUSTE

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LETTO DI PROCUSTE [ Procuste era il nome di colui che catturava le persone e le faceva distendere su un letto scavato nella roccia. Chi era più corto del letto veniva allungato lavorandolo con un martello. Chi era più lungo veniva segato delle parti di corpo che spo r gevano da il letto]. Palmiro Togliatti studente (Meditazione su: “Parole oneste sulla Russia” di Palmiro Togliatti, Maggio 1919) Se si farà, un giorno, la storia dell’opinione pubblica borghese durante la guerra [1915-18], un capitolo assai importante dovrà essere dedicato ai giudizi sulla rivoluzione russa: speranze dei primi tempi, esteriori facili ravvicinamenti ad altri grandi sconvolgimenti storici, travestimenti singolari di uomini e di cose, e poi l’inizio della disillusione, e, attraverso i giornali quotidiani (la quotidiana fabbrica delle menzogne), il formarsi della leggenda diffamatoria, che tutto vorrebbe ridurre all’operaio fanatico e incosciente di un pugno di delinquenti. Della stampa non c’è da f

IL COMPITO DEI MAESTRI

IL COMPITO DEI MAESTRI (Ricordo da un racconto di “Miao!”) In alto a sinistra della terza pagina di “Miao!” troneggia il motto di Bicefalo: “Il futuro si nutre del passato e diviene presente”. Perciò riporta il testo completo del discorso pronunziato da Anatole France l’8 Agosto del 1919 al Congresso dei Sindacati dei maestri francesi: Cittadine, cari compagni, vi parla un vecchio amico. Nel 1906, quando iniziaste le lotta per il diritto sindacale, ero al vostro fianco col grande Jaurès. Avete conquistato questo diritto: dovete oggi regolarne l’uso e appunto perciò i vostri sindacati sono qui riuniti. Il congresso si propone anche un altro fine di capitale importanza: la riorganizzazione dell’insegnamento primario. Contate, per realizzarlo, unicamente sulle vostre forze: la saggezza ve lo consiglia. Con vera gioia ho conosciuto ieri, da un giornale, il pensiero del nostro amico Glay sull’argomento. “La guerra – egli ha detto – ha mostrato chiaramente che l’educazione popolare di d

PICCOLA NAZIONE ATROCE

PICCOLA NAZIONE ATROCE (Ricordo da un ricordo di Pallino) C’era una volta una piccola nazione dal nulla inventata. Messa su un pezzo di terra tolta agli altri legittimi proprietari, non contenta di avere, finalmente, un suo Stato e una sua terra seppur regalata, continuava a rubare altra terra ai vicini e non voleva che anche essi avessero un loro Stato. Assassinava e terrorizzava tutti i vicini e i lontani che non gradiva. Però, nonostante tutto il male prodotto dalla piccola nazione, quasi tutte le nazioni la coccolavano e le davano sempre ragione, anche quando aveva torto marcio. Gli abitanti della piccola nazione, prima erano raminghi per il mondo ed erano stati perseguitati e avevano subito lutti orrendi. Perciò gli altri, (non i vicini che erano innocenti), si sentivano in colpa ed erano troppo comprensivi e, nel contempo, molto nocivi per loro stessi. I vicini di quella parte di mondo erano continuamente terrorizzati e, tenuti in cattività in campi profughi e di sterminio, tra