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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

CHIOCCIOLE

domenica, 31 gennaio 2010 CHIOCCIOLE Incontriamo la vicina e guardandoci con gli occhi spalancati esclama: Come siete bagnati! E’ vero, però ne è valsa la pena, risponde la nonna, mentre fa vedere il secchio pieno di chiocciole; poi, rivolta a me: fai vedere anche tu quante ne hai. Allungo il braccio e con orgoglio mostro le mie prede prigioniere nel secchiello. Oh, piccino, come sei bravo! Anche a me e a tutti di casa piacciono molto, le mangiamo sempre alla festa dell’Unità, ma ancora non ho imparato come si fa per cucinarle. Senti, disse la nonna, ci vuole tanto tempo e tanta pazienza. Ora, per prima cosa, le sistemiamo dentro alla gabbia, dove mio marito, quando andava a caccia, teneva gli uccelli da richiamo; resteranno, in purga, a digiuno, almeno una settimana. Allora, mi dici come le fai? Prendo un tegame molto grande (come quello dove cuoci la polenta) nell’olio, nostro, faccio il soffritto con un battuto di tutti gli odori, aggiungo il rigatino tagliato a striscioline, ci

BUAGGINE

  sabato, 30 gennaio 2010 BUAGGINE Siamo noi marxisti? Esistono marxisti? Buaggine, tu sola sei immortale. La questione sarà probabilmente ripresa in questi giorni, per la ricorrenza del centenario, e farà versare fiumi d’inchiostro e di stoltezze. Il vaniloquio e il bizantinismo sono retaggio immarcescibile degli uomini. Marx non ha scritto una dottrinetta, non è un messia che abbia lasciato una filsa di parabole gravide di imperativi categorici, di norme indiscutibili, assolute, fuori delle categorie del tempo e di spazio. Unico imperativo categorico, unica norma: Proletari di tutto il mondo unitevi. Il dovere dell’organizzazione, la propaganda del dovere di organizzarsi e associarsi, dovrebbe dunque essere discriminante tra marxisti e non marxisti. Troppo poco e troppo: chi non sarebbe marxista? Eppure così è: tutti sono marxisti, un po’, inconsapevolmente. Marx è stato grande, la sua azione è stata feconda, non perché abbia inventato dal nulla, non perché abbia estratto dalla s

GRANDENASO

  venerdì, 29 gennaio 2010 GRANDENASO L’implacabile Nemesi paziente aspetta, mentre solenne Giovenale afferma: Ben più dolce della stessa vita è la vendetta. Il sommo poeta Dante dall’Inferno nell’ottavo canto narra: Mentre attraversavamo l’acqua stagnante, mi si presentò innanzi uno di quegli infangati dicendo: Chi sei tu che, ancor vivo, vieni qui prima del tempo? Gli risposi: Se io vengo qui non resto! Ma tu chi sei così bruttato dal fango? Rispose: Vedi ben che sono uno che espia! E io rembeccai: Ebbene, resta pure con le tue lacrime e con il tuo dolore, spirito maledetto! Va’, che ti conosco, ancorché tu sia coperto di lordura! Allora lo spirito stizzito tese le braccia contro la barca per rovesciarla in acqua, ma il mio maestro pronto lo respinge decendogli sdegnosamente: Vattene via di costà con gli altri cani arrabbiati come te! Poi Virgilio mi cinse il collo e mi baciò il volto dicendomi: O anima sdegnosa d’ogni iniquità! Benedetta colei che fu incinta di te, la madre tua!

CRUDELTA’

  giovedì, 28 gennaio 2010 CRUDELTA' Quasi sempre, all’inizio della sequenza del ricordo, sta il treno che ha segnato la partenza verso l’ignoto: non solo per ragioni cronologiche, ma anche per la crudeltà gratuita con cui venivano impiegati ad uno scopo inconsueto quegli ( altrimenti innocui ) convogli di comuni carri merci. Non c’è diario o racconto, fra i molti nostri, in cui non compaia il treno, il vagone piombato, trasformato da veicolo commerciale in prigione ambulante o addirittura in strumento di morte. E’ sempre stipato, ma pare di intravedere un rozzo calcolo nel numero di persone che, caso per caso, vi venivano compresse: da cinquanta a centoventi, a seconda della lunghezza del viaggio e del livello gerarchico che il sistema nazista assegnava al materiale umano trasportato. I convogli in partenza dall’Italia contenevano solo 50-60 persone per vagone ( ebrei, politici, partigiani, povera gente rastrellata per le strade, militari catturati dopo lo sfacelo dell’ 8 sett

FRANCO

mercoledì, 27 gennaio 2010 FRANCO Cara adorata Luisetta, le cose che vorrei dirti sono tante che non so dove cominciare, nella mia testa vi è una ridda di pensieri che potrei esprimerti bene solo a voce, pur essendo calmo, cercherò di coordinare per esprimerti esattamente tutto ciò che penso e il mio vero stato d’animo in questo momento. Sono calmo, estremamente calmo, non avrei mai creduto che si potesse guardare la morte con tanta calma, non indifferenza, che anzi mi dispiace molto morire, ma ripeto sono tranquillo. Io che non sono credente, io che non credo alla vita dell’ al di là, mi dispiace morire ma non ho paura di morire: non ho paura della morte, sono forse per questo un Eroe? Niente affatto, sono tranquillo e calmo per una semplice ragione che tu comprendi, sono tranquillo perché ho la coscienza pulita, ciò è piuttosto banale, perché la coscienza pulita l’ha anche colui che non ha fatto del male, ma io non solo non ho fatto del male, ma durante tutta la mia vita breve ho

MEMINISSE IUVABIT

  martedì, 26 gennaio 2010 MEMINISSE IUVABIT Il corpo di spedizione salpava da Napoli alla volta di Massaua, terra torrida e malsana, abbandonata dagli Egiziani, senza acqua, con miasmi infettivi. Contro l’avventura coloniale nel Parlamento furono l’Estrema Sinistra, Andrea Costa, la voce della classe operaia a dire: né un uomo, né un soldo! Le conquiste coloniali erano l’avidità del nascente capitale finanziario e le ambizioni del re ansioso di partecipare alla spartizione del bottino; era quello che Lenin definì: imperialismo di povera gente, imperialismo straccione. Il ministro degli Esteri, nel gennaio 1887, disse che non c’era nulla da temere da quattro predoni, invece, almeno diecimila combattenti attaccarono i 540 aggressori: furono uccisi 426 italiani e gli africani persero un migliaio tra feriti e morti. Gioverà ricordarsene.     *****************************   ASPETTANDO I BARBARI Che aspettiamo, raccolti nella piazza? Oggi arrivano i barbari. Perché mai t