L’UNITA’

 

martedì, 30 marzo 2010

L’UNITA’

Cari compagni, nella sua ultima seduta il Presidium ha deciso che in Italia sia pubblicato un quotidiano operaio redatto dal comitato esecutivo al quale possono dare la loro collaborazione politica i terzinternazionalisti esclusi dal partito socialista. Voglio comunicarvi le mie impressioni e le mie opinioni a questo proposito. Credo che sia molto utile e necessario, data la situazione attuale italiana, che il giornale sia compilato in modo da assicurare la sua esistenza legale per il più lungo tempo possibile. Non solo quindi il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito, ma esso dovrà essere redatto in modo che la sua dipendenza di fatto dal nostro partito non appaia troppo chiaramente. Dovrà essere un giornale di sinistra, della sinistra operaia, rimasta fedele al programma e alla tattica della lotta di classe, che pubblicherà gli atti e le discussioni del nostro partito, come farà possibilmente anche per gli atti e le discussioni degli anarchici, dei repubblicani, dei sindacalisti e dirà il suo giudizio con un tono disinteressato, come se avesse una posizione superiore alla lotta e si ponesse da un punto di vista scientifico. Capisco che non è molto facile fissare tutto ciò in un programma scritto; ma l’importanza non è di fissare un programma scritto, è piuttosto nell’assicurare al partito stesso, che nel campo delle sinistre operaie ha storicamente una posizione dominante, una tribuna legale che permetta di giungere alle più larghe masse con continuità e sistematicamente. I comunisti e i serratiani collaboreranno al giornale, manifestamente, cioè firmando gli articoli con nomi di elementi in vista, secondo un piano politico che tenga conto mese per mese e, direi, settimana per settimana, della situazione generale del paese e dei rapporti che si sviluppano tra le forze sociali italiane. Bisognerà stare attenti ai serratiani che tenderanno a trasformare il giornale in un organo di frazione nella lotta contro la direzione del partito socialista. Bisognerà essere severissimi in ciò e impedire ogni degenerazione. La polemica si farà necessariamente, ma con spirito politico, non di setta ed entro certi limiti. Bisognerà stare in guardia contro i tentativi per creare una situazione economica a Serrati, che è disoccupato e sarà dai suoi compagni proposto, molto probabilmente, come redattore ordinario; i suoi articoli firmati dovranno però essere fissati in una certa misura e quelli non firmati dovranno essere accettati dal comitato esecutivo nostro. Sarà necessario fare coi socialisti o meglio con lo spirito socialista di Serrati, Maffi ecc. delle polemiche di principio che saranno utili per rinsaldare la coscienza comunista delle masse e per preparare quella unità e omogeneità di partito che sarà necessaria dopo la fusione per evitare una ricaduta nella caotica situazione del 1920. Io propongo come titolo L’Unità puro e semplice, che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale, perché credo che dopo la decisione dell’esecutivo allargato sul governo operaio e contadino, noi dobbiamo dare importanza specialmente alla questione meridionale, cioè alla questione in cui il problema dei rapporti tra operai e contadini si pone, non solo come un problema di rapporto di classe, ma anche e specialmente come un problema territoriale, cioè come uno degli aspetti della questione nazionale. Personalmente io credo che la parola d’ordine governo operaio e contadino debba essere adattata in Italia così: Repubblica federale degli operai e contadini. Non so se il momento attuale sia favorevole a ciò, credo però che la situazione che il fascismo va creando e la politica corporativa e protezionistica dei confederali porterà il nostro partito a questa parola d’ordine. A questo proposito sto preparando una relazione per voi che discuterete ed esaminerete. Se sarà utile, dopo qualche numero, si potrà nel giornale iniziare una polemica con pseudonimi e vedere quali ripercussioni essa avrà nel paese e negli strati di sinistra dei popolari e dei democratici che rappresentano le tendenze reali della classe contadina e hanno sempre avuto nel loro programma la parola d’ordine dell’autonomia locale e del decentramento. Se voi accettate la proposta del titolo L’Unità, lascerete il campo libero per la soluzione di questi problemi e il titolo sarà una garanzia contro le degenerazioni autonomistiche e contro i tentativi reazionari di dare interpretazioni tendenziose e poliziesche alle campagne che si potranno fare: io d’altronde credo che il regime del soviet, con il suo accerchiamento politico dato dal partito comunista e con la sua decentralizzazione amministrativa e la sua colonizzazione delle forze popolari locali, trovi un’ottima preparazione ideologica nella parola d’ordine: Repubblica federale degli operai e contadini.

 

Saluti comunisti .         Antonio Gramsci.             12 settembre 1923.

 

 

 

 

 

POESIA 36

 

Quando il sole non è più ad angolo

 

sulle ginocchia in corsa dei bambini

 

e dalle nostre membra escono i primi

 

gonfaloni d’ombra

 

quella è l’ora della morte dei martiri

 

e dei vitelli sacrificali

 

e quell’ora è questa che io vivo

 

io che solamente vorrei profetando cantare

 

seduto su un muro di cinta vicino alla tua anima

 

perché allora la mia anima potrebbe in

 

verità poetare e tu capiresti se anche

 

quasi estraneo non ti guardassi se anche sorridendo

 

non ti ascoltassi se anche piangendo quasi estraneo

 

rivolgessi i miei minuti i miei pensieri

 

a lodare l’anima di Cristo e le dodici anime

 

che amandolo amarono quello che io amo

 

la tua anima e l’erba sull’orlo dei pozzi

 

a significare il verde prima del buio

 

il verde prima del volo assieme a secchio

 

e carrucola nell’acqua futura.

 

-Giuseppe Bertolucci-

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