IL DISOCCUPATO

 

venerdì, 26 marzo 2010

IL DISOCCUPATO

Siccome seguiva la 53a strada, nella direzione opposta ad East River, Bud Korpenning arrivò davanti a un mucchio di carbone lasciato sul marciapiede. Dall’altra parte del mucchio di carbone, una donna dai capelli grigi lo guardava. Non potrei portar dentro per voi questo carbone, signora? Bud si dondolava con un piede sull’altro. Certamente, è quello che potreste fare, disse la donna con una voce incrinata. Ma non so se posso fidarmi di voi dentro casa. Io sono del nord dello Stato, signora, balbettò Bud. Uhm… Io sono di Buffalo. Questa è certamente la città sognata da tutti quelli che vengono di fuori. Andiamo, io ho dei forti dubbi che voi facciate parte di una banda di ladri, ma che farci? Questo carbone non può rimanere lì. Entrate, brav’uomo, vado a prendervi una pala e un canestro, e se voi non ne fate cascare nel corridoio e sui mattoni della cucina, perché la donna di servizio se ne è andata proprio adesso… naturalmente ha trasportato il carbone fino al giorno in cui ha fatto la cucina… vi darò un dollaro. Quando egli portò il primo carico, essa montava di guardia in cucina. Bud vacillava, la testa vuota, poiché la fame gli approfondiva lo stomaco, ma era felice di lavorare invece di vagabondare senza scopo sul lastricato delle vie, in mezzo ai camion, ai cani e ai tranvai. Come mai siete senza lavoro brav’uomo? Domandò lei appena egli ripigliò fiato, vuotato il canestro. Penso che dipende dal fatto di non sapermi disimpegnare in città. Io sono nato e cresciuto in una fattoria. E perché allora siete venuto in questa città? Pensavo di trovare un’occupazione come scaricatore, ma nel porto rifiutano la gente. Potrei forse imbarcarmi come marinaio, ma nessuno vuol saperne di un uomo che non conosce il mestiere… Son già due giorni che non mangio. Che orrore!… Ma, mio povero uomo, perché non siete andato in un asilo o in qualche luogo di quel genere? Quando Bud ebbe trasportato l’ultimo carico, trovò un piatto di sugo freddo sulla tavola della cucina, con una mezza libbra di pane raffermo e un bicchiere di latte un po’ acido. Mangiò in fretta, masticando appena, e si mise in tasca il resto del pane duro. Ebbene vi è piaciuta questa piccola colazione? Grazie signora… Egli assentì, a bocca piena. Allora, potete andarvene adesso, e molte grazie. Essa gli mise in mano un quarto di dollaro. Bud guardò la moneta nella palma. Ma, signora, voi avevate detto che mi avreste dato un dollaro. Non ho mai detto questo. Che idea… Chiamo subito mio marito se non ve ne andate di corsa. Del resto, ho una gran voglia di telefonare alla polizia, essendo stabilito che… Senza una parola Bud intascò il denaro e partì. Un grampo gli stringeva lo stomaco. Si diresse nuovamente verso l’est e attraversò le case nella direzione del fiume, coi pugni serrati sui fianchi. Da un momento all’altro si aspettava di vomitare: Se io vomito, vuol dire che è come se non avessi preso nulla. Un odore insipido di luppolo bollito usciva dalla birreria che mormoreggiava dietro di lui. La luce del sole al tramonto incendiava le finestre delle fabbriche sul lato di Long Island, fiammeggiava sugli oblò dei rimorchiatori, cadeva a strisce giallo-arancio sull’acqua rapida di un verde cupo, brillava sulle vele gonfie di una goletta che lentamente risaliva la corrente verso Hell Gate. Egli soffriva di meno. Qualche cosa fiammeggiò e scintillò, come se il sole gli filtrasse nel corpo. Si sedette: Grazie a Dio, non vomiterò. -Passos Dos-

 

 

 

 

 

LA CANZONE DEL DISOCCUPATO

 

Non voglio i tuoi soldi, mister

 

Non voglio il tuo anello di brillanti;

 

Voglio solo il diritto di vivere, mister;

 

Restituiscimi il mio posto.

 

Non voglio la tua Rolls-Royce, mister

 

Non voglio il tuo elegante panfilo;

 

Voglio solo cibo per i miei figli;

 

Restituiscimi il mio posto.

 

Abbiamo lavorato per costruire questo paese

 

Mentre tu te la godevi in mille divertimenti;

 

Tu hai rubato il nostro lavoro, mister

 

Ed ora i nostri figli soffrono freddo e fame.

 

Se ti va, di’ pure che sono uno scemo, mister

 

Chiamami pure verde, blu o rosso

 

Ma di una cosa sono sicuro, mister:

 

I bambini affamati devono mangiare.

 

Prendi i due vecchi partiti, mister:

 

Fra loro non c’è differenza;

 

 

 

Ma con un Partito di operai e contadini

 

Noi vedremo libero il nostro popolo.

 

(canzone americana anni 1950, autore sconosciuto)

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