CARPET-BAGGERS
SABATO, 29 MAGGIO 2010
CARPET-BAGGERS
I primi coloni europei, quasi tutti anglosassoni, che
sbarcarono nell’America del Nord, nelle vaste pianure che si stendono sulle
rive dell’Oceano Atlantico, dalla baia di Chesapeake alle foci del Mississippi,
trovarono ampie estensioni di terreno fertile, solcato da numerosi corsi
d’acqua. Tuttavia la loro vita, all’inizio, fu molto difficile e la prima
colonia da essi fondata, la Virginia, sarebbe morta ben presto, se non fosse
stata salvata dalla coltivazione del tabacco, merce che incominciava a
diffondersi in Europa. Vi era, però, una grande difficoltà: trovare la mano
d’opera. Infatti ogni colono che giungeva, aveva a sua disposizione tutto il
terreno che voleva, e non si poneva certamente al servizio degli altri. Questo
fatto impedì la formazione di grandi proprietà; finché, nel 1619, un navigante
olandese non ebbe l’idea di portare alcuni schiavi negri. Furono subito trovati
molto utili, e nacque immediatamente un vasto traffico: la tratta dei negri;
questi poveretti erano rapiti o acquistati per poco sulle coste africane e
trasportati in catene, ammucchiati per mesi nelle stive delle navi, senz’aria,
né cibo, né acqua, fino ai porti americani, dove si vendevano all’incanto.
Moltissimi morivano, ma il prezzo dei rimanenti era tale, che compensava ogni
perdita. Gli schiavi neri, il cui numero si moltiplicò rapidamente, permisero
la formazione di una grande proprietà terriera e conseguentemente di una casta
aristocratica di grandi latifondisti, che divennero la classe dirigente degli
Stati del Sud, cioè la Carolina del Nord e la Carolina del Sud, la Virginia, la
Georgia, e, via via, il Tennessee, il Kentucky, il Mississippi, l’Arkansas, regioni
nelle quali il terreno piano e il clima caldo permettevano immense piantagioni
ad una sola cultura, come il tabacco e il cotone. Quest’ultimo prodotto,
ricercatissimo in Europa per il basso prezzo, diventò dominatore dell’economia
di tutti gli Stati del Sud, così da essere chiamato il re cotone. Negli Stati
del Nord, che si stendevano a settentrione di una linea che divideva la
Pennsylvania dal Maryland e a est del fiume Ohio, montagnosi, ricchi di
minerali e di porti, l’organizzazione economica si sviluppò in modo differente.
Sorsero grandi imprese industriali e commerciali, cosicché la classe dirigente
era composta dalla ricca borghesia, dominata da grandi affaristi. In queste
regioni gli schiavi non servivano, ci volevano lavoratori capaci di agire con
spirito di iniziativa e perciò era qui che affluivano senza interruzione gli
immigrati europei, i quali, generalmente, per un certo tempo erano sottoposti
allo sfruttamento dei capitalisti locali, e poi lo sfuggivano andando alla
ricerca di nuovi territori. La popolazione e la estensione di questi Stati
aumentavano di giorno in giorno, superando ben presto quelle degli Stati del
Sud. Si formarono due società distinte, geograficamente ed economicamente;
statica e feudale quella del Sud, in continuo movimento quella del nord. Queste
due società si disputarono il predominio politico degli Stati Uniti, finché nel
1861 vennero ad aperto conflitto. Contrariamente a ciò che normalmente si
crede, la Guerra di Secessione non scoppiò ad iniziativa dei nordisti e non è
nemmeno vero che costoro volessero l’abolizione della schiavitù. Nessun
dirigente degli Stati Uniti era contrario a questo vergognoso stato di cose (lo
stesso presidente Abramo Lincoln, che pure era il più progressista degli uomini
di stato americani, disse una volta che se avesse potuto salvare l’Unione senza
liberare un solo schiavo, lo avrebbe fatto). Solo alcuni coraggiosi
intellettuali, come la romanziera Beecher Stowe, che scrisse La capanna dello
zio Tom, erano contrari. John Brown, che cercò di liberare alcuni schiavi con
una sedizione armata, fu preso e condannato a morte. La legge proteggeva la
schiavitù e le varie chiese, protestanti o cattoliche, sostenevano che essa era
un’ istituzione divina. Ma i grandi piantatori del Sud capivano che a poco a
poco la concorrenza del lavoro libero avrebbe gravemente danneggiato il loro
sistema economico. Essi erano contrari al protezionismo instaurato dai grandi
industriali del Nord ed inoltre vedevano sfuggire il loro predominio politico a
causa del continuo aumentare della popolazione del Nord. Perciò nel febbraio
1861 i rappresentanti degli Stati del Sud si riunirono in una cittadina
dell’Alabama e formarono una Confederazione di Stati schiavisti. La secessione
del Sud significava per gli industriali del Nord perdere una gran parte dei
propri clienti; essi furono perciò fieramente avversi. Da una parte e
dall’altra si corse alle armi; i sudisti bombardarono un forte nordista, e la
guerra divampò furiosa. Questa guerra mise in evidenza i migliori uomini delle
classi dirigenti americane. I sostenitori della schiavitù nominarono a
presidente Jefferson Davis e a comandante delle truppe il generale Lee, che
ottenne notevoli risultati impiegando la cavalleria, l’arma feudale dei
sudisti. I nordisti, invece, guidati dalla tenace volontà del presidente Abramo
Lincoln, continuatore della tradizione progressista dei grandi americani come
Washington, Madison, Adams, svilupparono grandemente le risorse industriali dei
loro stati costruendo, fra l’altro, il Monitor, la prima nave corazzata. Essi
furono guidati, nell’ultima fase della guerra, dal generale Sherman, che invase
e saccheggiò la Georgia, e dal generale Grant, che assediò Richmond, la
capitale avversaria, conquistandola e mettendo fine, dopo quattro anni, alla sanguinosa
guerra. La guerra di secessione fu, come tutte le guerre fino ad oggi, una
guerra di ricchi fatta dai poveri. Per portare il popolo al combattimento, le
classi dirigenti nord-americane innalzarono la bandiera della emancipazione
umana e firmarono, perciò, il decreto che aboliva la schiavitù. Senonché, non
appena lo ostilità cessarono, i poveri negri si trovarono in peggiori
condizioni di prima. Piantatori sudisti e industriali nordisti si trovarono
d’accordo per sfruttarli e perseguitarli come non mai, sostenendo che la
Costituzione era fatta per i soli uomini bianchi e che essa non proteggeva
affatto i negri. Avventurieri calati dal nord e chiamati carpet-baggers, perché
tutto il loro bagaglio era ravvolto in un pezzo di tappeto, si sparsero tra le
folle di negri, abbandonati a se stessi, affamati e senza lavoro, comprando i
loro voti e servendosene per costituire governi di speculatori. Le medesime
cose accadevano al nord; la corruzione politica si diffondeva ovunque e lo
stesso presidente, generale Grant, non ne era esente. Nel 1869 si verificò una
delle crisi periodiche, che impoverirono vasti ceti di lavoratori. Compagnie di
banditi, alcune delle quali formate come società per azioni, scorrazzavano per
il paese. Per riaffermare il loro dominio di classe e di razza sui lavoratori
negri e stranieri, i ricchi americani lasciarono via aperta alla vergognosa
pratica del linciaggio. E’ così definita l’esecuzione sommaria, senza processo,
da parte della folla. In origine, era il furore popolare che si scagliava
contro chi avesse commesso un grave delitto. Migliaia e migliaia di negri
innocenti e, spesso, anche di cattolici europei, considerati anch’essi razza
inferiore, furono massacrati da turbe di forsennati. Un altro mezzo di lotta
contro i negri e gli stranieri furono le società segrete; la più celebre fu
quella del Ku-Klux-Klan (dalla parola greca Kuklos, che vuol dire circolo e
dalla parola celtica clan, che vuol dire tribù). Questa organizzazione
reazionaria sorse nel Tennessee durante la guerra civile, con lo scopo di
combattere i negri affrancati, e gli uomini del nord, che ne favorivano la
emancipazione. I membri di questa società, travestiti da spettri con cappe
bianche, spaventavano e perseguitavano i negri, e, diffondendosi ovunque,
dominarono la vita politica di interi stati, particolarmente degli stati del
sud, fino al 1870. La setta fu disciolta, ma risorse nel 1919 per opera di
Simmons, che si proclamava campione della supremazia bianca e dell’
americanismo puro. La lotta spietata di questa società, che contava centinaia
di migliaia di aderenti ed ebbe rappresentanti alla Camera, si dirigeva, oltre
contro i negri, anche contro gli immigrati non anglosassoni, organizzando
spedizioni punitive contro italiani, ebrei, ecc. Contro il linciaggio fu
presentata una legge solo nell’anno 1922, e coloro che la difesero vennero
insultati e coperti di sputi. Nell’immediato periodo del secondo anteguerra il
Ku-klux-klan continuò le sue azioni contro ogni forma di progresso e di
democrazia in alleanza ai gruppi nazisti e fascisti, scomparve durane la guerra
per risorgere con la nuova ondata di reazione che investì tutto il paese nel
dopoguerra.
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