TRENTA POETI ITALIANI

TRENTA POETI ITALIANI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino entra trafelato e al silenzioso interrogativo della scolaresca risponde scusandosi per il ritardo dovuto per la visita di una lontana amica di passaggio. Potevi dare un colpo di cellulare, esclama Fabrizio. Albertino invoca comprensione perché travolto dalla lieta sorpresa. 

Fatto l’appello, prende dalla cartella delle fotocopie e inizia la lezione: Poesia. Vi leggo di Luigi-Alberto Sanchi alcuni brani dal titolo “Un piccolo miracolo Laico”. Si tratta dell’introduzione alla raccolta di poesie di trenta poeti italiani che hanno partecipato con le loro opere alla protesta contro la minaccia incostituzionale per la resistenza della memoria repubblicana. Inizia la lettura. La poesia è vita. Nel senso che la poesia – quella dei migliori poeti, dei più sensibili, dei più coscienti, dei più musicali – permette di cogliere e di trasmettere un universo umano nella sua ricchezza, molto meglio della lineare prosa. Da Dante in avanti, la poesia in Italia, dapprima espressione geografica, poi Stato unitario nel suo farsi e, ora in periodo di federalismo, non ha cessato di accompagnare, plasmare e riflettere il movimento politico del Paese. Cos’hanno da dire oggi, i poeti, nella e sull’Italia di Berlusconi? Se il canto è “forza di memoria e sentimento” (secondo una meravigliosa formula di Gianni D’Elia), allora il poeta si volge al ricordo, al contempo individuale, civile e storico, e lo rende nella sua complessità, ricercando la formula che condensi la personale, universale verità di un luogo e di un’epoca. Non, quindi, un ricordo del tempo che fu: bensì quello della fase più degna e decisiva della nostra storia, la lotta contro il fascismo, contro l’occupante nazista, per un regime popolare, libero e pacifico. Solo la poesia può dire l’intero dell’esperienza, la vita appunto. Vita che le attuali vicende politiche ci vanno lentamente sottraendo, mortificando, vietando. Queste essenziali e un po’ astratte riflessioni servono ad introdurre un piccolo e concreto miracolo: le pagine che seguono. Albertino si ferma, chiama Ketty e le porge, come fosse il “testimone” della corsa, le fotocopie da leggere. 

Ketty ritorna al suo posto e riprende da dove Albertino aveva chiesto il cambio: Le pagine che seguono. Solo a scorrere i nomi e i percorsi degli autori qui riuniti si capisce il carattere eccezionale di questa raccolta: vi convivono poeti illustri e oscuri, giovani e “grandi vecchi”, isolati e integrati; inoltre l’impulso, l’organizzazione sono dovuti ad un giovanissimo quasi sconosciuto, animato dalla calda grinta della disperazione, come Davide Nota, simbolo ai miei occhi delle mille energie nuove che esprime l’Italia umanistica e che l’Italia ufficiale conculca e umilia. Albertino rivolge un gentile basta a Ketty, gli dice di passare le fotocopie a Gabrio per proseguire nella lettura. 

Gabrio da un’occhiata, e subito riparte: Che questa strana operazione vada in porto, dunque, è un miracolo nell’Italia dei favoritismi e dell’esclusione, dei piccoli ghetti baronali, del “ciascuno per sé” e della rissa tutti contro tutti, anche e soprattutto a sinistra, anche e soprattutto nel milieu letterario. Purtroppo! Questo piccolo segno di speranza è però anche una prova della disperazione in cui versiamo tutti, posti come siamo di fronte all’avanzare, che pare inesorabile, dei liquidatori della Repubblica così com’è uscita dalla Resistenza, dopo la proposta berlusconiana di trasformare la festa della Liberazione in “Festa della Libertà”. Un punto va a mio avviso sottolineato, a questo proposito: è intorno a un compromesso squisitamente di destra, lanciando potenti messaggi mediatici che osteggiano e irridono la tradizione repubblicana dell’”arco costituzionale”, del 25 aprile, dell’antifascismo, che Berlusconi e i suoi alleati stanno riuscendo ad unificare il Paese – certo, campanilistico per le ragioni storiche che sappiamo, ma anche diviso in due sul piano politico e sociale, tra la parte fascista e reazionaria e la parte progressista, comunista per lungo tempo. Dopo il terrorismo e il delitto Moro, dopo decenni di lotte tragiche ma anche vitali, l’Italia sembra chiedere di nuovo unità, a modo suo, cioè nel rispetto dell’eredità storica e dei potentati locali, anche a prezzo dell’oblio, del sonno televisivo o dell’inabissarsi nella consolazione superstiziosa e clericale. Essendo il Centro-Sinistra, a causa delle sue debolezze ideologiche e delle divisioni al suo interno, incapace di riconciliare la società italiana, è la Destra che sta realizzando la nuova sintesi, ovviamente a tutto danno della Costituzione “sovietica” concepita nel Dopoguerra.

Albertino nel frattempo è accanto a Gabrio che smette di leggere, prende le fotocopie, ritorna al suo posto e riprende la lettura: A partire dalla repressione di Genova nel 2001, si parla dunque di “ritorno al fascismo”. Non è possibile affrontare qui in modo completo la questione della definizione di “fascista”, quella della continuità storica del fascismo in Italia, delle trasformazioni introdotte dal piano piduista-americano, del concetto di “nuovo fascismo” così ben identificato da due poeti, Pasolini e Roversi, negli anni cruciali delle stragi. I poeti su tutto questo riflettono, certo, ma innanzitutto cercano di rendere il vissuto, in dialogo con la realtà. La loro resistenza umanistica c’invita a pensare. La loro arma politica è il vivere e il pensare poeticamente, a partire da una sofferenza e non dall’oblio. Leggiamoli, ascoltiamoli.

Terminata la lettura, Albertino detta per compito a casa: Lettura delle poesie di trenta poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana, che troverete nell’Enciclopedia a pagina 3.007, sotto il titolo “Calpestare l’oblio”; sceglietene una, imparatela a memoria così che, uno alla volta, la reciterete nella prossima lezione. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 16 Novembre 2023 h.19,54)



CISLINI E PASSEGGERI

Il sindacato vero
I lavoratori difende.
L’interesse dei lavoratori
E’ guadagno generale.
Il sindacato vero
Non divide.
Ma i cislini
Cominciarono già nel dopoguerra.
Lecca-lecca le terga ai governanti
Scudi umani fanno dei passeggeri.
I governanti con compensi esagerati
I lavoratori mal pagati e schiavi.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 15 Novembre 2023)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.



















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