TREDICISESSANTA
lunedì, 11 gennaio 2016
TREDICISESSANTA
Il travaglio era composto di travi nei quali il maniscalco metteva le bestie fastidiose e intrattabili. L’umano vero era colui che evidenziava i tratti delle proprie origini, non si piegava alle interessate simpatie e alle metafore dell’apparenza. Nella storia degli uomini (delle donne molto-molto meno, quasi nulla) il periodo storico che aveva la necessità di caratterizzarsi con la divisa intesa come manifestazione esteriore della boriosa credenza personale, visione esplicita di appartenenza politica e di moneta era stato il più falso e il più meschino. L’esteriorità era stata, frequentemente, soltanto una questione di appartenenza, apparenza e non sostanza. Per non citare l’aspetto sonoro che anticipava la visione, del parlato o musicato, oppure di tutti e due insieme, esaltatori della inculcata passività, anche assassina. Nulla di tutto ciò era lecito confondere con il sentimento di Patria che rappresentava l’amore per la terra natia. L’esempio vile e drammatico era esaltato nella poesia “Ignominia”, riportata, in parte, in forma scorrevole: “… Il fascio littorio, Salò e le camicie nere, furono barbarie e distruzione. Antigone salvò quei neri cadaveri, dalla furia dei perseguitati assassinati, nell’aldilà dove non si perdona. L’eterna oscurità detenga le spie, e i servitori dei tiranni dannati, nell’infernale pozzo dei traditori” …, scritta -il 25 aprile del 2009- alla notizia che era stato presentato un disegno di legge che equiparava il milite di Salò al partigiano e al militare italiano combattenti della libertà contro l’occupante nazista. Quel famigerato disegno, d’apologia del fascismo, che fine avrà fatto? Con i tipi che correvano, avranno fatto e nascosto il peggio del peggio di tutto? (Ricordo da un racconto di Tirella).
ARTISTAIl più grandeartista della terraè la natura.-Renzo Mazzetti- (8 marzo 2011) Vedi:
IGNOTO DEL POPOLO (2 febbraio 2011)
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