RICORDI
LUNEDÌ, 12 DICEMBRE 2011
RICORDI
Voi, le care familiari, inevitabili golose, voi, volgari
mosche, voi mi evocate ogni ricordo. Oh, vecchie mosche voraci come api ad
aprile, vecchie mosche ostinate, sul mio cranio di bimbo! Mosche del fastidio
antico nel salone familiare, le chiare sere d’estate, quando iniziarono i
sogni! E nella aborrita scuola, rapide mosche amene, incalzate da amore per ciò
che vola, e tutto è volo, sonore rimbalzando sopra i vetri nelle giornate
d’autunno… Mosche di tutte le ore, d’infanzia e adolescenza, di dorata giovinezza;
di questa altra innocenza, che non confida in nulla di sempre… Volgari mosche,
per voi tanto familiari non sarò degno cantore: so che vi siete posate sul
balocco incantato, sul grande libro serrato, sulla lettera d’amore, sulle
palpebre rigide dei defunti. Inevitabili golose, né laboriose come api, né
belle come farfalle; piccoline, rivoltose, voi, vecchie amiche, voi mi evocate
ogni ricordo.
I N D O V I N A
L’ I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ??????????
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U N A M O S C
A M O R T A
Perché una mosca morta
non suscita alcun sentimento?
Eppure è un essere
nato, vissuto, ed’ ora è morto!
Ha imparato a muoversi,
a volare, a cibarsi.
Anch’essa avrà avuto
i suoi intimi ed esterni sentimenti:
la prima emozione
nel vedere le cose,
nell’assaporare l’aria,
nel sentire i primi rumori.
La sensazione nel primo volo
diventato cosa abituale
come il camminare perpendicolare
su di un vetro di una finestra.
Ha avuto i primi timori
dalle ombre delle mani.
Ha avuto l’ultima ossessione
nel volare attorno ad una lampadina
e sentirsi attratta dalla sua luce
e sentirsi bruciare dal suo calore.
Perché una mosca morta
non suscita alcun sentimento?
-Renzo Mazzetti-
( NaturAmica, antologia – Ibiskos – Empoli – 2005 )
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