JEAN-PAUL

giovedì, 22 dicembre 2011

JEAN-PAUL

Cari genitori, non so più cosa pensare: so che sarò fucilato. Sono coraggioso, ma non avrei pensato che la mia vita finisse in un modo così brutale. Cosa ne sarà di voi? Non so cosa dirvi di più. Ma non avrei mai creduto che un errore così poco grave fosse passibile della pena di morte. La mia vita sarà stata ben corta: è stata felice: avrebbe potuto diventare meravigliosa dopo questa guerra, ma no, ancora no, non posso credere che morirò. Miei cari, vi stringo nelle mie braccia e vi abbraccio con tutto il mio cuore. (Jean-Paul Grappin di anni 21, studente in chimica farmaceutica, fucilato con altri quattordici compagni. Francia, settembre 1943).

E  L  E  G  I  A
Padre vinto nel sonno
oscuro e lontano,
il bambino ti sveglia con la mano.
Ancora nato nel tuo sogni chiede
ricordo dell’età che ti correva
giovane agli occhi,
mesto al sollievo della sua sembianza
non vuole che tu creda
la morte buia nell’eternità.
Era così soave il cielo intorno,
a respiro e a cadenza della sera
tu mi portavi in braccio al sonno
fresco di primavera.
Forse è questo la morte, un ricordare
l’ultima voce che ci spense il giorno.
-Alfonso  Gatto-

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