SARCASMI
mercoledì, 28 dicembre 2011
SARCASMI
Possiamo apprezzare tutta la giustezza delle osservazioni di
Engels, che colpisce implacabilmente con i suoi sarcasmi l’assurdo
accoppiamento delle parole ”libertà” e ”Stato”. Finché esiste lo Stato non vi è
libertà; quando si avrà la libertà non vi sarà più lo Stato. La condizione
economica della completa estinzione dello Stato è che il comunismo giunga ad un
grado così elevato di sviluppo che ogni contrasto di lavoro intellettuale e
fisico scompaia, e che scompaia quindi una delle principali fonti della
disuguaglianza sociale contemporanea. Fonte che la sola socializzazione dei
mezzi di produzione, la sola espropriazione dei capitalisti non può inaridire
di colpo. Questa espropriazione renderà possibile uno sviluppo gigantesco delle
forze produttive. E vedendo come, già ora, il capitalismo intralci in modo
assurdo questo sviluppo, e quali progressi potrebbero essere realizzati grazie
alla tecnica moderna già acquisita, abbiamo il diritto di affermare con
assoluta certezza che l’espropriazione dei capitalisti darà necessariamente un
gigantesco impulso alle forze produttive della società umana. Ma non sappiamo e
non possiamo sapere quale sarà la rapidità di questo sviluppo, quando esso
giungerà a una rottura con la divisione del lavoro, alla soppressione del
contrasto fra lavoro intellettuale e fisico, alla trasformazione del lavoro nel
”primo bisogno della vita”. Abbiamo perciò diritto di parlare unicamente
dell’inevitabile estinzione dello Stato, sottolineando la durata di questo
processo, la sua dipendenza dalla rapidità di sviluppo della fase più elevata del
comunismo, lasciando assolutamente in sospeso la questione del momento in cui
avverrà e delle forme concrete che questa estinzione assumerà, poiché non
abbiamo dati che ci permettano di risolvere simili questioni. Lo Stato potrà
estinguersi completamente quando la società avrà realizzato il principio:
”Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni”. (Meditazione
su Stato e rivoluzione di Vladimir Ilic Lenin).
P A R
A B O L E
(parte)
Dice la ragione: Cerchiamo
la verità.
E il cuore: Vanità.
La verità l’abbiamo già.
La ragione: Ahi, chi può raggiungere
la verità!
Il cuore: Vanità.
La verità è la speranza.
Dice la ragione: Tu menti.
E risponde il cuore:
Chi mente sei tu, ragione,
che dici quel che non senti.
La ragione: Mai potremo
comprenderci, cuore.
Il cuore: Lo vedremo.
-Antonio Machado-
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