CANDORE

 

sabato, 31 dicembre 2011

CANDORE

Tremila ducati: bene. Per tre mesi: bene. Antonio si obbligherà: bene. Tremila ducati per tre mesi, e l’obbligo di Antonio. Antonio è buono. Dicendo che è buono intendo solo che è solido. Tuttavia i suoi beni sono aleatori: Ha una ragusea in rotta per Tripoli, un’altra per le Indie, e ho saputo inoltre a Rialto che una terza l’ha al Messico e una quarta diretta in Inghilterra, ed altri investimenti li ha sparsi per il mondo… ma le navi non sono che tavole, i marinai non sono altro che uomini, e ci sono ratti di terra e ratti d’acqua, ladri di terra e ladri di mare (voglio dire pirati) e poi c’è il pericolo dei flutti, dei venti e degli scogli. L’uomo è comunque solido… tremila ducati… credo di poter accettare la sua firma. Odio Antonio. Come somiglia a un pubblicano leccapiedi! Lo odio perché è cristiano: più ancora, perché nel suo umile candore presta denaro gratis, e qui a Venezia fa scendere il tasso d’interesse. Se lo becco una volta sbilanciato sfogherò il vecchio rancore che gli porto. Odia il nostro santo popolo, e inveisce (proprio dove si raccolgono i mercanti) contro di me, i miei affari, il mio giusto profitto, che lui chiama usura. Maledetta la mia tribù, se gli perdono! Sto calcolando di quanto posso disporre, e a occhio, così a memoria, non posso mettere assieme tutta la somma di tremila ducati. Ma che importa? Tubal (un ricco ebreo della mia tribù) me li procurerà. Un momento, però: per quanti mesi li volete? Dimenticavo… tre mesi… me l’avevate detto. Bene, allora, l’obbligazione, vediamo. Ma sentite, non avete detto che non prendete a prestito né prestate a interesse? Quando Giacobbe pascolava il gregge di suo zio Labàno… dopo il santo Abramo, grazie a ciò che fece per lui la saggia madre, egli fu il terzo proprietario. Sì, fu il terzo. No, non prese interessi, non come voi dite, interessi diretti. Ecco cosa fece Giacobbe. Quando ebbe stipulato con Labano che tutti i nuovi agnelli pezzati e vergati sarebbero stati il suo salario, alla fine d’autunno le pecore in calore si volsero ai montoni, e mentre quei lanosi procreatori erano proprio nell’atto della monta il furbo pastore pelò certi virgulti e mentre si compiva l’atto di natura li piantò davanti alle pecore in calore che, concependo, al momento di figliare partorirono agnelli vergati tutti di Giacobbe. Era un modo di profittare, e fu benedetto: e benedizione è il profitto, se non è rubato. Tremila ducati sono una bella somma. Tre mesi su dodici, vediamo l’interesse. Se la scadenza non venisse rispettata, che ci guadagnerei a esigere la penale? Una libbra di carne umana levata ad un uomo, non vale né rende tanto quanto la carne di montone, manzo o capra. Ma è per conquistarmi il suo favore, dico, che gli faccio questa cortesia. Se l’accetta, bene; se no, tanti saluti; e vi prego, non maltrattatemi pel mio atto di bontà. (Meditazione sul personaggio Shilock nel: Il mercante di Venezia di William Shakespeare).

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 UN  CUORE 
Un cuore 
batte nel corpo vuoto. 
Non più il sangue 
riscalda le membra vizze 
ma il cuore batte 
batte l’aria! 
Il sangue 
seminato dalle ferite 
dagli amori lasciate 
ha riempito le impronte 
che una vita 
per il proprio cammino 
riuscì ad imprimere. 
La terra 
spugna mai sazia 
ha assimilato 
quelle orme ricolme 
e al mattino
solo v’è rimasto
quel colore rosso 
che brilla al sole. 
Rugiada della notte 
che al giorno fuggi 
nasconderai per la cecità 
agli occhi donata 
da un sole troppo vivo 
le immagini dei ricordi. 
-Renzo  Mazzetti-

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