LUNA
lunedì, 26 dicembre 2011
LUNA
La Luna era quasi piena, entrava attraverso la finestra
spalancata e riempiva la mia stanza. A letto non riuscivo a dormire. Sentivo
ardere in me una febbre gioiosa, che altro non era se non la vita. Mi alzai,
immersi nell’acqua le mani e il viso, poi, aperta la porta a vetri, uscii. Era
tardi, non un rumore, non un soffio di vento, l’aria stessa pareva addormentata.
Si sentivano appena, in lontananza, i cani arabi che, come sciacalli, guaiscono
tutta la notte. Davanti a me, il cortiletto, vi cadeva, dal muro di fronte, una
striscia d’ombra obliqua. I palmizi uniformi, senza più né colore né vita,
sembravano diventati immobili per sempre. Ma nel sonno si trova ancora un
palpito di vita, là invece non una cosa sembrava dormisse, tutto era come
morto. Quella calma mi spaventò, e d’improvviso mi invase di nuovo, come per
protestare, imporsi, desolarsi nel silenzio, il sentimento tragico della mia
vita, così violento, quasi doloroso, e così impetuoso che mi sarei messo a
gridare, se avessi potuto gridare, come le bestie. Mi presi una mano, ricordo,
la mano sinistra nella destra, volli portarla alla testa e lo feci. Perché? Per
convincermi di essere vivo e sentire che era una cosa straordinaria. Mi toccai
la fronte, le palpebre. Un brivido mi prese. Verrà il giorno, pensai, verrà il
giorno in cui, anche se sarò disperatamente assetato, non avrò più la forza di
portarmi l’acqua alle labbra. Rientrai, ma non andai subito a letto. Volevo
fermare quella notte, imprimere il ricordo nel pensiero, trattenerla. Non
sapendo casa fare, presi un libro, la Bibbia, l’aprii a caso. Chino al chiarore
della Luna riuscivo a leggere. Lessi queste parole di Cristo e Pietro, queste
parole, ohimé! Che non avrei più dimenticato:”Adesso tu ti cingi da solo e vai
dove vuoi andare, ma quando sarai vecchio, tenderai le mani… tenderai le
mani…”.
I N D O V I N A L’
I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ?????????
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G U A R D A M I
Guarda la luce
del Sole che tramonta.
Guarda la luce riflessa
dalla Luna che sorge.
Guarda quei lumini
delle lucciole
che si accendono e si spengono
mentre si muovono silenziose.
Guarda quella luce
dal colore indefinibile
del bruco che striscia
sopra la foglia verde
nella calma e tiepida notte.
Guardami
sono a te vicino.
Senti che desidero
un semplice lieve bacio.
-Renzo Mazzetti-
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