PIONIERI
MARTEDÌ, 31 MAGGIO 2011 PIONIERI Morto ottantenne, dopo una vita piena e feconda di opere, è ormai anch’egli una voce di Spoon River. A quale lo paragoneremo? A Petit, il poeta che cantava <le villanelle, i rondelli, i rondò> mentre invece Omero e Whitman ruggivano tra i pini? A John W. Burleson che sposò la figlia di un banchiere e scrisse saggi, frequentò gli intellettuali, ma non poté mai scrivere un verso, un solo verso che durasse? A Jack il suonatore ambulante che nell’aldilà con tutti i suonatori <dal più grande al più umile>, seduto ai piedi di un cieco <dalla fronte grande e bianca come una nuvola>, lo ascolta cantare della caduta di Troia? E’ notevole che come tutto o quasi l’altra gente di Spoon River, anche i suoi poeti siano esseri frustrati, delusi o rassegnati e pusilli. Non sembra che la vita di Lee Masters fosse tale, data la sua esteriore riuscita e pienezza. E non sembra nemmeno che egli ignorasse il brivido, la gioia della grande...