TERRIBILE LEZIONE

LUNEDÌ, 23 MAGGIO 2011

TERRIBILE LEZIONE

Chissà se ci sono, in URSS, avversari del nucleare. Di certo il professor Ivan Jakovleviv Emelianov non fa parte di questa schiera. E’ un nuclearista tranquillamente convinto. Anzi, è uno dei protagonisti assoluti della programmazione nucleare dell’URSS: membro corrispondente dell’Accademia delle scienze dell’Urss, vicedirettore dell’Istituto di impiantistica energetica, laureato con il premio Lenin e, per ben tre volte, con premi statali. Quante centrali ha progettato? Ivan accenna un gesto della mano che vuol dire molte. Ha fatto parte dello staff di progettisti della prima centrale elettro-nucleare del mondo, quella di Obninsk, nei pressi di Mosca. Un prototipo, rileva con orgoglio, che funziona ancora adesso, dopo oltre trent’anni di attività. Ma ha firmato, tra l’altro, anche il progetto della centrale di Ignalyn, in Lituania (con generatori Brmk di potenza fino a 1500 megawatt, un record mondiale per quel tipo di reattori) e quello dei primi due blocchi della centrale di Belojarsk. Insomma, un’autorità di primo piano in materia. ….

Certo è che prima di Chernobyl si respirava, tra i tecnici e i responsabili sovietici, un’atmosfera di totale sicurezza. Ricordo che, proprio nello scorso gennaio, andai a visitare la centrale atomica di Novovoronezh, a circa quattrocento chilometri a Sud-Est di Mosca. Parlando con i responsabili della centrale ne ricavai l’impressione che l’eventualità di un incidente fosse considerata del tutto remota, impossibile. Uno dei responsabili mi spiegò perfino che l’idea di costruire le centrali nucleari lontano dai centri abitati sarebbe stata presto rivista, dopo trent’anni di esperienze che dimostravano l’assoluta sicurezza di quel tipo di impianti. E aggiunse, si trattava del vicedirettore per le ricerche scientifiche di quella centrale, che le nuove centrali atomiche per la produzione di calore erano ormai progettate (qualcuna in costruzione) a due o tre chilometri da centri abitati, anche di grandi dimensioni. Ma non era solo l’idea di un tecnico locale, per quanto qualificato. Cose analoghe si potevano leggere negli articoli di alte personalità dell’Accademia delle scienze e dei responsabili del settore. Di Andranz Petrosiantz, presidente del Comitato statale per l’utilizzazione dell’energia atomica, agli accademici, e sono solo alcuni esempi, Legasov e Feoktistov, che pubblicarono sulla rivista Natura del novembre 1985 un articolo in cui concludevano per l’assoluta sicurezza delle centrali nucleari. Inoltre, cito sempre indicazioni ufficiali sovietiche, non solo si progetta di aumentare la potenza dei diversi tipi di generatori nucleari prodotti dalla tecnologia sovietica, ma anche di aumentare il numero dei generatori in numerose centrali atomiche esistenti. La mia domanda è questa: non sarà necessario ora rivedere molti di questi giudizi e indicazioni? Ivan riflette qualche secondo. [poi risponde] Il terzo reattore che era contiguo al quarto, si è salvato nonostante la gravità dell’avaria. Questo vuol dire che i sistemi protettivi hanno funzionato, almeno in parte. Ma credo che diversi aspetti tra quelli che lei ha menzionato debbano essere riesaminati. Uno è quello della maggiore o minore vicinanza delle centrali alle città. Penso che più saranno lontane, meglio sarà. ….

Ciò che è accaduto a Chernobyl ha demolito l’idea che incidenti, anche gravissimi, non possono accadere. ….

La terribile lezione di Chernobyl è ora a disposizione di tutti. Perché ci si rifletta a fondo.

[Frammenti dell'intervista a Ivan]. 27 maggio 1986.

 INDOVINA   L’ INDOVINELLO:

 CHI   HA   FATTO   QUESTA

 INTERVISTA?

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 MOMENTI
Sento ne l’aria una fragranza nova
 Non so da che beati orti spirante,
 Uno zefiro che vola e si rinnova
 Con umani bisbigli in tra le piante.
 
Io non so dove corra e donde mova
 Di tanta pace la dolcezza, errante
 Ne steli arsi de l’erbe ravvivante.
 
Eco sei tu del grande inno che canta
 Natura, o sei di cielo un rapimento,
 Dolce armonia che a me gioia rimeni?…
 
Ma già si turba il puro azzurro; e sento
 La procella che rugge, e abbatte, e schianta;
 Ne l’aer fosco guizzano i baleni.
 -Francesco Saverio Tozzi- 



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