UMANO

 

VENERDÌ, 27 MAGGIO 2011

UMANO

 

Quando entrava e saliva sulla piattaforma nel punto più basso dell’anfiteatro, la sua presenza era immediatamente percepibile. C’era in lui una sorta d’autorità che imponeva il silenzio e attenzione assoluta, prima ancora che pronunziasse una parola. Gli studenti gli tributavano un raro rispetto. Non solo lo ascoltavano con assoluta concentrazione per tutta l’ora, mentre camminava avanti e indietro, ma se al suono della campana non aveva finito, il fruscio dei quaderni non iniziava finché la lezione non era ufficialmente conclusa. Un giorno, poco dopo l’inizio del semestre, raccolsi abbastanza coraggio per domandare un colloquio perché mi aiutasse a compilare una bibliografia di opere filosofiche di base. Convinta di dover aspettare delle settimane, fui sorpresa quando mi disse che era libero quel pomeriggio stesso. Da lontano sembrava irraggiungibile. Suppongo che, sommati insieme, la sua statura, i capelli bianchi, il forte accento straniero, la straordinaria sicurezza di sé e la sua enorme cultura lo facessero apparire senza età, il filosofo per eccellenza. Da vicino, era un uomo dallo sguardo acuto e limpido, con un sorriso fresco ed estremamente umano. Cercando di spiegare il motivo dell’appuntamento, gli dissi che dopo la laurea volevo perfezionarmi in filosofia, forse all’Università di Francoforte, ma che studiando filosofia per conto mio avevo letto senza metodo, senza preoccuparmi delle nazioni e dei nessi storici. Da lui -se non pretendevo troppo- volevo un elenco di opere, e una sequenza in cui dovevo leggerle. E se me lo consentiva, volevo iscrivermi al suo corso per laureati sulla Critica della ragion pura di Kant. Vuole veramente studiare filosofia? mi chiese lentamente, scandendo bene ogni parola. La fece sembrare una domanda estremamente seria e profonda, l’iniziazione a una società segreta che, una volta ammessi, non si può lasciare mai più. Temevo che un semplice sì sarebbe suonato vuoto e superficiale. Vorrei vedere almeno se ne sono capace, fu tutto quello che mi riuscì di pensare e di rispondere. Allora dovrebbe cominciare coi presocratici, poi Platone e Aristotele. Torni la settimana prossima e discuteremo i presocratici. Non immaginavo che dalla mia piccola richiesta sarebbero nate stimolanti discussioni settimanali sui filosofi che mi indicava, discussioni che mi diedero della storia della filosofia un panorama assai più vivo e appassionante di quanto avrei mai potuto ricavare da un arido corso elementare. (meditazione leggendo sull’incontro con Marcuse di Angela Davis).

 

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-DA POEMI-

 

LO SCONOSCIUTO

 

L’hai veduto passare stasera?

 

L’ho visto.

 

Lo vedesti ieri sera?

 

Lo vidi, lo vedo ogni sera.

 

Ti guarda?

 

Non guarda da lato,

 

soltanto egli guarda laggiù,

 

laggiù dove il cielo incomincia

 

e finisce la terra, laggiù

 

nella riga di luce

 

che lascia il tramonto.

 

E dopo il tramonto egli passa.

 

Solo?

 

Solo.

 

Vestito?

 

Di nero, è sempre vestito di nero.

 

Ma dove si sosta?

 

A quale capanna?

 

A quale palazzo?

 

-Aldo Palazzeschi-

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