ESEMPIO

MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011





Dea: = 

Che bello guardarsi allo specchio senza sputarsi in un occhio.





ESEMPIO

Un ultimo esempio, compagni, per concludere. Questo è l’anno in cui celebreremo il 40° anniversario della scomparsa del nostro Antonio Gramsci. Qualche compagno, nelle settimane scorse, ha affermato giustamente che non è possibile trovare in Gramsci spiegazione o giustificazione di ogni aspetto della nostra odierna politica. Io dico che non solo non è possibile ma, aggiungerei, che sarebbe assurdo, e che anzi alcune analisi di Gramsci, certe sue indicazioni sono chiaramente superate. Ma a questo punto, ecco farsi avanti ancora certa gente, quella di prima, che forse non ha letto neppure una pagina intera di Gramsci, e che ci invita a disfarci di lui, a gettarlo a mare. Ebbene, no! Gramsci, come Togliatti, restano i nostri grandi maestri; senza il loro apporto di pensiero e di azione la nostra politica non sarebbe neppure sorta, né potrebbe avere gli sviluppi che oggi cerchiamo di darle. Ecco perché invitiamo tutti i nostri compagni, i nostri giovani in modo particolare, e anche qualche pontefice della cultura, a leggersi e a rileggersi, con spirito critico, certo, sia Gramsci che Togliatti, per apprendere da loro non solo le cose che hanno scritto, ma anche il metodo giusto per comprendere e interpretare, da rivoluzionari, la storia che cammina, la realtà che si trasforma. Si disilludano, dunque, quanti puntano e premono dalle colonne di certi giornali, di certi rorocalchi, per spingere il nostro partito [ il Partito Comunista Italiano] o verso chiusure dogmatiche, conservatrici, che ci ridurrebbero incapaci di cogliere il nuovo e di sviluppare, di superare elaborazioni vecchie che non reggono più, o verso la svendita del nostro grande patrimonio. Ai nostri compagni, proprio in questo momento che, ancora una volta, è di dura prova per il partito [P.C.I.] e per il popolo italiano, diciamo che dobbiamo tendere ogni nostra energia in un incessante sforzo innovativo e inventivo e, al tempo stesso, rimanere fedeli ai principi comunisti. E, di fronte a certi petulanti, lasciate, compagne e compagni, che, concludendo, io ricordi quel famoso verso di Dante con cui Carlo Marx chiuse la prefazione alla prima edizione del Capitale: << Segui il tuo corso e lascia dir le genti >>. -Enrico Berlinguer- : Conclusioni all’assemblea degli operai comunisti lombardi. Punto d) : sui nostri grandi maestri Gramsci e Togliatti. Milano, Teatro Lirico, 30 gennaio 1977, Editori Riuniti.

IL COMUNISMO
IL COMUNISMO PER NOI NON E’
UNO STATO DI COSE
CHE DEBBA ESSERE INSTAURATO,
UN IDEALE AL QUALE LA REALTA’
DOVRA’ CONFORMARSI.
CHIAMIAMO COMUNISMO
IL MOVIMENTO REALE CHE ABOLISCE
LO STATO DI COSE PRESENTE.
-Carlo Marx-

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