MONELLACCIO
martedì, 17 maggio 2011
MONELLACCIO
Il monellaccio, per arrivare più presto a casa, scappa
attraverso ai campi. Appena entrato chiude con il paletto la porta e si mette a
sedere contento. Ma un insistente cri-cri lo impaurisce e sulla parete vede un
Grillo. Quel Grillo non è un semplice Grillo perché parla ed ha più di cento
anni. Vai subito via dalla mia casa brutto Grillo! Troverai solo guai a
ribellarti al padre, monellaccio, non avrai mai bene e prima o poi te ne
pentirai. Dici pure quel che ti pare Grillo ma io non rimarrò qui, non voglio
andare a scuola e non voglio studiare. Mi diverto di più a correre dietro le
farfalle e a salire sugli alberi per prendere gli uccellini dai nidi. Povero
monellaccio lo sai che a fare così tutti si prenderanno gioco di te
approfittando della tua ignoranza? Se non vuoi andare a scuola allora impara un
mestiere per guadagnarti da vivere onestamente. Ma al monellaccio piace solo
mangiare, bere, dormire, divertirsi a fare il vagabondo senza arte ne parte. Il
Grillo ammonisce il monellaccio dicendo che tutti quelli che si comportano a
quel modo prima o poi finiscono in prigione e si ammalano. Smettila Grillo, se
perdo la pazienza per te sono seri guai! Ma il saggio Grillo insiste e ribatte
che gli fa proprio compassione perché il monellaccio è proprio un burattino con
la testa di legno. Il monellaccio salta su pieno di rabbia, scaglia
violentemente un martello e il povero Grillo rimane schiacciato sulla parete.
(ricordo del racconto della nonna su: Pinocchio di Carlo Collodi).
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ARIA DEL DIO DELLA FELICITA’
Mi fai spuntar le lacrime, fratello,
vedo che la tua vita non è allegra.
Ecco una mela: io ne possiedo tre,
perciò una la regalo a te.
Non ci vedo niente di eccezionale:
e l’uno e l’altro possiamo vivere.
Solo i semi, promettimelo,
avido non inghiottirli,
sputali invece a terra
prima che mi allontani.
E se poi cresce un melo
dentro il tuo campicello
vieni a prenderti i frutti:
è il tuo albero, quello.
-Bertolt Brecht-
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