MONNA GOSTANZA
venerdì, 31 dicembre 2010 MONNA GOSTANZA Lei, Gostanza, prende i calzoni, li mette ora in una maniera ora in un’altra. E, mentre fa queste cose, dice che non devo aver paura: il mi’ figliolo – dice – torna grasso e fresco come una rosa in capo a poco tempo. Che lasci fare a lei. E io dico che sono lì per questo. Eppoi mi dà la medicina. Devo prendere tre pizzichi di garofani e una noce moscata. La noce moscata va pestata. E poi devo prendere nove coppie di uova e dargliene due ogni mattina, con il garofano e la noce moscata pestata. Poi devo prendere un paio di pollastre e cuocerle in due volte. E ne devo fare una scodella di brodo che il mi’ figliolo deve bere. Eppoi deve mangiare le pollastre con i garofani e la noce moscata… A San Miniato mi portano. E a San Miniato mi mettono nelle segrete del vicario messer Tommaso Roffia. Lui, quello che non remola. Mi ci tengono chissà quanto tempo. Al buio. Al freddo. Ma io ho le ossa dure. E non sto a grattare le orecchie a nessuno. ...