ACCENNO
martedì, 30 novembre 2010 ACCENNO Anche chi ha appena sentito parlare di Antonio Gramsci e lo colloca a malapena tra i leggendari leader storici del comunismo, o della galleria dei martiri dell’antifascismo, non si deve sentire intimidito: le lettere parlano da sole e parlano un linguaggio semplice, accessibile a chiunque abbia mente e cuore, il giovane e l’anziano, chi ha fatto appena la terza elementare e chi ha una laurea. In primo piano sta una tragedia personale. Sono, quasi tutte, lettere familiari. Le prime portano la data del novembre 1926 allorquando Antonio Gramsci, segretario del Pc d’Italia, fu arrestato nonostante non avesse violato alcuna legge e fosse un parlamentare. Arrestato, confinato, processato, condannato a venti anni di reclusione. A volte, dibattendo di questa o quella questione ( le razze, ad esempio ) Antonio ne approfitta per fornire uno spaccato autobiografico, persino da albero genealogico: Io stesso non ho razza; mio padre è di origine albanese recente...