UN DENTISTA

 

giovedì, 18 novembre 2010

UN DENTISTA

Cara Kitty, grande novità, ci sarà un ottavo inquilino! Sì, già da sempre eravamo convinti che qui c’è spazio e cibo a sufficienza per un’ottava persona. Avevamo solo paura di approfittare troppo di Kugler e Kleiman. Ma adesso che le notizie sugli ebrei sono ancora peggiorate, papà ha parlato con i due interessati e loro sono stati subito d’accordo. Il pericolo per sette o otto persone è uguale, hanno detto, ed è vero. Stabilito questo, ci siamo guardati intorno mentalmente nella nostra cerchia di amici in cerca di una persona sola che potesse adattarsi alla nostra famiglia di clandestini. Non è stato difficile trovare qualcuno che avesse le caratteristiche giuste. Dopo che papà aveva scartato tutti i parenti dei Van Daan la scelta è caduta su un dentista di nome Alfred Dussel. Vive con una donna cristiana simpatica e molto più giovane con cui probabilmente non è sposato, ma questo non c’entra. Si dice che sia un uomo tranquillo e gradevole e, anche se lo conosciamo solo superficialmente, pare che sia simpatico tanto ai Van Daan quanto a noi. Anche Miep lo conosce, così può avviare lei la cosa. Quando verrà, Dussel dovrà dormire nella mia stanza al posto di Margot alla quale sarà assegnato il letto pieghevole. Gli chiederemo di portare qualcosa per tappare molari bucati. Tua Anne. Martedì 10 novembre 1942.

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 LA BAMBINA DI POMPEI
 Poiché l’angoscia di ciascuno è la nostra
 Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
 Che ti sei stretta convulsamente alla tua madre
 Quasi volessi ripenetrare in lei
 Quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
 Invano, perché l’aria volta veleno
 E’ filtrata a cercarti per le finestre serrate
 Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
 Lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
 Sono passati e secoli, la cenere si è pietrificata
 A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
 Così tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
 Agonia senza fine, terribile testimonianza
 Di quanto importi agli dei l’orgoglioso nostro seme.
 Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
 Della fanciulla d’Olanda murata fra quattro mura
 Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
 La sua cenere muta è stata dispersa dal vento,
 La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
 Nulla rimane della scolara di Hiroschima,
 Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
 Vittima sacrificata sull’altare della paura.
 Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
 Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
 Ci bastano d’assai le afflizioni donate dal cielo.
 Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
 -PRIMO LEVI-

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