MURO E SOCIALISMO

sabato, 9 novembre 2019

LA LIBERTA’
Il libero sviluppo di ciascuno
è condizione per lo sviluppo di tutti. 
-Karl Marx-

MURO E SOCIALISMO

Dietro il muro che regime dominava? I nemici sprezzanti: il comunismo; i simpatizzanti: il socialismo fin lì realizzato o non realizzato; c’è chi dice: l’equilibrio del terrore e la guerra fredda; altri: dominava una dittatura militare. Dietro la Cortina di ferro c’era un regime dittatoriale, brutale e vi dominava un regime di polizia, militare, imperialista, definito anche statalista perché tutto era dello Stato, cioè, in teoria, di tutti, però nessun cittadino si sentì depredato del proprio lavoro, della pubblica istruzione, dell’assistenza, della sicurezza, del benessere e, perciò, non si oppose e felice esultò per il sovvertimento che cambiò Mosca e tutto il Patto di Varsavia. Leggiamo la poesia, l’inno dell’Internazionale dei Lavoratori e abbiamo la prova che ben poco o niente della lotta dei lavoratori (uno Stato libero di liberi lavoratori) esisteva nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). In Germania crolla il muro della vergogna e vince la pace. Ma non c’era guerra combattuta. C’era uno Stato oppressivo militare e di polizia. In Italia i comunisti con molti altri sono stati i campioni della guerra di Liberazione contro la sanguinaria dittatura fascista, e, dopo, difensori della libertà e della democrazia, padri della Repubblica hanno contribuito a scrivere la Costituzione democratica antifascista, però, inquinati, cambiarono pelle e gettarono la bandiera rossa nel fosso, disertarono la lotta di classe per lo sviluppo della democrazia e lasciarono completamente mano libera al capitalismo e al sistema mercato. Perciò il popolo perde sovranità e cade in balìa della destra estrema e degli argomenti demagogici, e i lavoratori, senza più un loro partito, sono abbandonati nella nera disperazione. Il mondo, pieno di guerre e di immani tragedie, va incontro alla distruzione. (Ricordo da un racconto di Vasco).

L’INTERNAZIONALE
Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in petto ci è fiorito,
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell’officina,
entro terra, nei campi, in mar
la plebe sempre all’opra china
senza ideali in cui sperar.
Su, lottiamo! l’ideale
nostro al fine sarà
l’Internazionale
futura umanità.
Un gran stendardo al sol fiammante
dinanzi a noi glorioso va,
noi vogliam per esso siano infrante
le catene alla libertà.
Che giustizia al fin venga, vogliamo:
non più servi, non più signor;
fratelli tutti esser dobbiamo
nella famiglia del lavor.
Su, lottiamo! l’ideale
nostro al fine sarà
l’Internazionale
futura umanità.
Lottiam, lottiam, la terra sia
di tutti eguale proprietà,
più nessuno nei campi dia
l'opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata,
non nemica ai lavorator,
così la vita rinnovata
all’uom darà pace ed amor.
Su, lottiamo! l’ideale
nostro al fine sarà
l’Internazionale
futura umanità.
Avanti, avanti, la vittoria
è nostra e nostro è l’avvenir;
più civile e giusta, la storia
un’altra era sta per aprir.
Largo a noi, all’alta battaglia
noi corriamo per l’Ideal.
Via, largo, noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal.
Su, lottiamo! l’ideale
nostro al fine sarà
l’Internazionale
futura umanità.
-Eugène Potter- (Poeta della Comune di Parigi).

Vedi:

ABDULLAH OCALAN = ANTONIO GRAMSCI

L’INTERNAZIONALE


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