ABDULLAH OCALAN = ANTONIO GRAMSCI
mercoledì, 23 ottobre 2019
ABDULLAH OCALAN = ANTONIO GRAMSCI
Il futuro si nutre del passato e diviene presente, è il motto della terza pagina di “Miao!” che fa una interessante analisi tra i regimi nazi-fascisti e le loro guerre d’aggressione d’ieri e la guerra d’aggressione turca di oggi contro il popolo curdo. Una leggenda narra che il tiranno Zohak aveva due vipere sulle spalle, nutrite ogni giorno con i cervelli di due giovani Kurdi. Il fabbro Kawa, impugnando il maglio, giudò l’insurrezione che liberò il paese. Per annunciare il “Nuovo Giorno” di libertà, vennero accesi fuochi di vetta in vetta, sulle montagne. Era il 21 Marzo del 612 a.C. (avanti Cristo), eccetera. Continua: La dittatura fascista riteneva Parmiro Togliatti un attentatore, Sandro Pertini un individuo capace di commettere attentati, il cervello di Antonio Gramsci non doveva più funzionare e fu incarcerato fino alla morte; perseguitò, incarcerò, torturò, assassinò tantissimi oppositori che combattevano per la libertà e la democrazia e ci vollero vent’anni di Resistenza e la Seconda guerra mondiale per liberare l’Italia e il mondo dalle guerre d’aggressione delle nere dittature, eccetera. Poi prosegue: Oggi c’è Trump che dice che il Partito dei Lavoratori curdo è peggiore dei tagliagola dai neri vessilli, e, infatti, dopo aver beneficiato del sacrificio della vita dei curdi nella guerra contro il terrorismo, abbandona il campo per lasciare la strada libera all’invasione turca. Poi arriva anche la Russia ad aiutare a rubare la terra altrui, eccetera. L’articolo si chiude: Usare le armi e sommare ingiustizia a ingiustizia, oppressione a oppressione, distruzioni a massacri, deportazioni di popolazioni, si diffonde odio che genera altro odio, si rinfocolano i conflitti fino a giungere alla Terza guerra mondiale. (Ricordo da un racconto di Vasco).
INNO ALLA RESISTENZASono un Pesh merga del Kurdistanpronto, nel cuore dei miei campi.Con la mente, con i beni, con la vitadifenderò la mia terra.Non alzerò le maninon getterò le armivincerò o morirò.Non voglio vivere da servopieno di vergogna e di rabbia.Salverò il mio paese, il mio popolo,con la vita pagherò la libertà.Non alzerò le maninon getterò le armivincerò o morirò.Giuro su questo Kurdistan dai mille colorisu questa terra che è il mio paradisosu questi Kurdi che affrontanomorte, massacri, carcerenon alzerò le maninon getterò le armivincerò o morrò.-Ibrahim Ahmad-
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