PARTITI PARALLELI
giovedì, 16 aprile 2015
PARTITI PARALLELI
C’era una volta il tempo “democratico” in cui la
partecipazione dei cittadini era organizzata tramite associazioni politiche
denominate “Partiti”; la democrazia era considerata sufficiente se assicurava
l’attiva e completa partecipazione in particolare alle elezioni in qualità di
votanti e di candidati. La partecipazione era talmente alta per cui persino un
operaio veniva eletto Sindaco, Deputato o Senatore e un partigiano,
antifascista socialista amico dei comunisti, addirittura Presidente della
Repubblica. Il tempo “democratico” prese avvio ed ebbe grande apprezzamento
dopo la Resistenza e la guerra di Liberazione dalla drammatica e luttuosa
dittatura fascista. Il Partito Comunista Italiano, che perseguiva la “via
italiana al socialismo”, si sciolse per formare una “nuova formazione
politica”, disperdendo tutti coloro che da comunisti volevano continuare la
lotta democratica per il cambiamento della società; vi furono varie
competizioni intestine e cambiamenti di denominazione fino ad arrivare alla
formazione del “Partito Democratico”. La Democrazia Cristiana, partito che era
sempre stato al governo per mezzo secolo, si sciolse e i suoi componenti, oltre
a costituire nuove formazioni politiche, entrarono a far parte di altre: i
“democristiani” mantennero -mimetizzati in un modo o nell’altro- tutte le
posizioni di potere e mitizzati ritornarono alla luce più vispi di prima nelle
sembianze di giovani e nuovi governanti. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
Vedi: IL COMPITO A CASA (30 marzo 2015).
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