LUIGI RONCAGLIA PRESIDENTE
martedì, 27 gennaio 2015
LUIGI RONCAGLIA PRESIDENTE
Il Presidente non doveva essere un arbitro e tanto meno un
notabile. Per rappresentare l’unità dello Stato e garantire la Costituzione era
indispensabile trovare un personaggio dall’immagine onesta, dallo spirito
ribelle e orgoglioso, politicamente indipendente, laureato in legge e in
scienze politiche e sociali; nella giovinezza: una prima condanna per un
opuscolo antifascista, dopo, un’altra condanna a dieci mesi di carcere;
nell’esilio in Francia si fa chiamare Jean Gauvin, lavora come imbianchino,
manovale, comparsa cinematografica, tassista abusivo; dopo due anni, rientrato
clandestinamente in Italia, prende il nome di Luigi Roncaglia, partecipa
all’attività cospirativa; arrestato a Pisa, viene condannato a undici anni di
prigione; arrestato nuovamente è condannato a morte, viene fatto evadere; guida
a Milano, insieme a Luigi Longo e Leo Valiani, il Comitato Insurrezionale. Nel
discorso di insediamento: bisogna sia assicurato il lavoro a ogni cittadino, la
disoccupazione è un male tremendo che porta alla disperazione, chi vi parla può
dire per personale esperienza acquisita quando in esilio ha dovuto fare
l’operaio per vivere onestamente; ai funzionari di palazzo raccomanda: le mani
siano pulite. Una volta contestato dice: non cancellate gli operai, essi sono
parte dello Stato. Jean Gauvin Luigi Roncaglia Sandro Pertini, partigiani
socialisti amici dei comunisti, ottimi Capi dello Stato. (Ricordo da un
racconto di Rita).
Vedi: SOGNANO I POETI (12 gennaio 2015).
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