PRIVILEGI IRRAGIONEVOLI

 

venerdì, 24 maggio 2013

PRIVILEGI IRRAGIONEVOLI

A nessuno può essere concesso un diritto esclusivo a ciò che non è vietato dalla legge, perché si frauderebbero i cittadini di una parte della loro libertà. Accordare a qualcuno un privilegio esclusivo su ciò che spetta a tutti significherebbe fare torto a tutti in favore di questo qualcuno. E ciò rappresenta l’essenza della ingiustizia e della più assurda irragionevolezza. Tutti i privilegi sono, per la natura delle cose, ingiusti, odiosi, e contraddittori rispetto al fine ultimo di ogni società politica. I privilegi onorifici non possono essere salvati da questa proscrizione generale, in quanto posseggono il carattere di attribuire un diritto esclusivo a qualcosa che non è tutelato dalla legge; senza contare che, sotto la veste ipocrita dei privilegi onorifici, si tende a conseguire ogni genere di profitti pecuniari. Il titolo più meritevole della concessione di un privilegio onorifico sarebbe quello di aver reso un grande servizio alla nazione. Ebbene ricompensate pure il membro del corpo sociale che ha ben meritato; ma non fate l’assurda follia di svilire il corpo sociale nei confronti di un suo membro. L’insieme dei cittadini è sempre il soggetto principale per il quale si prestano quei servizi: può esso essere sacrificato ad un suo servitore, che merita soltanto un premio per averlo servito? (Meditazione sul Saggio sui privilegi di Emmanuel-Joseph Sieyès).

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[ Abolire la nomina di '' SENATORE A VITA '' con l'immediata decadenza di quelle esistenti ! ]

 U   O   M   O        G   I   U   S   T   O
 L’uomo giusto è sempre felice,
 e non c’è che una giustizia su questa terra:
 l’amore e la fede nella ”vita” .
 Per questo io fino ad oggi
 sono stato sempre ”felice”
 e spero e credo che lo sarò sempre .
 Questo è il mio misticismo:
 non ti lasciare ingannare
 se ti vogliono dire
 che questi sono bei sogni ”di gioventù”,
 ma che la vita … .
 Io
 meglio degli altri
 sono convinto che questa mia ”filosofia”
 è una filosofia di ”gioventù” .
 Ma sono anche convinto
 che proprio la ”gioventù”
 è la stagione nella quale l’uomo
 è più vicino alla giustizia e alla felicità
 (cioè alla ”verità”),
 perché è quella in cui gli è più facile
 restare fedele alla sua ”forza vitale” .
 E che l’uomo è perduto
 proprio quando non sa più essere ”giovane”,
 e comincia a disprezzare la verità
 chiamandola un sogno di gioventù .
 Si può morire giovani
 anche a novant’anni
 e vecchi a venti .
 Che io mi conservi giovane,
 che anche a cinquant’anni,
 conservi intatto il mio sogno ”di gioventù”,
 ”di felicità” .
 -Mario   Alicata-
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