GOLPE
martedì, 4 settembre 2012
UMBERTO TERRACINI Comunista, Presidente dell'Assemblea Costituente.
GOLPE
”Ho già detto molte volte che l’unica modifica costituzionale che io considero non solo possibile, ma necessaria, è la sostituzione nell’istituto parlamentare del sistema bicamerale con quello unicamerale. Per giustificare il sistema bicamerale si ricorre all’argomento dell’unità del ripensamento. Ma il ritmo di lavoro di un’assemblea parlamentare non è mai così precipitoso da non concederle di per sé tutto il tempo necessario a pensare e ripensare la materia cui si rivolge e si applica nel suo compito legislativo. L’esistenza di due camere comporta poi spesso che il cosiddetto ripensamento avvenga a distanza anche notevole dal primo pensamento, quando le componenti del complesso processo dal quale si generano le scelte sono mutate condizionando diversamente le decisioni del legislatore. Dal che dissidi, a volte insuperabili, fra le due istanze, a superare le quali il lento manovrare di forze interessate facilmente riesce a insinuarsi non certo a vantaggio della giusta pertinenza e della chiarezza del testo definitivo”.
La fine della Prima Repubblica è un pericolo reale?
”La fine della Prima Repubblica implica la formazione di una seconda. Ma non vedo in che cosa questa potrebbe differenziarsi dall’altra. A meno che il mutamento non avvenga per atto violento, diciamo con un golpe. Ma per giungere a tanto occorre prospettarsi l’ultimo deterioramento della nostra democrazia, un traguardo al cui raggiungimento validamente, ne sono certo, si opporranno risolutamente le grandi masse popolari, laboriose del nostro Paese. No, la Prima Repubblica vivrà nella sua continuità scandita dalla sempre maggiore sua adeguazione alla Costituzione, dalla progressiva compenetrazione democratica delle sue strutture civili sociali, e dall’ispessimento del suo più vario tessuto associativo a riparo e rimedio di rotture traumatiche e anche di lenti e insidiosi processi disgregativi”. (Meditazione su: ONOREVOLE TERRACINI, COSA MODIFICHEREBBE LEI DELLA COSTITUZIONE ? di Giuliano Capecelatro, GIORNI n° 9/1978).
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