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mercoledì, 14 ottobre 2009
In ogni tempo vi sono stati pensatori, poeti, filantropi, i quali hanno visto i mali della società e hanno cercato di porvi rimedio, sollecitando una nuova giustizia, perequatrice delle ricchezze e lottando per l’Ideale. Vi è un utopismo evangelico o ascetico; un altro filosofico-letterario, che, nei periodi di entusiasmo per le scoperte geografiche, ci trasporta attraverso la fantasia del viaggio in nuovi mondi ideali; vi è l’utopia socialista egualitaria; quella insurrezionale di Blanqui, che attende la liberazione dell’umanità da congiure di piccole minoranze di intellettuali; un utopismo anarchico piccolo borghese, come quello di Proudhon; quello riformista di Louis Blane; vi sono, come li chiama Engels, i tre grandi utopisti: FOURIER, SAINT-SIMON, OWEN. Questi grandi fratelli, non sognano più mondi ideali, ma cercano di avvicinarsi alla realtà pratica proponendo dei sistemi. Ognuno ha il suo: il primo progetta una società come fosse una grande casa dotata di tutto quanto possa occorrere per una comunità; il secondo progetta un particolare sistema industriale; il terzo propone la organizzazione di comunità agricola. Tutti si ingegnano per eliminare le ingiustizie sociali e far felice tutta l’umanità. L’utopia è il motore della storia. Chi smette di sognare è un morto vivente. Infatti chi avrebbe mai pensato che, il 14 ottobre 2009, un operaio potesse scrivere il proprio pensiero sullo schermo di un computer e con un semplice clic vederlo pubblicato nel mondo?
-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 14 Ottobre 2009 h.06,47)
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