RUSSI NOSTRI FRATELLI

RUSSI NOSTRI FRATELLI

(Ricordo da un racconto di Therios)

Da quando il mondo esiste, da quando la storia è stata scritta e raccontata, da quando le cronache militari hanno iniziato a tramandare le gesta dei conflitti, noi non siamo stati invasi dai russi. I russi non hanno mai invaso l'Italia. Ripeto: i russi mai e poi mai hanno aggredito l'Italia, o no? Mi sbaglio? Allora? Perché dobbiamo fare contro di loro la guerra? I russi sono nostri fratelli. Sapete perché: I russi ci hanno aiutato a conquistare la nostra libertà contro la barbarie nazifascista. Al di sopra di ogni sospetto, la garanzia di Churchill che alla Camera dei Comuni il 7 Novembre 1944 dichiara: “E' sulla Russia che si è addensato il maggior peso della lotta. Devo affermare che è stato l'Esercito Rosso che si è assunto il compito di ridurre a brandelli il nostro nemico. Ad onta di tutti i nostri sforzi, io credo che non ci sarebbe stato possibile, nel giro di pochi anni, attaccare e sbaragliare un esercito potente come quello tedesco, se l'Esercito Rosso non gli avesse inflitto sconfitte così spaventose e non avesse minato il morale di tutti i soldati del Reich”.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 22 Novembre 2024 h.07,33)

VEDI: PAROLE CONTRO BOMBE


RENATO (INVASIONE FASCISTA DELLA RUSSIA)
La notte, senza luna, rischiarata dalla splendente distesa di neve, era infinita,
perduta nell'irreale paesaggio. Accovacciato nella buca, insensibile, inesistente,
vuoto, piccola macchia grigia. Ascoltavo. Nessun movimento.
Solo il silenzio disturbava l'udito. L'inferno doveva essere con le stagioni
e a me era toccata questa. Ma... io non avevo peccato. Avevo sparato,
certamente non ucciso, sono sicuro, almeno spero. Non avevo peccato, prima.
Allora perché, perché all'inferno?
Ricordo la piazza piena di gente entusiasta nell'inneggiare al duce
che prometteva gloria e conquista. Ricordo la cartolina, il pianto di mia madre,
il canaglie! stretto tra i denti di mio padre, il lungo viaggio.
A morte i rossi! urlavano le camicie nere, mentre la mia angoscia pulsava nella gola.
Nell'occupazione della fabbrica, nelle manifestazioni cantavo L'internazionale,
invece diventai un traditore. Italiani! Arrendetevi! Urlava un altoparlante,
così come il giorno prima. Arrendetevi! Italiani! Arrendetevi!
Poi, profondo silenzio. All'improvviso un rumore assordante come di mille trattori.
Guardai in quella direzione e vidi solo il bianco della neve.
Il rumore aumentava sempre di più, assordante come di mille e mille e mille trattori.
Apparve, all'orizzonte una enorme macchia nera, dalla quale saettavano lunghe lingue di fuoco,
le esplosioni e il fischio dei proiettili laceravano l'aria, facendo schizzare la neve,
che ricadeva al suolo rossa di sangue, in mezzo alle grida di dolore.
La enorme macchia nera si avvicinava ingigantendosi, sempre più rumorosamente insopportabile,
sembrava che il cervello esplodesse. Poi, di nuovo, improvviso il silenzio. Italiani! Gettate le armi! 
Raggruppatevi! Camminate da quella parte! Avanti!
Il rumore dei motori ricominciò assordante e gli enormi carri armati,
con le lunghe lingue di fuoco, ripresero l'avanzata micidiale.
-Renzo Mazzetti- (5 Gennaio 2010)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.






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