VIRUS INFINITI (PALESTINESI ESTINTI)
VIRUS
INFINITI (PALESTINESI ESTINTI)
Il
lembo dell'estrema costa orientale mediterranea, che è la Palestina,
costituì sempre una posizione strategica di primo piano. Tale la
considerarono i romani, che vi soppiantarono la locale antichissima
civiltà ebraica, e i mercanti medioevali che con le Crociate
pensarono di aprirvi una porta verso oriente. Tale la considerò
sempre in epoca moderna l'Inghilterra che ne fece un baluardo
militare a difesa dei suoi petroli del Medio Oriente e delle sue
linee di comunicazione imperiali. I governi inglesi dimostrarono anzi
di annettervi un'importanza così grande da abbandonare qualsiasi
scrupolo pur di ottenerne e conservarne il dominio. Già parecchi
anni prima della guerra mondiale 1914-18 Londra cominciò i suoi
intrighi per strappare all'impero turco la Palestina e altri
territori del Medio Oriente. La Palestina era in quel momento il
centro di complesse aspirazioni nazionali: le popolazioni arabe,
desiderose di sottrarsi al giogo dell'impero ottomano, volevano che
essa facesse parte di uno stato arabo indipendente. Gli ebrei, sparsi
per il mondo dove più volte avevano subìto persecuzioni di ogni
genere, avevano dato inizio a un movimento per ricostituire in
Palestina, terra dei loro padri, una loro patria. Gli inglesi
promisero ad entrambi di soddisfare le loro contraddittorie
richieste, lettera di Mac Millan, 1915, agli arabi, e dichiarazioni
di Balfour, 1917, agli ebrei, e si fecero dare dalla Lega delle
Nazioni il mandato sulla Palestina, col preciso compito di istituirvi
una “home” nazionale ebraica. Si guardarono però dall'assolvere
l'impegno preso. Gli ebrei cominciarono ad immigrare in Palestina,
dove svolsero e svolgono una vasta attività civilizzatrice con la
creazione di fattorie collettive, veri modelli di agricoltura
razionale, con opere di bonifica, con la nascita di numerose
industrie. Da questa immigrazione nacquero i primi conflitti tra la
popolazione araba e i nuovi venuti, conflitti che gli inglesi fecero
di tutto per rendere più acuti, scontentando ora l'uno ora l'altro
dei contendenti. Gli inglesi, nel 1939 con un Libro Bianco,
dichiararono impossibile la formazione di uno stato ebraico
indipendente e posero un limite alla immigrazione ebraica. Dopo la
Seconda guerra mondiale la situazione palestinese viene complicata
dall'apparizione dell'imperialismo americano nel Medio Oriente. Gli
Stati Uniti, che durante la guerra si erano impadroniti di molte
concessioni petrolifere nei paesi arabi, vogliono partecipare al
controllo della Palestina, la cui importanza economica (per gli
oleodotti che l'attraversano) è strategica e non sfugge loro.
Comincia così, sotto l'apparente idillio, il conflitto fra i due
imperialismi. Gli americani, per la pressione di una gran parte
dell'opinione pubblica, decisero in un primo tempo di giocare la
carta ebraica, sperando di fare del nuovo stato una pedina della loro
politica nel Medio Oriente. Per questo appoggiarono l'immigrazione di
centomila ebrei e più tardi all'ONU si batterono per la spartizione
della Palestina in un stato ebraico e in uno arabo. Il movimento
sionista, sebbene fortemente controllato da alcuni gruppi
imperialistici, contiene una grande forza di progresso nella stessa
aspirazione nazionale che lo anima. I coloni ebraici che nelle loro
fattorie hanno già ottenuto alcune conquiste di tipo socialista
costituiscono un fermento di democrazia nel Medio Oriente che può
rappresentare un serio pericolo per gli imperialisti del petrolio. La
politica americana che è riuscita ad aggiogare al suo carro alcuni
stati arabi, è perciò rimasta sempre incerta e ha tentato, dopo un
primo momento filosionista, di procurarsi appoggi in tutti e due i
campi: in quello ebraico da usare come arma contro i rivali inglesi,
in quello arabo da usare come arma contro le avanguardie progressive
del movimento ebraico. Gli stati arabi, riuniti in una lega
controllata dagli inglesi, hanno infatti una fisionomia reazionaria
fra le più arretrate: si tratta di piccoli regni dispotici o retti
da piccole caste la cui permanenza al potere dipende solo
dall'appoggio di un imperialismo straniero. Per questa ragione
l'Inghilterra ha deciso invece di giocare la carta araba. Quando nel
1947 il governo di Londra capì che l'opinione pubblica mondiale gli
era dichiaratamente ostile per i continui conflitti che la sua
politica provocava in Palestina, l'Inghilterra ricorse ad un
espediente propagandistico: fece il gesto di rimettere tutta la
questione palestinese alle decisioni delle Nazioni Unite e
contemporaneamente annunciava di rinunciare al mandato. Di nascosto
si preparava però a restare nel paese sotto altra forma. L'ONU
adottò l'unica soluzione equa possibile: la spartizione della
Palestina in due stati: uno arabo, l'altro ebraico. L'Inghilterra
aizzò gli stati arabi, quasi tutti controllati militarmente e
politicamente da lei, perché non accettassero la soluzione e
minacciassero la guerra qualora essa fosse stata attuata ugualmente.
L'Inghilterra dichiarò più tardi di non potersi impegnare a
rispettarla lei stessa visto che gli stati arabi non erano d'accordo.
L'Inghilterra non volle neppure ritardare il ritiro delle sue truppe
tanto da permettere all'ONU di intervenire per far rispettare la
decisione presa. Il 15 maggio 1947, mentre ancora si discuteva al
Consiglio di Sicurezza, Londra ritirò le sue truppe dalla Palestina
e contemporaneamente muoveva gli eserciti arabi, da lei organizzati
armati e comandati, perché iniziassero l'invasione della Palestina.
L'Inghilterra usciva da una porta per rientrare dalla finestra. Gli
Stati Uniti, dopo aver approvato la spartizione, ritrattarono e
tentarono di imporre alla Palestina un mandato fiduciario per avere
una parte da leone. La manovra non gli riuscì e il presidente Truman
all'atto della creazione dello stato ebraico, diede il suo
riconoscimento alla nuova Israele. La mossa giunse improvvisa e
costituì il terzo voltafaccia americano sul problema palestinese. Ma
non doveva essere l'ultimo: quando Israele si trovò aggredita dagli
arabi, Washington si guardò bene dall'assumere un atteggiamento
energico in difesa degli ebrei. Gli Stati Uniti preferirono
continuare il doppio gioco, forti della loro potenza economica di cui
hanno bisogno sia gli arabi che gli ebrei. L'unica fra le grandi
potenze che, a detta di tutti gli osservatori, abbia mantenuto una
posizione coerente su una questione tanto delicata, è l'Unione
Sovietica che, dopo aver appoggiato la spartizione, riconobbe de jure
lo stato di Israele e si batté perché fossero adottate energiche
sanzioni contro gli stati arabi aggressori, proposta osteggiata
apertamente dagli inglesi e subdolamente dagli americani.
(Meditazione su: Palestina di ieri e di oggi. Storia di una
speculazione imperialistica su drammi di nazionalità e di razza.
Calendario del Popolo, Luglio 1948).
PIANTO PER GAZANon
c'è l'arteche
immortala Gazamoderna
Guernica,cosa
avvenne?Non
solo lacrimeangoscia
e sangueper
Spagna Repubblica aggredita,sangue
e distruzione mondiale.E
voi eredi, assassini di Gaza,noi
nei campi di sterminioa
noi dono salvezzae
terra dei senza Stato.Non
siete più Ebrei,i
vostri antichi martirisi
disperano e accolgono nel piantole
spoglie dei vostri crimini.
-Renzo Mazzetti- (martedì 29 luglio 2014, ore 18)
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
Vedi:
BERLINGUER POETA -20 Aprile 2021-
Commenti
Posta un commento