AUTONOMIE E POPOLO [ROMA LADRONA]
martedì, 23 luglio 2019
.LIBERO.
AUTONOMIE E POPOLO [ROMA LADRONA]
Le regioni non sono realtà statali che si sono federate e
hanno riconosciuto una superiore e comune autorità di governo nazionale; non
hanno generato una superiore realtà statale, ma, invece sono il tentativo dello
Stato nazionale di rifondarsi su basi nazionali; non sono neppure l’espressione
politica e la conquista di comunità locali che, con ciò, hanno
istituzionalizzato un loro potere nello Stato. Le regioni, al contrario, sono
istituzioni che cercano esse stesse di creare e conformare una società
regionale. Non è la società che ha prodotto le regioni: è la politica invece
che, in risposta ai fenomeni manifestatisi a fine anni ‘70, ha costruito sedi
istituzionali che vanno producendo una loro società. Il varo delle regioni, in
più di un caso, non ha corrisposto alle reali caratteristiche di bacini e
modelli di sviluppo già radicati. La preoccupazione Statal-nazionale, dominante
già nel dibattito nella Costituente e poi nel lungo ritardo a realizzare le
regioni, ha sempre temuto il modello e i pericoli di una frammentazione in
staterelli minori tendenti a non riconoscere la superiore autorità statale
[Roma ladrona] ma disposti piuttosto a una cooperazione federativa.
L’autonomismo democratico patriottico intelligente invece realizza un governo
nazionale fondato sulle sue regioni e perciò forte e unitario, e evita la
formazione di cittadelle fortificate che contrattano da posizioni di territorialismo
corporativo. La repubblica delle autonomie nega un nuovo e più radicato
principio di sovranità, ma riconosce a tutte le istituzionali pubbliche
posizioni sovrane. Occore una leale collaborazione tra le autonomie
territoriali e il potere centrale per realizzare una effettiva capacità del
popolo di essere sovrano. Per esempio: le prefetture vanno superate insieme ad
altri doppioni inutili e dispendiosi che ostacolano anche l’affermarsi di
reciproca fiducia; costituire una sola Camera e abolire il maledetto ritardante
e dispendioso, superato bicameralismo, utile al vecchio potere sopravvissuto
nella burocrazia borbonica per conservare previligi esosi, offensivi,
oppressivi. I liberaldemocratici preferirebbero costituzioni senza sovrano
piuttosto che fondare positivamente il principio rivoluzionario della sovranità
popolare? Sono smentiti dalle affermazioni forti del primo e secondo articolo
della nostra bella e dinamica Costituzione, articoli intesi come principi
regolatori di un processo da affermare nello sviluppo democratico, non come
proclamazioni enfatiche e astratte. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).
In una vecchia casa piena di cianfrusaglie,di storici cimeli, pezzi autentici ed anticaglie,c’era una volta un tarlo di discendenza nobileche cominciò a mangiare un vecchio mobile.Avanzare con i denti per avere da mangiaree mangiare a due palmenti per avanzare;il proverbio che il lavoro ti nobilita nel farlonon riguarda solo l’uomo, ma pure il tarlo.
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