COPYRIGHT
venerdì, 14 settembre 2018
COPYRIGHT
Il canto della civetta è particolare, tradotto in italiano suona: “Tutto mio”. L’opera è proprietà dell’autore ed’ è giusto il guadagno. “Tutto mio” è il copyright e il diritto di autore in rete, ma, come la mettiamo con il diritto di citazione, di paragone, di critica, di meditazione, dell’indovinare chi sia l’autore, di un riportare gli scritti in forma poetica? Che benefici traggono gli artisti purtroppo defunti? Nelle riproduzioni e nelle citazioni rinascono e vivono nelle loro opere, le quali, liberate dall’eterno sfruttamento dell’inumano egoismo e dall’ingordigia del sistema mercato, contribuiscono agli interessi artistici di altri autori, studiosi, amanti dell’arte, chicchessia viventi, ai pensieri, allo sviluppo dei cuori e dei cervelli, ai voli nell’infinito delle fantasie. Quando l’opera è diffusa l’autore è contento per la pubblicità gratuita che riceve. Quale danno arreca la citazione di una frase, di un verso, di una immagine, di una musica, di una pagina di un libro? E’ pubblicità gratuita, è uno stimolo alla curiosità che invita all’acquisto. Chi troppo vuole niente stringe. “Tutto mio” diventa il canto affossatore delle opere abbandonate solitarie invisibili. Nella notte, soffocata nel nero più nero della pece, gli spiriti dei creatori vagano disperati. (Ricordo da un racconto di Therios).
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