DUE POETI

 

giovedì, 6 settembre 2018

DUE POETI

Due poeti, uno figlio del sessantotto studentesco e l’altro dell’autunno caldo operaio, ricordano la poesia * “L’eroina”; eguagliano la droga al veleno sociale diffuso dal sistema del capitale, del suo sottile insinuarsi nelle coscienze trasformandole in incoscienze, nelle sapienze soffocate dalle ignoranze diffuse, dagli egoismi esaltati nelle cattiverie; in sintesi: nella pratica, bestiale più delle bestie, del più forte. Nelle caverne non solo il più forte fisicamente vinceva, ma ancora di più dominava e sfruttava quando sommava alla forza fisica la furbizia maligna. I padroni, gli imprenditori e gli artigiani scendono in piazza con i loro sfruttati, dipendenti, operai, salariati, collaboratori? Ebbene, agli smemorati e agli ingenui tutto potete dare a “bere”: ma non siamo tutti “figli di mammà” e “figli di papà”, per non parlare dei figli di puttana! (con tutto rispetto per le lavoratrici del sesso, ma è un modo antico di dire per meglio far capire). Comunque, dei famosi quarantamila nessuno sa e ricorda? Quaranta ladroni? Macché, quarantamila crumiri che scesero in piazza a Torino a sostegno del padrone. Domanda seria e vera: Dove è finita la grande FIAT italiana? Prima gli italiani? Sì! All’epoca furono i primi ad essere ingannati. (Ricordo da un racconto di Therios). [ * in Creato ]

POVERA MACCHINA MORTA
(Dedicata al crumiro)
Eri nella fatica assillante
che nella massacrante cadenza
ottenebrava il cervello
e affiacchiva le membra.
Al ritmo della catena di montaggio
nella fabbrica prigione
vegetavi invecchiando
e alla sera avevi già sonno
prima del “Carosello”.
Ma il tuo era un altro mondo
non quello illuso pari a te stesso
che inerme subivi inconscio
la violenza, il sopruso, l’inganno.
Mai diventasti uomo.
Neppure alla tua morte
lasciasti una briciola di conoscenza
del tuo stato di essere
che ti videro spegnere a poco a poco
senza fare alcuna domanda,
senza chiederti nessun perché.
Ed ora giaci povera macchina
povera macchina morta
senza un grido, senza un guaito.
-Renzo Mazzetti-
(Verso Levante, Poesie del mio autunno caldo. Bologna, 2009)

Vedi:

BRUTI CAINI (28 Agosto 2018)


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