MANI CALLOSE
sabato, 28 aprile 2018
MANI CALLOSE
Il Partito Operaio fondato nel 1882 da Lazzari e da altri
operai, rappresentò la prima organizzazione politica della classe operaia in
Italia. Il Partito Operaio, composto esclusivamente di operai, si definì con un
certo orgoglio: “Partito delle mani callose”. Dopo quattro anni De Pretis
scioglie il Partito Operaio e incarcera i capi. Poi gli esuli e i sopravvissuti,
partecipano al Congresso Costitutivo della II Internazionale e successivamente
alla nascita del Partito Socialista Italiano. (Ricordo da un racconto di
Irina).
L’OPERAIO
A me dintorno la città sorgea,
Desta a la prima aurora.
La gran città che nutre e che lavora
Nel sole e le giganti opre movea.
Era un grido di chiare voci ignote,
Un fluttuar di suoni,
Un aprirsi di porte e di balconi,
Fischi di treni e turbinar di rote:
Era l’accorrer gaio e violento
Di mille forze umane
Verso il lavor che dà salute e pane
E innumeri vessilli affida al vento.
Tutto avea luce, palpiti, sorrisi
Di festa mattinale,
Ogni cosa parea sciogliesse l’ale,
Speme e gioia ridean su tutti i visi,
Quand’io lo scorsi. – Era possente. – Il volto
Pallido di pensiero
Nobilmente s’ergea con atto fiero
Su bronzeo collo da ogni fren discolto:
Collo di tauro, petto di selvaggio,
Guardo e parola ardita:
In quelle vene un rifluir di vita,
Vampe d’amore e vampe di coraggio!…
Sonante il passo, come un vincitore,
S’avanzò nella luce.
E a me disse il mio cor: Non forse è un duce?…
Non forse, in mezzo a l’infernal clamore
D’un’officina, splendido nel saio,
Egli soggioga i mostri
Ch’ebber dal genio umano artigli e rostri,
Alma di fuoco e muscoli d’acciaio?…
Non forse in lui la fonte d’energia
Zampilla prepotente,
Che riviver farà questa languente
Era, gialla di vizio e d’anemia?…
Oh dolce, dolce esser la sua diletta…
Attenderlo, la sera,
Presso il desco frugal, con la sincera
Ansia gentile di chi amando aspetta:
Dolce coglier da lui, siccome il giglio
Bianco da l’ape d’oro,
Il bacio di chi sà lotta e lavoro;
Esser tutto il suo bene, e dargli un figlio:
E in questo figlio bello e innocente
Che la virtù paterna
Possegga, un voto, una speranza eterna
Riporre, e i gaudii de l’età cadente:
E sognare per lui continuata
Ne i secoli venturi
La razza degli indomiti, dei puri,
A luminosi dì predestinata:
La schietta razza dei redenti schiavi
Che mieterà fra i canti
Messe di libertà nate dai pianti,
Dal sangue e dalle viscere de gli avi.
-Ada Negri-
Vedi: SLANCIO ANTICO (14 Aprile 2018)
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