RENZI, ARISTARCO E LA GUERRA

domenica, 6 marzo 2016

RENZI, ARISTARCO E LA GUERRA

Renzi e Aristarco, accusati di vilipendio delle Forze Armate, sono stati arrestati, rinchiusi in fortezza a Peschiera e deferiti al Tribunale Militare, per avere, il primo scritto e il secondo pubblicato sulla rivista “Cinema nuovo” il soggetto “L’armata S’agapò” ispirato al periodo dell’aggressione fascista alla Grecia. Il gravissimo fatto e la difesa del cinema neorealista, ha sollecitato l’invettiva di Zavattini: ”Arrestateci tutti”. Il soggetto, indicando una particolare e dolorosa pagina della nostra storia, intende rafforzare le ragioni estetiche e morali contro la menzogna per la verità, contro i film bellicisti, forsennati e retorici. Renzi Renzo, autore del soggetto cinematografico incriminato “L’armata S’agapò”, al momento del suo arresto era impegnato alla sceneggiatura del film tratto dal romanzo d’ambiente partigiano di Renata Viganò: “Agnese va a morire”. Guido Aristarco è stato, per esempio, tra gli sceneggiatori del film d’ambiente partigiano “Il sole sorge ancora” di Aldo Vergano. Anche nel 1953 la cultura faceva paura ai fascisti e al democristiano Giudo Gonnella, Ministro della Giustizia. (Ricordo da un racconto di Tirella).

CINEMA
Per voi il cinema è spettacolo.
Per me quasi concezione del mondo.
Il cinema è apportatore di movimento.
Il cinema è rinnovatore delle letterature.
Il cinema è distruttore dell’estetica.
Il cinema è audacia.
Il cinema è uno sportivo.
Il cinema è diffusore di idee.
Ma il cinema è inferno.
Il capitalismo ha offuscato i suoi occhi, riempiendoli d’oro.
Abili imprenditori lo guidano per la manina lungo le strade.
Ammucchiano denaro, smuovendo i cuori con soggettini piagnucolosi.
Ciò deve finire.
Il comunismo deve sottrarre il cinema ai guardiani che lo sfruttano.
Il futurismo deve farne evaporare l’acqua stagnante della lentezza e della morale.
Senza di questo noi avremo o la ”cecetka” importata dall’America
o nient’altro che gli ”occhi con lacrima” dei Mozzuchin.
La prima cosa ci è venuta a noia.
La seconda ancor più della prima.
-Vladimir Majakovskij- 

 

Vedi: FRANKOBALTO (13 febbraio 2016)


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